Tokyo 2020. Paralimpiadi, storica tripletta azzurra nei 100 metri donne con record del mondo
L'Italia trionfa nei 100 metri piani alle Paralimpiadi di Tokyo 2020. Oro per Ambra Sabatini, come Marcell Jacobs che aveva trionfato a sorpresa ai Giochi olimpici. Ma le Azzurre riescono a fare ancora di più in quella che è una spedizione trionfale per lo sport paralimpico, con una storica tripletta. Nella finale categoria T63 (atleti che competono con protesi a un arto) sul gradino più alto del podio Ambra Sabatini, 19enne originaria di Livorno e residente a Porto Ercole (Grosseto), che con 14''11 ha realizzato il record del mondo. Argento a Martina Caironi, 31enne originaria di Alzano Lombardo (Bergamo) e residente a Bologna (14''46) e bronzo a Monica Graziana Contrafatto, 40enne originaria di Gela (Caltanissetta) e residente a Roma (14''73). L'Italia raggiunge così le 69 medaglie a questi Giochi. "Sognavamo il podio a tre" "Vincere è bellissimo. Però il podio a tre...era proprio quello che sognavamo". Così a Rai Sport Ambra Sabatini. "Cinque anni fa avevamo detto che aspettavamo la terza", ha aggiunto Martina Caironi, riferendosi proprio alla Sabatini. A Rio 2016, infatti, Caironi si era aggiudicata l'oro nei 100 metri e Monica Graziana Contrafatto il bronzo. "Siamo state forti.
La prova finale - ha aggiunto Caironi - è stata la pioggia, non potete capire". "Dedico la medaglia all'Afghanistan" "Io voglio dedicare la mia medaglia a quell'altro Paese che mi ha tolto qualcosa ma in realtà mi ha dato tanto che è l'Afghanistan". Sono le parole di Monica Graziana Contrafatto ai microfoni di Rai Sport. Il 24 marzo del 2012, Contrafatto durante la sua seconda missione in Afghanistan è stata vittima di un attentato terroristico. In un attacco alla base italiana nel distretto del Gulistan, le schegge di tre bombe da mortaio lanciate all'interno, hanno ferito anche il primo caporal maggiore del I Reggimento bersaglieri provocandone l'amputazione della gamba destra. "Noi l'abbiamo sognato questo risultato, queste splendide ragazze ce l'hanno regalato. E' la più bella istantanea con cui potevamo chiudere una paralimpiade meravigliosa. Questa sera abbiamo fatto la storia, ma la storia di questa sera non è che l'atto finale della storia compiuta in tutti i giorni passati". Così a Rai Sport il presidente del Comitato italiano paralimpico, Luca Pancalli.
"Io mi auguro veramente - ha aggiunto il numero 1 del Cip- che tanti ragazzi e ragazze disabili vedendo questi straordinari atleti ed atlete decidano di avvicinarsi allo sport. Perché queste sono medaglie straordinarie, noi lavoriamo con grande umiltà, con grandi sacrifici, soprattutto gli atleti, le loro società sportive, le federazioni. Ma la medaglia più bella sarà sempre quando riusciremo a portare sui campi, nelle piscine, nei palazzetti, il maggior numero possibile di disabili". Prima c'era stata la medaglia d'argento nella prova a squadre miste di tiro con l'arco. Elisabetta Mijno e Stefano Travisani cedono in finale per 5-4 alla coppia russa. Per l'Italia è la medaglia numero 66 in questa edizione delle Paralimpiadi. "Dico sempre che l'argento è una medaglia persa, ma alla prima Paralimpiade, con un sacco di emozioni, va bene così" ha detto Travisani, subito dopo la finale allo Yumenoshima Park Archery Field. Per Mijno si tratta del terzo podio in tre Paralimpiadi diverse: "Lo dovevo alla mia squadra e lo dovevo a me", ha commentato l'arciera azzurra.