Gas. Crisi degli approvvigionamenti e dei prezzi. La Russia di Putin "va incontro" all'Europa

di redazione 07/10/2021 AMBIENTE
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LA POSIZIONE DI BRUXELLES 

Per la commissaria Ue all'energia Kadri Simson "è essenziale rafforzare la resilienza dell'Europa alla volatilità dei prezzi e dell'approvvigionamento del gas". Durante l'audizione alla plenaria del Parlamento europeo sui prezzi dell'energia la commissaria ha annunciato "entro fine anno" la proposta di "una riforma del mercato del gas". Verranno prese in analisi proposte "come quelle di preparare acquisti congiunti tra Paesi". 

"Lo shock dei prezzi dell'energia è una crisi inaspettata in un momento critico, dobbiamo reagire assieme", ha spiegato Simson in audizione. "Dopo una discesa durante l'ultimo decennio i prezzi sono tornati a salire, e resteranno alti durante tutto l'inverno per poi scendere in primavera", ha continuato la commissaria.

"Questo shock non fa bene all'economia, ha un impatto sulle famiglie più deboli, aumenta la pressione inflazionistica e rischia di frenare la ripresa europea", ha spiegato Simson che ha aggiunto che "gli aumenti sono legati alla trasformazione del sistema energetico, ed hanno poco a che vedere con politiche energetiche europee ma riguardano l'evoluzione mondiale". "Il Green Deal sia è l'unica risposta a lungo termine alla volatilità del mercato energetico", ha poi concluso. 

"Gli stock sono circa il 75% al di sotto della media di 10 anni, ma possono coprire il fabbisogno della stagione invernale. L'evoluzione della situazione invernale è una variabile da osservare da vicino". "Se non si fa nulla rischia di compromettere la
ripresa della Ue", ha ripetuto la commissaria.

LA SITUAZIONE

Nei Paesi Bassi, dove si trova il punto di scambio TTF, uno dei più importanti in Europa, i prezzi del gas naturale per il mese prossimo sono cresciuti del 14,7 per cento, arrivando a 99,3 euro al megawattora. Rispetto al mese scorso, i contratti del gas sono più che raddoppiati.

I contratti energetici in Germania per l’anno prossimo sono aumentati del 13 per cento (133 euro per MWh), e del 10,3 per cento quelli in Francia (135,5 euro per MWh).

La competizione sulle forniture tra Europa e Cina potrebbe far aumentare ulteriormente i prezzi del gas. Quelli del gas naturale liquefatto (GNL) per il mercato spot asiatico hanno raggiunto ieri il valore record di 34,47 dollari per milione di British termal unit. Finora la domanda di GNL dall’Asia, che ha attirato a sé carichi che altrimenti si sarebbero diretti in Europa, è stata uno dei fattori principali dell’aumento dei prezzi del combustibile nel Vecchio continente.

MOSCA

 Con i contratti del gas in crescita di quasi il 40% a 4 sterline per therm, dopo aver cominciato il 2021 a 50 pence, sono bastate le secche parole del presidente russo Vladimir Putin a convincere il mercato a invertire la rotta. Pochi minuti e, come per miracolo, il prezzo del contratto è sceso a 2,87 sterline.

 "I nostri obblighi di contratto per le forniture attraverso il sistema di trasporto del gas ucraino sono 40 miliardi di metri cubi di gas all'anno. Gazprom ha aumentato queste forniture, questo pompaggio, per essere più precisi, di oltre l'8%. E possiamo dire con fiducia che supereremo i nostri obblighi contrattuali di forniture di gas attraverso il territorio dell'Ucraina", ha detto Putin.

Il presidente russo non ha inoltre mancato di criticare la strategia europea. Alla base dell'impennata, ha sottolineato, ci sono gli "errori" dell'Europa, che non ha sottoscritto sufficienti contratti a lungo termine con la Russia.

Messa in questi termini, i record del gas naturale non sono altro che il risultato di una battaglia globale per assicurarsi le forniture di combustibile necessarie a sostenere il rimbalzo della domanda nel post-pandemia. Ne è chiara esemplificazione anche la corsa del petrolio, il cui prezzo è schizzato sui massimi dal 2014. Dall'inizio dell'anno, la quotazione dell'oro nero è salita di oltre il 50%, aggiungendo ulteriori pressioni inflazionistiche che rischiano di far deragliare la ripresa.

Nonostante le sollecitazioni, l'Opec+ si è ben guardata dall'accelerare l'atteso aumento della produzione, mantenendo l'intero Occidente con il fiato sospeso. Non è bastato neanche un appello diretto del presidente Usa Joe Biden a smuovere i grandi produttori.

L'aumento dei prezzi alla pompa negli Usa è fonte di grande preoccupazione alla Casa Bianca. Il tema è assai sentito in un'economia che si fonda sul trasporto, di merci e di persone. E il rischio è che l'esasperazione dei consumatori faccia perdere ai democratici il controllo del Congresso nelle elezioni di mid-term dell'anno prossimo, con conseguenze devastanti per tutta l'agenda di Biden, compresi i suoi piani contro il surriscaldamento globale.

Di qui una serie di atteggiamenti contrastanti registrati a Washington. Da una parte, la nuova amministrazione ha ufficialmente messo la lotta al cambiamento climatico al centro dei suoi piani; dall'altro, ha chiaro in testa che ai cittadini interessa di più l'impatto che la transizione ha sulle loro tasche.

Sul tema e' intervenuta anche Jennifer Granholm, Segretaria all'Energia degli Stati Uniti d'America, che ha spiegato come Washington sia pronta a sbloccare le riserve energetiche di petrolio per calmierare il prezzo della benzina. Per farlo, ha aggiunto, "tutti gli strumenti sono sul tavolo"

Aumentare le accise sui carburanti per disincentivare il consumo, infatti, è impensabile in un Paese dove i repubblicani considerano il riscaldamento globale una fake news e i democratici preferiscono affidarsi al mercato. L'espressione carbon tax suona quasi come una parolaccia.

In mezzo a tutto questo rischia di rimanere schiacciata l'Europa, anch'essa impegnata in un'annunciata transizione green. L'aumento del costo dell'energia sta pesantemente colpendo cittadini e imprese. Il rischio è che, tra fedeltà atlantica ed eccessi di velocità nel passaggio a un'economia più verde, le stesse fonti rinnovabili diventino oggetto di impopolarità, ritardando sine die la costruzione di un reale consenso per la transizione. 

Putin oggi ha scelto di scendere ufficialmente in campo con i suoi rubinetti, con l'obiettivo di trasformare la partita in un gioco a tre. E naturalmente con un occhio al Nord Stream 2, il nuovo condotto destinato a trasportare il gas russo in Germania bypassando l'Ucraina. Perché tutto in fondo è geopolitica.


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