Quirinale. Fumata nera anche al quarto scrutinio. Cresce il fronte per un Mattarella bis ma i leader non si espongono.

di redazione 27/01/2022 POLITICA
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Quarta fumata nera nella votazione per eleggere il capo dello Stato. Lo scrutinio ha fatto registrare 166 voti per il presidente uscente, Sergio Mattarella (ieri si era fermato a 125). Votati anche Di Matteo con 56 preferenze, Casini 3, Belloni 2 e Cassese 1.

Il quorum era di 505 voti, la maggioranza assoluta dei grandi elettori. Importante il numero degli astenuti, 441, quasi tutti dell'area di centrodestra, 261 le schede bianche. La quinta votazione per il presidente della Repubblica si terrà domani alle 11.

Tra i voti nel quarto scrutinio spunta il nome del direttore d'orchestra Riccardo Muti. Voti anche per Giuliano Amato e per la Guardasigilli Marta Cartabia, nome indicato da Azione. Spuntano voti anche per l'ex attaccante dell'Inter, Alessandro Altobelli, per l'ex segretario del Pd, Walter Veltroni e per il ministro leghista, Giancarlo Giorgetti. Un voto anche per lo storico Alessandro Barbero, per la M5s Paola Taverna. Preferenze anche per Pierluigi Bersani, per Mario Segni, Pierluigi Castagnetti. Rispetto ai precedenti tre scrutini, il numero dei voti dati a personalità che sono al di fuori del mondo della politica e delle istituzioni, risulta essere molto inferiore.

 

"Le cariche pubbliche non si sollecitano e non si rifiutano...". Lo ha detto Sabino Cassese, a Rainews24, a proposito di una sua eventuale 'candidatura' al Quirinale. A proposito di un eventuale bis di Sergio Mattarella, per Cassese, "la Costituzione non prevede ma non impedisce la rielezione. Il presidente Mattarella ha espresso la sua opinione, credo che vada rispettata". Per quanto riguarda una eventuale elezione di Mario Draghi, ha sottolineato, "vi sono stati precedenti di passaggi, ma non così immediati", però "è una cosa perfettamente legittima".

Salvini: "Confido domani sia la giornata buona"

"Ho passato un pomeriggio di lavoro e di incontri sulle persone da proporre. Io considero di eleggere domani un presidente della Repubblica. Si vota domani e il mio obiettivo è dare agli italiani una risposta domani e vedere miei figli dopodomani. Sono fiducioso e ottimista, confido che domani sia la giornata buona". 

"Offriremo proposte di altissimo livello. Voglio risolvere la questione bene, in fretta, col più ampio consenso. i no li lascio ad altri. Conto di portare sui tavoli alcuni profili che spero raccolgano il sì di tutti. Mi si chiedono personalità al di fuori della politica, senza tessere in tasca, apprezzate a livello nazionale e internazionale". Lo dice Matteo Salvini, fuori da Montecitorio. "Ho fatto un pomeriggio di incontri su persone su cui andare a proporre", aggiunge.

Che segnale sono i voti per Sergio Mattarella? "Di stima per il lavoro fatto, ma ha già più volte ribadito di non essere disponibile". 

"La scriteriata decisione dei leader del centrodestra di non partecipare alla votazione, ha dimostrato solo che il centrosinistra, con 538 votanti, è autosufficiente per eleggere il Presidente della Repubblica". Lo scrive su Twitter Elio Vito, deputato di Forza Italia. 

All'appello del centrosinistra mancano 180 schede bianche

Il centrosinistra (Pd, Leu e M5s) per il quarto scrutinio ha dato nuovamente indicazione di votare scheda bianca. Stessa indicazione data anche da Iv ai suoi grandi elettori. Al termine dello spoglio, le schede bianche complessive sono 261. La somma dei grandi elettori di Pd (154), M5s (233) e Leu (18) è pari a 405 voti. Se si aggiungono i 44 grandi elettori di Iv, il totale è di 449. Dunque, mancherebbero all'appello 188 schede bianche. I voti dati a Sergio Mattarella sono 166: il centrodestra non ha partecipato al voto, dunque questi 166 voti vanno ricondotti al centrosinistra o ai grandi elettori delle varie componenti del Misto, ma bisogna considerare che Alternativa più i non iscritti ad alcuna componente hanno votato per Nino Di Matteo, che ha ottenuto 56 voti; Azione per Cartabia (6 voti), Sinistra Italiana e Verdi per Luigi Manconi, con 8 voti. Hanno ottenuto voti anche Mario Draghi 5, e Giuliano Amato 4. 

Tensione in Aula tra i capigruppo della Lega

Tensione palpabile nella Lega durante il voto per il Quirinale. L'astensione del centrodestra, scelta presa per evitare spaccature nel segreto dell'urna, agita i deputati leghisti che, dopo il voto, si riuniscono a parlare sugli scranni dell'Aula. A tenere le fila del discorso è il capogruppo al Senato, Massimiliano Romeo, subito raggiunto dal capogruppo del carroccio alla Camera, Riccardo Molinari. Il gruppo cresce, si aggiungono altri deputati e il tono della voce si alza, tanto da richiedere l'intervento di un commesso che invita i leghisti a sciogliere l'assembramento. Il dialogo tra Molinari e Romeo, però, prosegue fino a quando i due non vengono raggiunti dal ministro Giancarlo Giorgetti.

Si lavora su una candidatura femminile

È ancora il rebus Palazzo Chigi a dominare la partita del Quirinale. I partiti sono alla ricerca di un nome che possa garantire la stabilità dell'esecutivo, cioè la permanenza di Mario Draghi. "Uno dei temi è non far apparire Draghi lo sconfitto di questa partita", spiega una fonte parlamentare. La prima soluzione sarebbe il Mattarella bis. Ma bisognerebbe convincere il presidente della Repubblica in carica. La seconda, è eleggere una donna. La carica di novità sarebbe tale da far passare in secondo piano qualsiasi altra considerazione. Elisabetta Belloni è il nome che circola con maggiore insistenza, sponsorizzato in particolare nel centrodestra. Ma nelle ultime ore viene presa in considerazione anche Paola Severino, che al momento è oggetto di valutazione nei partiti. Su Belloni, infatti, è in corso una riflessione che non riguarda il profilo personale, quanto il ruolo. In molti ritengono che non sia il caso di precostituire un precedente, con il capo dei servizi di sicurezza eletto alla più alta autorità di garanzia.


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