Francia. Presidenziali, il 24 aprile ballottaggio Macron Le Pen. "Il presidente uscente "No ai populismi". Le Pen "Grazie al popolo francese". Scomparsi i partiti tradizionali
ll presidente uscente Emmanuel Macron è in testa con il 27,60% e Marine Le Pen ha il 23,41% al primo turno delle elezioni presidenziali francesi, secondo lo spoglio relativo al 97% dei seggi scrutinati. Saranno loro, come cinque anni fa, ad affrontarsi nel ballottaggio, in calendario domenica 24 aprile.
Jean-Luc Mélenchon, candidato della sinistra radicale, è al terzo posto con il 21,95%. Il polemista Eric Zemmour è al 7,05%, davanti alla repubblicana Valérie Pécresse (4,8%). Sotto la soglia del 5% anche l'ecologista Yannick Jadot (4,6%).L'affluenza è stata del 74%.
Le prime reazioni dei due contendenti
MACRON
"Invito i nostri concittadini, qualunque sia la loro sensibilità, ad unirsi a noi. Alcuni lo faranno per bloccare l'estrema destra e ne sono consapevole". Lo ha detto il presidente uscente della Francia, Emmanuel Macron, parlando dal palco dopo il primo turno delle elezioni presidenziali che lo vedono in vantaggio nelle preferenze. Il riferimento è agli elettori di Jean-Luc Mélenchon. "Nulla è acquisito, il dibattito che avremo nei prossimi quindici giorni è decisivo per la Francia e per l'Europa'', ha aggiunto Macron.
oglio salutare tutti i candidati che si sono presentati al primo turno. Perché dal primo giorno difendiamo le nostre convinzioni con forza, ma rispettando tutti e tutte. Grazie per questo. Ringrazio Anne Hidalgo, Yannick Jadot, Valérie Pécresse e Fabien Roussel, che questa sera hanno annunciato che mi sosterranno al ballottaggio". "Conosco la delusione dei candidati e dei loro elettori. Invito solennemente i nostri concittadini, quale che sia stata la loro scelta al primo turno, ad unirsi a noi". Così dice il presidente francese, parlando ai suoi sostenitori a Parigi dopo i risultati del primo turno, che lo portano al ballottaggio contro Marine Le Pen.
Macron punta inoltre a "contattare tutti coloro che vogliono lavorare per la Francia. Ha anche detto di "essere pronto a inventare qualcosa di nuovo per riunire sensibilità diverse per costruire con loro un grande movimento".
"Alcuni - continua - lo faranno per fare muro contro l'estrema destra. Sono pienamente cosciente del fatto che questo non è un sostegno al mio progetto, ed è una cosa che rispetto. So che questa è la scelta fatta, per esempio, da Jean-Luc Mélenchon", leader del partito di sinistra della France Insoumise, arrivato terzo.
"Ma voglio qui salutare - aggiunge - la loro chiarezza, per fare muro contro l'estrema destra. E in questo momento decisivo per il futuro della nazione, nulla deve più essere come prima. Per questo voglio tendere la mano a tutti coloro che vogliono lavorare per la Francia: sono pronto a inventare qualche cosa di nuovo, per unire le convinzioni e le sensibilità diverse per costruire insieme a loro un'azione comune, al servizio della nostra nazione, per i prossimi anni. E' nostro dovere".
"Non dobbiamo illuderci: nulla è deciso e il dibattito che avremo nei prossimi 15 giorni sarà decisivo per il nostro Paese e per l'Europa".
Nel corso del discorso ha affrontato anche il tema dell'islamismo: "Voglio una Francia che lotta risolutamente contro il separatismo islamista, ma che attraverso la laicità permette a ciascuno di credere o di non credere, di esercitare il proprio culto. E non una Francia che impedisce ai musulmani o agli ebrei di mangiare come prescrive la loro religione".
LE PEN
"Il popolo francese mi ha concesso l'onore di arrivare al secondo turno. Esprimo agli elettori la mia più sincera gratitudine. Vedo la speranza che le forze della ripresa del Paese siano in aumento. Tutti coloro che oggi non hanno votato per Emmanuel Macron sono chiamati a unirsi al nostro rassemblement", ha affermato Marine Le Pen, candidata di Rn (Rassemblement National), dopo l'annuncio dei risultati parziali.
Gli appelli degli altri candidati a votare Macron al ballottaggio
"Faccio un appello a votare al secondo turno per Emmanuel Macron contro l'estrema destra di Marine Le Pen". Lo ha detto la candidata socialista all'Eliseo, Anne Hidalgo, che ha ottenuto solo l'1,75%. La stessa posizione è stata annunciata dalla candidata dei Repubblicani, Pécresse, e dal Verde Jadot. In seguito, Mélenchon ha affermato: “Neanche un voto per Le Pen al ballottaggio”. Fabien Roussel, leader del Pcf, con il 2,37% dei voti, twitta: "Invito tutti i francesi a non banalizzare l'estrema destra e a servirsi della sola scheda a disposizione per batterla al secondo turno", ha affermato senza mai nominare Emmanuel Macron.
Solo Zemmour, tra i principali candidati, ha invitato a votare al ballottaggio Le Pen. Tra i minori, il sovranista, Nicolas Dupont-Aignan, che ha incassato il 2,19%.
Il sondaggio sul secondo turno
Macron conquisterebbe il 54% dei voti al secondo turno contro il 46% di Le Pen confermandosi presidente della Francia. E' quanto si legge in un sondaggio di Ipsos-Sopra Steria per il gruppo France Television in vista del ballottaggio del 24 aprile.
Cala la partecipazione elettorale
Il tasso di astensione al primo turno delle elezioni presidenziali francesi si è attestato al 25,1%: più alto rispetto al 22,2% del primo turno delle precedenti elezioni del 2017, ma più basso del record toccato nel 2002, quando non aveva votato il 28,4% degli elettori francesi. Quell'anno, arrivarono al ballottaggio il presidente uscente Jacques Chirac e il fondatore del Front National, Jean-Marie Le Pen, padre di Marine.
Le elezioni del 2017
Nelle precedenti presidenziali del 2017 Macron conquistò al primo turno il 24,01% mentre Le Pen ebbe il 21,30%, superando per pochi voti il candidato dei Repubblicani, François Fillon, con il 20,01%. Al quarto posto Mélenchon con il 19,58%. Nel ballottaggio Macron si impose nettamente con il 66,10% contro il 33,90% della candidata di estrema destra.
LA SCOMPARSA DEI PARTITI TRADIZIONALI
I partiti tradizionali di destra e di sinistra sono in agonia da anni in Francia, e il primo turno delle elezioni presidenziali ha messo un altro chiodo nelle loro bare. La candidata socialista Anne Hidalgo ha ottenuto un risultato umiliante, senza precedenti, con l'1,78% , e quella dei repubblicani (di destra) Valérie Pécresse firma una sconfitta storica con il 4,79% dei voti.
Hidalgo ha chiesto di votare il 24 aprile per Emmanuel Macron per contrastare l'estrema destra, mentre promette che la lotta continuerà "per ostacolare i progetti ingiusti" portati avanti dal presidente uscente, secondo lei. "Ha detto che lavorerà per riunire la sinistra dispersa, che non ha saputo unirsi (...) per ricostruire i legami (...) con le classi lavoratrici. Parole che evidentemente non hanno convinto nessuno, ancora meno che quelle usate cinque anni dall'allora candidato Benoît Hamon che aveva raccolto solo il 6,36% dei voti. Fu un disastro, che però non convinsero il candidato alle immediate dimissioni, restò ancora due anni. Confermando così le accuse mosse al Ps di essere rimasto un partito di eletti e funzionari, minato non da divisioni ideologiche, ma da battaglie di ego.
Il 62enne sindaco, riconfermato, di Parigi ha ora subito una sconfitta ancora più dura. Non è mai riuscita a decollare e la sua campagna è stata segnata da proposte descritte come irrealistiche o demagogiche, come il raddoppio dello stipendio degli insegnanti, e.
A destra, il partito di ispirazione gollista LR (Les Républicains) non si è mai veramente ripreso dopo la sconfitta del suo leader e presidente uscente Nicolas Sarkozy nel 2012, ed è stato a lungo diviso per trovare un leader. La presidente della regione di Parigi, l'Ile-de-France, Valérie Pécresse ha creato delle illusioni salendo in alto nei sondaggi dopo la sua nomina, ma che si sono sgonfiate quasi subito. Con meno del 4,8% dei voti stabilisce il peggior risultato di sempre per per il suo partito.
"È una delusione personale e collettiva", ha riconosciuto Valérie Pécresse, che, ricordando "(il suo) impegno contro gli estremi", ha subito annunciato che voterà "in coscienza" per Emmanuel Macron al secondo turno. Pécresse ha subito la frattura interna agli eredi di De Gaulle tra chi non vuole avere nulla a che fare con l'estrema destra e la radicalizzazione di una parte della destra tradizionale che si èp sempre identificata nei partito post gaullisti. Quello che invece riuscì molto bene al Generale nel 1958, ma ovviamente il paragone è ingeneroso.
L'irruzione sulla scena politica dell'ex polemista ultra-radicale Eric Zemmour, e la sua ambizione dichiarata di cancellare i confini tra la destra e l'estrema destra, ha dato i suoi frutti. Già in autunno, uno dei pesi massimi di Les Républicains, Eric Ciotti, ha detto che avrebbe preferito votare per Zemmour che per Macron. Uomini della destra gaullista come Ciotti non si sono più ritrovati con quell'elettorato moderato passato invece a Macron. l'effetto sul partito è stato devastante.
Le elezioni legislative di giugno decideranno della sopravvivenza dei due partiti storici della Quinta Repubblica. Se al pessimo risultato delle elezioni presidenziali si dovesse aggiungere una debacle nelle elezioni legislative sarebbe la fine dei partiti fondati da Charles de Gaulle e François Mitterrand.