L'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump "al centro di un tentato golpe", e l'assalto a Capitol Hill che "non è stato un evento spontaneo".
A raccontare così, i retroscena di quel 6 Gennaio sono repubblicani e personaggi dell'entourage dell'ex presidente, Donal Trump, secondo i quali la violenza non è stata un incidente ma "l'ultimo disperato tentativo di fermare il trasferimento di potere". Nell'udienza pubblica dell'inchiesta sull'attacco al Campidoglio americano, le parole più dure dal presidente della commissione, il democratico Benny Thompson, secondo il quale "La cospirazione per contrastare la volontà popolare non è finita", "Nel 1814 il Campidoglio è stato assalito da una forza straniera, mentre il 6 gennaio è stato assalito da nemici interni, su incoraggiamento di Donald Trump", così Thompson. Durante l'udienza, mostrato un video shock con immagini inedite della rivolta, dove si vedono poliziotti assaliti chiedere aiuto, immagini di violenza cieca della folla che irrompe nel tempio della democrazia americana, e le grida dei manifestanti gridare "impiccate Mike Pence".
Anche i consiglieri più stretti di Donald Trump gli avevano detto che aveva perso in elezioni regolari. La commissione d'inchiesta della Camera ha mostrato un video che raccoglie la testimonianza di Jason Miller, consigliere dell'allora presidente, che aveva dimostrato a Trump come i dati indicassero che avesse perso. Così come Willian Barr, l'ex ministro della giustizia: "Ho avuto tre discussioni con il presidente Trump e gli ho detto chiaramente che non credevo che le elezioni fossero state rubate: il tentativo di capovolgere il risultato del voto era una "cazzata".
Secondo la deputata Liz Cheney, anche lei repubblicana "Trump non ha condannato l'assalto, lo ha giustificato", l'obiettivo di Trump era restare al potere nonostante avesse perso le elezioni, e l'attacco al Capitol, non è stato un evento spontaneo. Un piano anzi - secondo la deputata - preordinato: Trump "aveva un sofisticato piano in sette punti, per capovolgere il voto e restare al potere", Cheney ha poi descritto le pressioni esercitate dall'ex presidente sul suo vice, Mike Pence "affinché rifiutasse il conteggio dei voti elettorali", cosa alla quale Pence si oppose. La deputata ha chiuso il suo intervento in commissione con un appello ai colleghi repubblicani che "difendono l'indifendibile: Trump un giorno non ci sarà più, ma la vostra reputazione sarà per sempre macchiata".
Portavoce Trump: "l'udienza è un circo"
Caustico il commento alla prima udienza pubblica di Taylor Budowich, portavoce di Donald Trump: "Questa non è un'udienza legislativa, è una produzione (televisiva, ndr). Non c'è bisogno di un produttore esecutivo, video montati e di uno show con sceneggiatura nel prime time se la cosa importante è la verità o se si ritiene di avere i fatti", secondo il portavoce di Trump "Questo circo non catturerà l'attenzione del pubblico e le elezioni sono sempre a novembre".
La prossima udienza della commissione d'inchiesta della Camera Usa si terrà il 13 giugno.