Clima. Dopo mesi di siccità il rischio razionamento acqua non è poi così remoto. Il Po in secca come mai accaduto negli ultimi decenni.
Alla metà di giugno dopo mesi di siccità il nostro Paese si ritrova assetata, con lo spettro del razionamento sempre più incombente.
Con le Regioni del Nord che annunciano la richiesta dello stato d'emergenza o che hanno già scritto a Roma, come ha fatto il Piemonte.
Il rischio, del quale ancora non si parla esplicitamente, ma che è ben presente a tutti, è che si arrivi a dover scegliere fra irrigare i campi o far arrivare l'acqua dai rubinetti.
Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha inviato a Roma la richiesta di stato di calamità per l'agricoltura. Lo riferisce la Regione Piemonte, annunciando per l'indomani un incontro per fare il punto della situazione.
Dal bacino del Po al Centro, l'emergenza si allarga
L'allarme della siccità non si placa, soprattutto nel nord Italia con il Po, il grande assetato, che restituisce la fotografia di un'emergenza di proporzioni tali che non si vedevano da anni. Ma con l'allarme che si sta estendendo rapidamente anche al centro. In alcuni territori, infatti, non piove da quasi quattro mesi e la situazione è in peggioramento, con le autobotti già in funzione in alcuni Comuni.
In particolare in Lombardia dove il presidente della Regione Attilio Fontana ha già annunciato che - come ha già fatto il Piemonte - chiederà lo stato d'emergenza, possibilmente cercando di coinvolgere anche i colleghi delle regioni che insistono sul bacino del grande fiume. "E' una situazione estremamente delicata - ha detto - sono preoccupato da mesi".
Cingolani annuncia un comitato
Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha annunciato la costituzione di un Comitato di coordinamento nazionale degli Osservatori presso le Autorità di bacino. "Stiamo costituendo un Tavolo politico istituzionale di alto profilo - ha detto - per fare un quadro d'insieme delle misure a livello nazionale".
Non si tratta, tuttavia, di un problema che riguarda solo il bacino padano. L'emergenza acqua si sta infatti rapidamente estendendo al Centro Italia, secondo il report dell'associazione dei consorzi di bonifica, che parla della "prima stagione in cui si evidenziano in maniera massiva le conseguenze dei cambiamenti climatici sulla Penisola".
In Toscana, ad esempio, l'Arno, ha flussi dimezzati rispetto alla media mensile, l'Ombrone è ridotto ad uno stato torrentizio. Nelle Marche, il fiume Sentino tocca già il minimo storico, come Esino e Nera. In Umbria, gli invasi del lago Trasimeno e della diga Maroggia sono praticamente dimezzati rispetto agli anni scorsi e il Tevere registra il livello più basso dal 1996. In Lazio, grave è la situazione dell'Aniene, crolla la portata del Sacco, così come in calo sono i livelli dei laghi di Nemi e Bracciano.
L'acqua è diventata ovunque una risorsa scarsa e preziosa: Federico Caner, assessore del Veneto e coordinatore del settore agricoltura della Conferenza delle Regioni, dice che se la situazione dovesse continuare non si potrà fare a meno di chiedere al governo un intervento per far prevalere l'utilizzo di acqua per uso umano e agricolo rispetto a quello energetico, finendo, inevitabilmente, per pesare su un settore già messo a durissima prova dalle vicende internazionali e dalla crisi energetica globale.
"Si faccia un uso oculatissimo dell'acqua del Po"
“Se la siccità non si attenua non si potranno più irrigare i campi della pianura padana con l'acqua del Po”. Lo dice il Consorzio della Bonifica Burana, che si occupa del territorio tra gli argini di Po, Secchia, Panaro e Samoggia: "Sebbene siano ad oggi state attuate tutte le manovre e le operazioni idrauliche possibili per arginare le criticità dovute alla grave siccità, se perdura questa situazione non ci saranno più le condizioni per derivare acqua da Po". Il Consorzio chiede quindi "la massima collaborazione a tutti affinché si faccia un uso oculatissimo della scarsa risorsa idrica a disposizione".
Il Po ai livelli più bassi da 70 anni
Il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca è sceso a -3,7 metri su livelli più bassi da almeno 70 anni. Dal monitoraggio di Coldiretti si evidenzia che è in sofferenza anche il lago Maggiore con un grado di riempimento del 22,7% così come quello di Como al 30,6%. Nel bacino padano per la mancanza di acqua "è minacciata oltre il 30% della produzione agricola nazionale e la metà dell'allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo".
In Lombardia, osserva la Coldiretti, "in sei mesi si sono accumulati solo 206 millimetri di precipitazioni, ben il 59% in meno rispetto alla media 2006/2020, mentre le temperature hanno registrato a maggio valori superiori alla media di 1-3 gradi, con punte fino a +3/+5 gradi sull'area milanese. In questo scenario preoccupa la riduzione delle rese di produzione delle coltivazioni dall'orzo al frumento, dai foraggi al mais".
Problema nazionale
La situazione è però difficile lungo tutta la Penisola con la siccità, con danni stimati quest'anno pari a circa 2 miliardi di euro per effetto del calo dei raccolti che hanno bisogno dell'acqua per crescere. Con il picco del caldo da bollino arancione in molte città italiane e la carenza idrica rischia di aumentare la dipendenza nazionale dall'estero da dove arriva il 64% del grano tenero che serve per pane, biscotti, dolci, il 47% del mais per l'alimentazione delle stalle, il 44% del grano duro per la pasta e il 27% dell'orzo".
Salvare i raccolti e la produzione alimentare
È la priorità delle imprese agricole del Nord Italia alle prese con una siccità che richiede interventi straordinari e immediati, capaci di far fronte a una nuova emergenza. È quanto afferma Confagricoltura che sta raccogliendo segnalazioni da Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, ma anche da Valle d'Aosta e Provincia autonoma di Trento, tutte - sottolinea l'organizzazione agricola - fortemente preoccupate per la drammatica situazione che si sta verificando. Una preoccupazione - aggiunge - condivisa anche dalle compagnie assicurative che "non contemplano più il rischio siccità tra i servizi riconosciuti".
Confagricoltura ricorda inoltre che domani è la Giornata Mondiale per la Lotta alla Desertificazione e alla Siccità, istituita nel 2015 dalle Nazioni Unite, appuntamento, afferma l'organizzazione, che ricade "quest'anno nel periodo più difficile per la mancanza di piogge e per una straordinaria secca del Po che ha spinto le sedi locali di Confagricoltura a chiedere in molti casi lo stato di calamità naturale".
Costi alle stelle
Viene segnalato anche Il balzo dei costi di irrigazione che colpisce il comparto frutta: "In Emilia Romagna dare acqua ai frutteti costerà in media 430 euro a ettaro soltanto di energia elettrica. Nel 2020 la stessa voce di spesa si attestava a 92 euro". Confagricoltura fa presente che segnali di criticità arrivano anche da altre regioni del Centro e Sud Italia, a testimonianza che siamo di fronte a un evento di portata eccezionale e per questo chiede interventi urgenti e straordinari.
Edison aumenta rilasci da invasi della Valtellina
Edison d'intesa con la Regione Lombardia, dal 16 giugno per una durata di dieci giorni, incrementerà i rilasci d'acqua a valle dagli invasi della Valtellina. Lo annuncia il gruppo energetico sottolineando chela decisione è stata presa per "mitigare la grave crisi idrica che perdura a causa della scarsa piovosità registrata a partire dalla seconda metà del 2021 e che nei primi cinque mesi del 2022 ha portato a una riduzione delle precipitazioni di circa il 60%, con conseguente contrazione delle produzioni idroelettriche di oltre il 50% rispetto alle medie storiche".