PNRR. Il Piano energetico è legge
Rinnovabili al 72% del mix elettrico al 2030 e al 95-100% al 2050, anno entro il quale l’elettricità dovrà soddisfare circa metà dei consumi energetici, nella prospettiva di una “decarbonizzazione totale” dell’economia italiana.
Questo uno dei tanti obiettivi fissati nella versione finale del Piano per la transizione ecologica (Pte) approvato dal Cite (il Comitato interministeriale per la transizione energetica) l’8 marzo scorso e ora definitivo, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della relativa delibera, con il link al testo ufficiale (documenti in fondo).
Il documento di 175 pagine, come aveva spiegato il ministro Cingolani, vuole essere un “piano dei piani” e si articola su vari ambiti: decarbonizzazione; mobilità sostenibile; miglioramento della qualità dell’aria; contrasto al consumo di suolo e al dissesto idrogeologico; tutela delle risorse idriche e delle relative infrastrutture; ripristino e rafforzamento della biodiversità; tutela e sviluppo del mare; promozione dell’economia circolare, della bioeconomia e dell’agricoltura sostenibile.
Il Piano subirà periodici aggiustamenti e ogni anno, entro il 31 maggio, il Mite dovrà trasmettere alle Camere una relazione annuale sul suo stato di attuazione, dando conto delle azioni, delle misure e delle fonti di finanziamento adottate.
Andando a sfogliare la parte sulla neutralità climatica, si dà come obiettivo quello di “portare avanti a tappe forzate il processo di azzeramento delle emissioni di origine antropica di gas a effetto serra fino allo zero netto nel 2050” e, tra le altre cose, si prevede anche l’istituzione di un gruppo di lavoro interministeriale, con la partecipazione delle Regioni, per la “razionalizzazione” dei sussidi ambientalmente dannosi (SAD).
Obiettivo intermedio citato, al 2030, è quello europeo in via di approvazione definitiva che prevede la riduzione del 55% delle emissioni.
Sarà quindi necessario rivedere gli obiettivi stabiliti nel Pniec del 2019, non ancora aggiornato, si spiega: se il Pniec 2019, ormai superato, punta a una riduzione del 37% per l’Italia (con un passaggio da 520 milioni di tonnellate emesse nel 1990 a 328 milioni fissati per il 2030, di cui 216 dai settori ETS e 109 da quelli non ETS), ora, in attesa delle revisioni delle direttive comunitarie, dal nuovo obiettivo europeo del 55% deriva una riduzione delle emissioni nazionali del 51%, che porta il target 2030 intorno a quota 256 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, si legge nel Piano.
Come anticipavamo, il Pte parla poi di puntare all’elettrificazione del sistema dell’energia primaria “che nella prospettiva di decarbonizzazione totale al 2050 dovrà superare il 50%”.
La generazione di energia elettrica, a sua volta, si spiega, dovrà dismettere l’uso del carbone entro il 2025 e provenire nel 2030 per il 72% da rinnovabili, fino a sfiorare livelli prossimi al 95-100% nel 2050.