Più dura la guerra, più è difficile competere per l'attenzione di centinaia di milioni di persone in diversi Paesi.
Ma farò tutto il possibile affinché l'attenzione sull'Ucraina non si affievolisca".
Lo ha detto ieri il presidente Volodymyr Zelensky citato da Ukrinform. "Le forze di invasione russe continuano a bombardare le città ucraine, il che dimostra che la Russia è un male che può essere fermato solo sul campo di battaglia", ha aggiunto. "La Russia è molto nervosa. Ancora bombardamenti su Charkiv e Odessa, ancora tentativi di brutali azioni offensive nel Donbass. Stiamo difendendo Lysychansk e Severodonetsk. La situazione più difficile è in questa regione, dove ci sono le battaglie più dure", ha detto Zelensky.
Intanto la televisione russa viene trasmessa adesso nell'intera regione occupata di Kherson, nel sud dell'Ucraina, attraverso 24 canali: lo ha reso noto oggi il ministero della Difesa russo. Lo riporta la Tass.
Oltre 1.500 civili ucraini sono detenuti nelle carceri russe, ha detto ieri nel corso di una conferenza stampa la vicepremier ucraina Iryna Vereshchuk, secondo quanto riporta il Kyiv Independent. "Si trovano a Rostov, a Kursk, sono in prigione, sono detenuti come prigionieri di guerra, anche se non dovrebbero esserlo", ha sottolineato Vereshchuk, aggiungendo che tra i civili ci sono sacerdoti, volontari, attivisti, giornalisti e responsabili di enti locali ucraini. Le autorità di Mosca hanno deportato 1,2 milioni di cittadini ucraini in Russia dall'inizio dell'invasione, secondo Iryna Vereshchuk, riporta l'agenzia Ukrinform. "Ho il dato di quanti sono stati deportati in totale, ed è leggermente diverso da quello fornito dalla Russia. Ma capite che la Russia non dice mai la verità... Dicono che si tratta di quasi due milioni di persone. Secondo i nostri servizi di intelligence si tratta di circa 1,2 milioni di persone", ha detto Vereshchuk sottolineando che i bambini sono 240.000, di cui 2.000 sono orfani.
LITUANIA
Nell'Oblast di Kaliningrad, la cosiddetta exclave, un piccolo pezzo di Russia all'interno del territorio Ue, da qualche giorno non stanno più arrivando via treno dalla Russia molte merci. E oggi la Federazione russa, tramite il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, in un crescendo di tensioni ha protestato duramente contro il divieto di transito per le merci sanzionate dall'Ue tra la regione di Kaliningrad e il resto del territorio russo attraverso la Lituania, imposto la scorsa settimana da Vilnius.
Peskov ha definito "senza precedenti" la misura attuata dalla Lituania come ha riportato l'agenzia di stampa statale russa Tass. "La decisione è difatti senza precedenti. Viola ogni regola possibile. Capiamo che deriva dalla decisione dell'Unione Europea di estendere le sanzioni al transito delle merci. Crediamo anche che sia illegale", ha dichiarato il portavoce del Cremlino.
Alle proteste sono poi seguite le minacce, il ministro degli Esteri russo ha convocato l'incaricata d'affari presso l'Ambasciata lituana a Mosca, Virginia Umbrasene, per protestare contro il divieto di transito, chiedendone "l'immediata revoca". Mosca ha quindi sottolineato che, qualora non venisse ripristinato "il transito delle merci tra la regione di Kaliningrad e il resto del territorio russo attraverso la Lituania, la Russia si riserva il diritto di agire in difesa degli interessi nazionali". Per Mosca le misure adotate dalla Lituania sarebbero apertamente ostili e provocatorie oltre che "in violazione degli obblighi legali internazionali della Lituania, in primo luogo la dichiarazione congiunta del 2002 della Federazione Russa e dell'Unione Europea sul transito tra la regione di Kaliningrad e il resto del territorio russo".
Toni ancora più duri sono stati utilizzati da Andrej Klimov, vicepresidente della Commissione Esteri del Consiglio federale, la Camera alta russa, che ha evocato in modo esplicito il rischio di un conflitto armato. Secondo il senatore russo, quello di Vilnius è un "comportamento inaccettabile" che "mette in pericolo l'intero blocco politico-militare" della Nato e che, in assenza di una marcia indietro, "scioglierà le mani" di Mosca perché risolva il problema "con ogni mezzo".
Responsabile per Klimov è l'Alleanza Atlantica, prosegue il senatore su Telegram, che "de jure avvia un blocco inaccettabile di un'entità costituente della Federazione Russa attraverso le mani di uno dei suoi paesi membri" e "quest'ultima puo' essere valutata come un'aggressione diretta contro la Russia, costringendoci letteralmente a ricorrere con urgenza a un'adeguata autodifesa". Una minaccia da non prendere sottogamba.