USA. La Corte suprema abolisce la sentenza sul diritto all'aborto. Esultano i Repubblicani. Biden "Triste giorno per l'America. Indietro di 150 anni". Sette stati bandiscono l'aborto dopo la sentenza, altri sette a breve
USA. La Corte suprema abolisce la sentenza sul diritto all'aborto. Esultano i Repubblicani. Biden "Triste giorno per l'America. Indietro di 150 anni". Sette stati bandiscono l'aborto dopo la sentenza, altri sette a breve
La Corte suprema statunitense ha abolito la storica sentenza Roe v.Wade con cui nel 1973 la stessa Corte aveva legalizzato l'aborto negli Usa.
"La Costituzione non conferisce il diritto all'aborto", si legge nella sentenza. La decisione è stata presa da una Corte divisa, con 6 voti a favore e 3 contrari. Ora quindi i singoli Stati saranno liberi di applicare le loro leggi in materia. Già Texas e Missouri rendono l'aborto illegale. Lo Stato di New York assicura: "Qui l'aborto resta legale".
Manifestazioni in tutte le città maggiori degli Stati Uniti, dopo la sentenza della Corte Suprema, che ha annullato il diritto costituzionale all'aborto. La cancellazione della Roe v. Wade del 1973, che garantiva il diritto all'interruzione di gravidanza. I singoli Stati ora saranno liberi di applicare le proprie leggi in materia e in Missouri il divieto è già una realtà. 14 Stati invece bandiranno l'aborto nei prossimi 30 giorni, mentre il governatore della California - appena emessa la sentenza - ha firmato invece una legge che per costituire uno "scudo protettivo" per chi interrompe la gravidanza, che si estende anche a persone che vengono da altri stati. Il presidente Biden: "E'un giorno triste per l'America. Riportati indietro di 150 anni".
La Corte Suprema ha deliberato con 6 voti a favore e 3 contrari.
In una conferenza stampa alla Casa Bianca il presidente Usa, Joe Biden si è espresso contro la sentenza: "E' la realizzazione di un'ideologia estrema, si torna indietro di 150 anni - ha detto il presidente - la salute delle donne è a rischio: ragazze saranno costrette a partorire il figlio del loro stupratore". Biden ha poi lanciato un appello al parlamento americano per ripristinare il diritto all'aborto. Il segretario di Stato americano, Antony Blinken (oggi a Berlino per le riunioni sulla situazione dell'esportazione del grano dall'Ucraina e sulla crisi alimentare), è intervenuto sulla sentenza affermando che "Sotto questa amministrazione, il Dipartimento di Stato rimarrà pienamente impegnato ad aiutare a fornire l'accesso ai servizi di salute riproduttiva, ed a promuovere i diritti riproduttivi in tutto il mondo".
Ed un gruppo di 83 magistrati statunitensi - in 28 Stati - hanno annunciato pubblicamente che non perseguiranno "chi cerca o pratica l'aborto: siamo uniti nella nostra ferma convinzione che i magistrati abbiano la responsabilità di astenersi dall'utilizzare le risorse limitate del sistema legale penale, per criminalizzare decisioni personali."
IL DISCORSO DI BIDEN - "Oggi è un giorno triste per la Corte suprema e il Paese": lo ha detto Joe Biden. "La Corte suprema Usa ha portato via un diritto costituzionale", ha detto. Ribaltare la sentenza è "un tragico errore", frutto di una "ideologia estrema" dominante nella Corte suprema Usa, ha sottolineato il presidente parlando dalla Casa Bianca e ammonendo che ora "sono a rischio la salute e la vite delle donne nel Paese". Biden ha lanciato un appello a Capitol Hill per ripristinare la sentenza sul diritto all'aborto come legge federale, dopo che la Corte suprema Usa l'ha abolita. "Ora la palla passa al Congresso", ha detto, promettendo che la sua amministrazione resterà vigile. Il presidente americano ha dato mandato al segretario alla salute di garantire l'accesso delle donne alla pillola abortiva ed altri farmaci per "l'assistenza riproduttiva" approvati dalla Food and Drug Administration. Lo annuncia la Casa Bianca in una nota dopo l'abolizione dell'aborto da parte della Corte Suprema Usa. "Le donne devono rimanere libere di viaggiare in sicurezza in un altro stato per cercare le cure di cui hanno bisogno" ha aggiunto secondo quanto riferito dalla Casa Bianca in una nota. "Se una donna vive in uno stato che vieta l'aborto, la decisione della Corte Suprema non le impedisce di viaggiare in uno stato che lo consente", sottolinea il presidente avvertendo che se qualche funzionario statale o locale cerca di interferire con questo diritto fondamentale troverà l'opposizione della sua amministrazione.
LE CONSEGUENZE - Il divieto di aborto è atteso entrare in vigore in 13 stati americani nei prossimi 30 giorni. Si tratta di stati repubblicani che hanno approvato leggi stringenti sull'aborto legandole all'attesa decisione della Corte Suprema sulle Roe v. Wade. I 13 stati possono vietare l'aborto in 30 giorni eccetto nei casi in cui la vita della madre è in pericolo. Il Missouri ha annunciato di essere il "primo" stato a vietare l'aborto, che ora è illegale anche in Texas con effetto immediato. Tre Stati liberal della costa pacifica - California, Oregon e Washington - hanno annunciato un impegno comune a difendere i diritti d'aborto. "L'accesso all'aborto è un fondamentale diritto umano e resta sicuro, accessibile e legale a New York", assicura il governatore dello Stato Kathy Hochul. Le fa eco il sindaco della Grande Mela, Eric Adams. "Qui siete le benvenute", assicura Adams.
Fuori dalla corte suprema degli Stati Uniti è scoppiata la protesta, mentre un gruppo di manifestanti anti-abortisti ha iniziato ad abbracciarsi ed esultare mentre a diverse ore dalla decisione centinaia di persone sono scese in piazza a New York - due marce a Union Square e Washington Square - Boston, Miami Los Angeles ed anche in Texas. Alcune decine di manifestanti si sono radunati davanti all'abitazione del giudice Clarence Thomas -uno dei 6 giudici conservatori che hanno votato per la cancellazione del provvedimento - a Fairfax, in Virginia.
Sette stati Usa hanno bandito l'aborto subito dopo la decisione della Corte, altri sette lo faranno nei prossimi 30 giorni: si tratta di Stati a guida repubblicana che avevano già varato restrizioni durissime ma sono in tutto 26 quelli in cui l'aborto potrebbe essere bandito per sempre. E molte grandi aziende americane, si sono dette pronte a coprire le spese di viaggio necessarie ai loro dipendenti per andare ad abortire, se il diritto è loro negato nello Stato di residenza. Tra le prime ad esprimersi Disney, Apple, Alphabet, JPMorgan Chase, Meta e Bank of America.
I GIUDICI CONTRO - "Tristemente", molte donne "hanno perso una tutela costituzionale fondamentale. Noi dissentiamo", affermano i giudici liberal Sonia Sotomayor, Elena Kagan e Stephen Breyer. I tre giudici hanno votato contro la decisione di capovolgere la storica sentenza.
LE PROTESTE IN PIAZZA - Fuori dalla Corte Suprema degli Stati Uniti è scoppiata la protesta, pochi minuti dopo che i massimi giudici hanno abolito il diritto all'aborto. I manifestanti stanno aumentando ogni minuto che passa, c'è anche un contigente di anti-abortisti che si sono abbracciati e hanno esultato alla notizia che la Corte Suprema ha rovesciato la storica sentenza 'Roe v. Wade'.
LE REAZIONI POLITICHE NEGLI USA - Una decisione "crudele" e "scandalosa", afferma la speaker della Camera negli Usa, la democratica Nancy Pelosi. Alle elezioni di novembre, aggiunge, ci sono in gioco i diritti delle donne. L'aborto è "stato un diritto per 50 anni": la decisione della Corte Suprema è un "insulto" per le donne, aggiunge Pelosi, assicurando che i democratici continueranno a battersi per le donne e per i diritti. "La vita ha vinto", dice l'ex presidente americano Mike Pence. Barack Obama critica la Corte Suprema, accusandola di aver "attaccato le libertà fondamentali di milioni di americani". Una decisione "coraggiosa" e "corretta. È una storica vittoria per la costituzione e la società", sostiene il leader dei repubblicani in Senato, Mitch McConnell. "Plaudo a questa storica sentenza che salva vite umane", twitta il leader dei repubblicani alla Camera, Kevin McCarthy. "E' la volonta' di Dio", afferma Donald Trump. "La teoria legale rivendicata dalla Corte Suprema per ribaltare la Roe v Wade mette a rischio anche altri diritti". Lo afferma il vicepresidente Kamala Harris, assicurando che la decisione dei saggi sull'aborto "non chiude la partita. Gli elettori hanno l'ultima parola".
NEL MONDO - Abolire il diritto ad abortire è "un colpo terribile ai diritti umani delle donne". Lo afferma l'Onu dopo la decisione della Corte Suprema Usa. Boris Johnson ha condannato la decisione come "un grande passo indietro". Interpellato al riguardo a margine del vertice dei leader del Commonwealth in Ruanda, il premier conservatore britannico è stato netto: "Io ho sempre creduto nel diritto di scelta delle donne", ha tagliato corto. Reazioni di denuncia della svolta del grande alleato americano sono venute nel Regno Unito anche da organizzazioni per i diritti civili e da esponenti di tutti i maggiori partiti. Mentre alcune decine di persone si sono raccolte di fronte all'ambasciata di Washington a Londra per una protesta.
"L'aborto è un diritto fondamentale per tutte le donne. Bisogna proteggerlo. Esprimo la mia solidarietà alle donne le cui libertà sono oggi rimesse in discussione dalla Corte suprema degli Stati Uniti". Lo scrive su Twitter in francese e inglese il presidente francese Emmanuel Macron