L'essenza della vicenda di Taiwan "non è una questione democratica, ma una questione di principio importante sulla sovranità e l'integrità territoriale della Cina". È la risposta della portavoce del ministero degli esteri Hua Chunying alle critiche di Usa e paesi occidentali sulla reazione eccessiva di Pechino che ha varato un ciclo di massicce manovre militari intorno all'isola in risposta alla visita a Taipei della speaker della Camera americana Nancy Pelosi.
L'attuale situazione "è stata interamente causata da Pelosi e dai politici americani", ha aggiunto Hua nel briefing quotidiano.
La parte americana "dovrebbe pensare in modo diverso. Se un certo stato negli Stati Uniti cerca di separarsi dagli Stati Uniti e di affermarsi come paese, mentre un altro paese continua a fornirgli armi e sostegno politico, il governo e il popolo degli Stati Uniti possono permetterlo?", ha aggiunto Hua, omettendo che Taiwan non è mai stata nel controllo della Repubblica Popolare cinese. La visita di Pelosi a Taiwan è stata "una seria mossa provocatoria" che viola gravemente il principio della Cina unica, calpestando "le norme fondamentali delle relazioni internazionali e danneggiando pesantemente la sovranità e l'integrità territoriale della Cina". Pechino, ha concluso Hua, "ha compiuto sforzi diplomatici nella massima misura possibile e ha ripetutamente avvertito gli Usa attraverso vari canali che se Pelosi fosse andata a Taiwan avrebbe causato danni molto gravi e che tutte le conseguenze sarebbero poi ricadute unicamente sulla parte statunitense".
I media di stato cinesi hanno detto che le esercitazioni dureranno 72 ore, fino a mezzogiorno (ora locale) di domenica 7 agosto. Alcuni giornalisti taiwanesi, citando fonti governative, hanno però detto che le esercitazioni potrebbero essere estese a una settima area e che dureranno fino a lunedì.