Niger. Centinaia di occidentali lasciano il paese. Parigi chiede rassicurazioni sulla sicurezza dei diplomatici.

di redazione 03/08/2023 NON SOLO OCCIDENTE
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Decine di francesi, italiani e tedeschi rientrano in patria. Mali e Burkina Faso: un'azione militare sarebbe dichiarazione di guerra. Missione dell'Ecowas per trattare, i golpisti respingono le sanzioni. Tajani: No a un intervento armato
Niger, francesi e altri cittadini internazionali in attesa di salire su un aereo militare francese per il rimpatrio

Il rimpatrio dei cittadini europei dal Niger, dopo il golpe di mercoledì scorso contro il presidente Mohamed Bazoum. Il Niger è controllato da una giunta guidata dal generale Abdourahamane Tchiani, comandante della Guardia presidenziale che ha riaperto gli spazi aerei per consentire le evacuazioni. Francesi, italiani, tedeschi cooperano per il rientro degli europei dal paese nel caos.

"Questa cooperazione semplice e pragmatica in tempi di crisi mostra ciò che l'Europa può ottenere in politica estera e di sicurezza quando lavoriamo insieme", ha detto la ministra degli esteri tedesca Annalena Baerbock.

L'Ecowas (Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale) sta decidendo sul da farsi, ma ha già minacciato un'azione militare in caso di mancato rispetto dell'ultimatum che punta a ripristinare l'ordine costituzionale. "La situazione può cambiare da un momento all'altro, la nostra priorità è tutelare gli italiani",  ma "va esclusa qualsiasi iniziativa militare occidentale perché sarebbe percepita come una nuova colonizzazione", ha detto il ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani.

 
 

Evacuato il primo gruppo di cittadini britannici

Il primo gruppo di cittadini britannici ha lasciato il Niger su un volo francese per Parigi. Lo ha comunicato il Foreign Office senza indicare quanti connazionali sono stati evacuati ma precisando che un "numero molto piccolo" di sudditi di Sua Maestà rimane nel Paese africano.   Secondo la Bbc, erano meno di cento i britannici in Niger quando è avvenuto il colpo di stato militare che ha deposto il presidente eletto Mohamed Bazoum. Londra aveva consigliato ai connazionali di segnalare dove si trovavano e rimanere in casa.

 
 

Gb riduce personale dell'Ambasciata

Londra ridurra' "temporaneamente" il personale della sua Ambasciata a Niamey per "motivi di sicurezza". Lo rendo noto un comunicato del governo britannico. 

 
 

Blinken: gli Usa impegnati a ripristinare il governo democraticamente eletto del Niger

Il segretario di Stato americano Antony Blinken fa sapere di avere parlato con il presidente deposto del Niger, , e di avergli assicurato che gli Stati Uniti restano impegnati al ripristino del governo democraticamente eletto del Paese.

 

 
 

Il generale golpista: "Non cederemo a sanzioni o minacce"

"Il Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria respinge in blocco le sanzioni e si rifiuta di cedere a qualsiasi minaccia da qualunque parte provenga". 
Lo ha detto il generale Abdourahamane Tiani, capo della giunta militare che ha preso il potere a Niamey, in un discorso televisivo. "Rifiutiamo qualsiasi interferenza negli affari interni del Niger", ha aggiunto, alla vigilia della commemorazione dell'indipendenza del Paese, ex colonia francese. Secondo Tiani, i francesi "non hanno motivi oggettivi per lasciare il Niger", i cittadini francesi "non sono mai stati oggetto della minima minaccia". 

 
 

Gli Stati Uniti evacuano il personale non essenziale dalla propria ambasciata in Niger

Gli Stati Uniti hanno ordinato l'evacuazione dalla propria ambasciata in Niger di tutto il personale non essenziale.

"Il 2 agosto 2023, il Dipartimento di Stato ha ordinato la partenza dall'Ambasciata di Niamey dei dipendenti governativi statunitensi non essenziali e dei loro familiari", si legge in un nota ufficiale emessa a Washington.

 
 

Golpisti: "Francesi non hanno motivo di lasciare il Niger"

Il generale Abdourahamane Tiani, capo della giunta militare che ha preso il potere a Niamey, ha affermato che i francesi "non hanno alcun motivo oggettivo per lasciare il Niger", in un momento in cui diverse centinaia di loro vengono evacuati. I cittadini francesi "non sono mai stati oggetto della minima minaccia" e non hanno "alcun motivo oggettivo per lasciare il Niger", ha detto il generale Tiani in un discorso in tv alla vigilia della festa dell'indipendenza del Paese, ex colonia francese. Tiani ha inoltre respinto "categoricamente" le sanzioni dell'Ecowas, affermando che non si "piegherà alle minacce".

 

Atterrato a Niamey un quinto aereo francese per le evacuazioni

Un quinto aereo del governo francese è atterrato questa sera all'aeroporto civile di Niamey per evacuare cittadini francesi ed europei. Lo ha riferito lo stato maggiore dell'esercito all'Afp. "Dovrebbe essere l'ultimo volo per evacuare le persone che desiderano lasciare il paese, ha aggiunto la stessa fonte. La Francia ha deciso ieri di evacuare i suoi cittadini dal Niger, giustificando questa decisione con il tentato attacco contro la sua ambasciata avvenuto domenica scorsa e la chiusura delle frontiere che ha impedito ai suoi concittadini di viaggiare in aereo. Nel frattempo, le frontiere terrestri e aeree del Niger con cinque paesi vicini sono state riaperte. Lo staff ha anche precisato che il quarto aereo era partito da Niamey e dovrebbe atterrare a Parigi-Roissy intorno all'una di notte ora locale". Il quarto volo porta a 992 il numero degli sfollati, di cui 560 francesi, "insieme a molti cittadini stranieri", ha affermato il ministero degli Esteri in un post sui social.

 

Banca Mondiale sospende trasferimenti al Niger: siamo preoccupati

La Banca mondiale ha sospeso i trasferimenti "per tutte le sue operazioni e fino a nuovo avviso" al Niger. Lo ha annunciato l'istituto di Washington in una nota, una settimana dopo il colpo di Stato militare che ha rovesciato presidente Mohamed Bazoum. "Siamo allarmati dagli sforzi per rovesciare il governo democraticamente eletto del Niger. Di conseguenza, la Banca mondiale ha sospeso gli esborsi per tutte le sue operazioni e fino a nuovo avviso", ha affermato l'istituzione in una nota, aggiungendo "di monitorare attentamente la situazione " sul posto.

La Banca Mondiale ha trasferito 1,5 miliardi di dollari nel Paese nel 2022 attraverso i suoi vari programmi di aiuto e finora aveva erogato 730 milioni di dollari dall'inizio di quest'anno, secondo i dati pubblicati sul sito web dell'istituto. Anche il Fondo monetario internazionale (FMI) ha diversi programmi di aiuto e non ha ancora sospeso i trasferimenti. L'ultimo programma di aiuti da 131,5 milioni di dollari del FMI per il Niger, firmato il 5 luglio, dovrebbe essere verificato non prima della fine dell'anno.

 

Moody's taglia rating di 2 gradini a Caa2

Moody's ha annunciato di aver tagliato di due livelli il rating assegnato al Niger, da B3 a Caa2 (indicato come estremamente speculativo e solo un gradino al di sopra di "insolvenza imminente") dopo il golpe militare nel paese. Con un comunicato l'agenzia spiega che sono possibili ulteriori declassamenti e che la decisione segue le sanzioni finanziarie ed economiche decise da diversi organismi di cooperazione economica africana a seguito del golpe.

 

Dipartimento di Stato non conferma piani evacuazione ambasciata Usa in Niger

Il Dipartimento di Stato non può confermare alcun piano di evacuazione dell'ambasciata degli Stati Uniti in Niger e la sede diplomatica resta aperta. Lo ha dichiarato il portavoce Matthew Miller. "Non posso [confermare le indiscrezioni]. Ho visto le notizie. Non sono nella posizione di fare annunci a questo punto. Dirò che l'ambasciata statunitense...è aperta. Intendiamo che resti aperta", ha detto Miller durante un briefing con la stampa.

 

Crosetto: incolumità connazionali è missione della Difesa

"Voglio tranquillizzare i capigruppo del Movimento 5 stelle delle commissioni Difesa del Senato e della Camera, il Senatore Raffaele Rosa e l'Onorevole Marco Pellegrini, che si chiedono preoccupati, creando ansia nell'opinione pubblica e, purtroppo, nelle famiglie dei nostri militari attualmente presenti in Niger, se esista un piano per il rientro del personale militare dal Niger qualora la situazione dovesse precipitare". Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in una nota.  

"Colgo l'occasione offerta dal loro comunicato a mezzo stampa- spiega Crosetto- sia per rassicurarli sia per ricordare che l'incolumità dei nostri connazionali all'estero e la loro evacuazione da Paesi in situazioni di crisi di ogni qualsivoglia natura, fa parte delle attività principali del Ministero e del Ministro alla Difesa. Il personale del Dicastero, degli Stati Maggiori e del COVI sono costantemente impegnati in una delicata pianificazione per fornire, ovunque ce ne fosse bisogno, il supporto tempestivo, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, ai nostri connazionali e ai nostri militari. Infatti, sono stati predisposti tutti i piani necessari per garantire la loro incolumità. Infine, mi permetto di ricordare, ai Capigruppo del Movimento 5 Stelle, che le risorse assegnate in bilancio alla Difesa, da loro spesso criticate, servono anche a questo, e cioè a garantire la sicurezza e il recupero del personale civile e, in seconda battuta, dei nostri militari da Paesi che non garantiscono più i requisiti minimi di sicurezza per tutti i nostri connazionali. I nostri militari, del resto, sono fatti così: prima mettono in sicurezza i civili, poi pensano a loro stessi".

 
 

Politi: "difficile" un'azione militare della Francia

Un intervento militare francese sarebbe difficile mentre, a maggior ragione, uno dell'Alleanza Atlantica nel Niger, vittima di un golpe militare, "allo stato attuale" sarebbe "impensabile". Con le cautele del caso, è la conclusione cui perviene Alessandro Politi, analista politico e strategico nonché direttore del Nato Defence College Foundation, l'unico centro di ricerca non governativo riconosciuto dalla Nato.

Interpellato da AGI sui possibili sviluppi di una crisi che sta preoccupando sempre di più l'Occidente e soprattutto la Francia, ex potenza coloniale che ha controllato il Paese fin dal 1960, Politi ha evidenziato "le difficoltà tattiche e logistiche non marginali" di un ipotetico intervento militare nel cuore del Sahel. Difficoltà che né L'Ue né la Francia riuscirebbero facilmente ad aggirare senza il supporto cruciale degli Usa. La Difesa europea - ha rammentato l'analista - è un "dossier rimasto aperto": i paesi membri ne discutono da oltre venti anni ma, dal lato pratico, "l'Ue ha una capacità militare molto ridotta". E anche se l'avesse, ha proseguito, "è evidente che un impegno in Sahel sarebbe osteggiato" perché considerato un "fattore di distrazione" dal fronte, ben più minaccioso, del conflitto russo-ucraino.

La cautela europea è anche dettata dal fatto che Bruxelles ha sempre saputo che il Sahel era parte della cosiddetta "Afrique Francaise" (in gergo Francafrique), realtà che limita l'influenza altrui. Inoltre, molti esperti si starebbero interrogando sullo scarso potere di deterrenza e sulla fragilità di cui Parigi avrebbe dato prova in questo frangente. Il contingente francese conta infatti 1500 soldati in Niger e almeno un altro migliaio nel vicino Ciad e da più parti ci si chiede come mai questa presenza non sia stata in grado di fermare sul nascere o addirittura evitare l'avvento di un regime militare nell'unico paese della regione rimasto democratico. Molti attenti osservatori ed esperti di questioni militari, alla domanda dove fossero i militari francesi e perché siano rimasti fermi nonostante le numerose avvisaglie di instabilità politica ipotizzano infatti che abbiano ricevuto l'ordine di non intervenire da Parigi. Un'ipotesi che troverebbe peraltro conferma nell'analisi di Le Monde, secondo cui la Francia, dopo essersi 'impantanata' in Mali starebbe riorientando la propria strategia in Africa sul nuovo schema dell'"agire a sostegno e non al posto di".    

La posizione geografica del Niger - uno dei Paesi più caldi del mondo, in una regione semidesertica e senza sbocchi sul mare - inoltre, "metterebbe a dura prova la capacità di alimentazione logistica e la capacità strategica aerea francese", senza il supporto cruciale dell'aeronautica statunitense.

Alla domanda se la Nato, in prospettiva, potrebbe avere un ruolo in Sahel e in Niger in particolare, Politi ha attirato l'attenzione sul fatto che "storicamente l'Alleanza, salvo alcune importanti eccezioni, non si è mai occupata di questioni extra europee e, soprattutto, non si è mai occupata dell'Afrique Francaise". "Nessun Paese del Continente peraltro fa parte della Nato, ha precisato, e infatti l'Alleanza ha solo un ufficiale di collegamento presso l'Unione Africana presso Addis Abeba".     

Oltre all'intervento in Afghanistan e a quello più limitato in Iraq, una delle operazioni militari internazionali più controverse fu proprio quella effettuata dalla Nato nel 2011, nella Libia allora in mano a Gheddafi, inaugurata dalla Francia con un attacco aereo contro le forze terrestri del colonnello attorno a Bengasi. Oggi, al contrario, a colpire è piuttosto il silenzio dell'Alleanza che, dal 26 luglio (quando l'apparato militare del generale Tchiani ha spodestato il presidente democraticamente eletto Bazoum), non ha fatto commenti. "Così come ha fatto dal 2020 ad oggi", rammenta Politi, da quando cioè la regione del Sahel è stata teatro di ben cinque colpi di stato: due in Mali, due in Burkina Faso, e uno in Ciad.     

"Forse proprio il colpo di stato in Niger - osserva Politi - potrebbe ricordare agli Alleati che la Nato è chiamata ad attuare quell'approccio alla sicurezza e alla difesa 'a 360 gradi' che professa dal 2010". Un concetto strategico multidimensionale - con implicazioni non solo (o non tanto) militari ma anche economiche, politiche e sociali - che e' stato affermato a Madrid e, piu' recentemente a Vilnius.Ma le parole non sono ancora seguite dai fatti.

 
 

Media: il numero due dei golpisti ricevuto in Mali da Goita

Il presidente di transizione del Mali, Assimi Goita, ha ricevuto oggi a Bamako la delegazione del Niger guidata dal generale Salifou Mody, numero due della giunta che ha preso il potere a Niamey il 26 luglio scorso. Lo ha riferito un giornalista dell'emittente maliana Radio Kledu, aggiungendo che dopo la tappa a Bamako la delegazione sarebbe diretta a Ouagadougou, in Burkina Faso. Un giornalista di France24, Wassim Nasr, ha riferito di aver appreso da due fonti maliane che Mody sarebbe volato a Bamako "per chiedere un rapido dispiegamento di Wagner a Niamey". I governi di Mali e Burkina Faso hanno diffuso due giorni fa un comunicato congiunto in cui hanno preso le distanze dalla posizione assunta dall'organizzazione regionale dell'Africa occidentale Ecowas sulla crisi in Niger, sottolineando che "qualsiasi intervento militare contro il Niger sarebbe considerato una dichiarazione di guerra contro Mali e Burkina Faso".

 
 

Terzo aereo con evacuati atterra a Parigi

Un terzo aereo con a bordo cittadini francesi evacuati dal Niger è atterrato all'aeroporto di Parigi Roissy-Charles-de-Gaulle. Lo riporta l'emittente Bftmv. A bordo ci sono anche cittadini europei. Il governo francese ha già noleggiato un quarto velivolo per continuare l'evacuazione di cittadini francesi e non solo dal Niger. L'aereo è in attesa del via libera per decollare in direzione Niamey. Nei primi due voli Parigi aveva già rimpatriato oltre 350 cittadini francesi

 
 

Francia: con l'Italia in Niger eccellente collaborazione

"Non c'erano francesi a bordo del volo italiano (proveniente dal Niger) ma c'è ovviamente un principio di reciproca solidarietà tra Stati membri dell'Unione europea. A questo proposito abbiamo con gli italiani una collaborazione eccellente. La ministra degli Esteri, Catherine Colonna, ha parlato più volte con il suo omologo, Antonio Tajani": la portavoce del ministero degli Esteri francese, Anne-Claire Legendre, nel corso di un punto stampa a Parigi, ha risposto così a chi chiedeva se a bordo del volo speciale italiano partito da Niamey avessero trovato posto anche cittadini francesi nel quadro di una forma di reciprocità tra Roma e Parigi. La portavoce ha ribadito che "la nostra priorità va alla sicurezza dei nostri connazionali sul posto". Per questo, "abbiamo deciso, come indicato dalla ministra Colonna, di lanciare un'operazione per consentire ai francesi e agli europei che lo vogliono di lasciare il Paese con i mezzi aerei che mettiamo a loro disposizione. Attualmente - ha confermato - sono oltre 350 le persone evacuate a bordo dei due primi voli".

 
 

In arrivo a Parigi terzo volo con cittadini francesi ed europei

Sta per atterrare all'aeroporto di Parigi Charles de Gaulle il terzo volo con a bordo cittadini francesi ed europei che hanno lasciato il Niger. Lo riferiscono i media francesi, secondo cui un quarto volo sta per decollare da Niamey. Sono circa 600 i cittadini francese che Parigi sta cercando di evacuare dal Paese africano.

 
 

Mosca: appello al dialogo in Niger

La Russia lancia un appello al "dialogo" in Niger dopo il colpo di stato militare che ha deposto il presidente eletto Mohamed Bazoum. Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova citata dalla Tass. "Riteniamo che sia estremamente importante evitare un ulteriore deterioramento della situazione nel Paese. Chiediamo un dialogo nazionale per ripristinare la pace civile, la legge e l'ordine" e "riteniamo che la minaccia di usare la forza in un Paese sovrano non contribuirà alla de-escalation e alla risoluzione della situazione nel paese", ha sottolineato Zakharova.

“Nella ricerca di una soluzione al conflitto in Niger, continuiamo a essere guidati dal principio ”soluzione africana ai problemi africani". Ci aspettiamo che l'Unione africana e altre organizzazioni subregionali compiano un vigoroso sforzo di mantenimento della pace per aiutare la popolazione del Niger a uscire fuori da questa crisi", ha aggiunto Zakharova.

 
 

Burkina Faso e Mali disertano riunione Ecowas su crisi

Diversi Paesi che fanno parte della Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (Ecowas), tra i quali Burkina Faso e Mali, non hanno partecipato alla riunione dei vertici della Difesa per discutere della crisi in corso in Niger. A  sottolineare le divisioni interne all'organizzazione regionale, anche i rappresentanti di Guinea e Guinea Bissau hanno disertato la riunione che si è svolta ad Abuja, capitale della Nigeria, ed è stata presieduta capo dello stato maggiore nigeriano, Christopher Musa.

La riunione dei capi di stato maggiore della Difesa dei Paesi Ecowas continuerà fino a venerdì per lavorare ad una soluzione in Niger, anche alla luce dell'ultimatum per un possibile intervento militare se i golpisti non reintegrano il presidente eletto Mohamed Bazoum entro una settimana da domenica scorsa.

 
 

Secondo Politico, gli Stati Uniti stanno preparando il rimpatrio anche del personale dell'Ambasciata americana a Niamey

Secondo Politico, gli Stati Uniti stanno preparando il rimpatrio anche del personale dell'Ambasciata americana a Niamey

 
 

Macron in vacanza, Le Monde: "Invisibile, completamente assorbito dal colpo di Stato in Niger"

La coppia presidenzialenel Sud della Francia, sulle rive del Mediterraneo, in cerca di tranquillità dopo mesi turbolenti e prima di un autunno che si preannuncia come particolarmente complesso. "Dal forte di Bregancon Macron preparerà un autunno senza grande slancio", scrive il quotidiano Le Monde, mentre per altri media francesi, il luogo è "la residenza mal amata dei presidenti francesi". 

Controversa  risposta alle rivolte urbane dopo l'uccisione del 17enne  pianificazione ecologica, immigrazione e legge finanziaria sono le grandi questioni da affrontare a settembre, mentre il governo della premier riconfermata, Elisabeth Borne, non gode ancora di una maggioranza stabile.Se la first lady è già stata fotografata e inseguita dai paparazzi dal suo arrivo alla residenza estiva dell'Eliseo, il presidente è invece valuta il quotidiano. 

Macron partecipa a riunioni di crisi a distanza,, oltre a seguire da vicino il rimpatrio dei cittadini francesi, da concludere prima di domenica, quando scadrà l'ultimatum ai golpisti da parte della Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (Cedeao/Ecowas) per il "ripristino dell'ordine costituzionale". Il presidente francese è alle prese con diverse crisi che si sono susseguite dalla sua prima elezione nel 2017, ma ora dovrebbe poter godere di qualche giorno di riposo prima del consiglio dei ministri dell'autunno, stabilito per il 23 agosto.

Le Monde fa riferimento a una "introspezione prima di proiettarsi sui prossimi fascicoli di un secondo quinquennio senza slancio".Secondo diversi analisti politici, il presidente ha optato per una linea prudente e silenziosa, soprattutto dopo le violenze urbane, dopo la sua promessa dello scorso 24 luglio di un messaggio "più esaustivo" alla fine dell'estate, con l'obiettivo di "restaurare l'ordine".

 

La Nigeria taglia l'energia elettrica al Niger

La Nigeria ha interrotto la fornitura di elettricità al Niger  decise dai paesi vicini dell'Africa occidentale dopo il Colpo di Stato militare che ha deposto il presidente eletto Mohamed Bazoum. Lo si è appreso da una fonte vicina alla direzione della compagnia nigeriana dell'elettricità. "La Nigeria ha disconnesso da ieri (martedì) la linea ad alta tensione che porta l'elettricità in Niger", ha detto la fonte. Il paese dipende per il 70% delle sue forniture energetiche dalla Nigeria.  

 
 

I vertici di Ecowas ad Abuja "per negoziare" con i golpisti. Non partecipano: Niger, Burkina Faso, Guinea, Mali e Guinea Bissau

Una delegazione della Comunità Economica degli Stati dell'Africa occidentale (Ecowas-Cedeao) è in Niger "per negoziare" con i golpisti. Lo rende noto la stessa organizzazione che domenica scorsa aveva dato alla giunta militare un ultimatum di 7 giorni per ripristinare l'ordine costituzionale, senza escludere l'uso della forza in caso contrario. 

È quanto ha affermato il commissario dell'Ecowas per gli Affari politici e la sicurezza, Abdulfatar Musa, come riporta l'emittente Bfmtv. "Il presidente della Commissione Ecowas avrebbe voluto essere qui, ma mentre parliamo si trova in Niger come parte di una delegazione di alto livello guidata dall'ex capo di Stato della Nigeria, generale Abdulsalami Abubakar, con l'obiettivo di negoziare", ha detto Musa. 

Non partecipano a vertice ad Abuja Niger, Burkina Faso, Guinea, Mali e Guinea Bissau ad Abuja. Lo riporta il quotidiano nigeriano Guardian, sottolineando come tale assenza stia "a indicare la loro opposizione alla presa di posizione dell'Ecowas sul Niger". Il vertice di oggi è chiamato a definire "una risoluzione riguardo all'ultimatum di 7 giorni" concesso domenica scorsa dai leader Ecowas ai golpisti del Niger per reintegrare il presidente detenuto Mohamed Bazoum, minacciando il ricorso a "tutte le misure", comprese quelle militari, per ristabilire l'ordine costituzionale nel paese. 



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