Le Nazioni Unite definiscono le inondazioni in Libia una ''calamità di proporzioni epiche''. I morti a Derna potrebbero essere anche 20.000, la stima è stata fatta al Guardian dal direttore del Centro medico Al-Bayda, Abdul Rahim Mazi. E "almeno 30.000 persone sono state sfollate" ha reso noto oggi l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) in un rapporto sulla situazione nella Libia orientale dopo il passaggio della tempesta Daniel.
"Il bilancio delle vittime è enorme", ha affermato Tamer Ramadan, inviato per la Libia della Federazione internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, "finora il numero delle persone scomparse ha raggiunto le 10.000 unità".
"La situazione a Derna è catastrofica... I corpi giacciono ancora in molti luoghi", ha raccontato invece Othman Abdel Jalil, ministro della Sanità del governo sostenuto dal Parlamento di Tobruk, che ha visitato la città dell'est. "Ci sono famiglie ancora bloccate nelle loro case e vittime sotto le macerie", ha detto Jalil all'emittente Almasar Tv, spiegando: "La situazione a Derna sta diventando sempre più tragica - ha aggiunto - e non esistono statistiche definitive sul numero delle vittime".
“il 25% della città è scomparso”, ha dichiarato inoltre il ministro della Sanità.
Anche Hichem Chkiouat, ministro dell'Aviazione civile, è andato in quel che resta della città di 50mila abitanti per rendersi conto di persona della situazione: "I corpi giacciono ovunque: nel mare, nelle valli, sotto gli edifici". Nel cimitero ci sono più di 700 corpi accatastati in attesa di essere identificati. L'acqua, hanno raccontato i testimoni, "è salita fino a toccare i tre metri", distruggendo case, trascinando auto e persone, rendono inagibili le strade trasformate in torrenti torbidi di fanghiglia rossastra. E proprio lo stato delle vie di comunicazioni rende difficili le operazioni di soccorso che sono state dirottate in alcuni casi via mare: da Tripoli è partita una nave carica di materiali sanitari. Intanto si è messa in moto la macchina internazionale degli aiuti insieme alle testimonianze di vicinanza e solidarietà alla popolazione già provata da oltre un decennio di guerra civile.
Al Papa, "profondamente rattristato", si sono uniti "i sentimenti di sincera partecipazione al dolore dell'amico popolo libico" del presidente Sergio Mattarella.
"Solidarietà e vicinanza" anche dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni che ha sentito sia il primo ministro di Tripoli, Abdul Dabaiba, sia il generale Khalifa Haftar, per assicurare il sostegno nei soccorsi.
Dall'Italia 2 C130J dell'Aeronautica Militare e la nave San Giorgio
Dall'Italia è atterrata in Libia la squadra annunciata dal ministro degli Esteri Antonio Tajani "composta - ha comunicato il ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci - dal personale del nostro Dipartimento della Protezione civile, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, del Comando operativo di Vertice interforze e del ministero degli Affari esteri" e "opererà, d'intesa con le autorità locali, nei territori devastati dall'uragano Daniel". Sono partiti nel primo pomeriggio dall'aeroporto militare di Pisa, 2 C130J dell'Aeronautica Militare per tre viaggi che ospiteranno il trasporto di personale dei Vigili del fuoco e, in particolare, esperti di rischio acquatico con relative attrezzature di supporto e materiale logistico di prima necessità. In particolare c'è un modulo MO.CRAB - Modulo di Contrasto al Rischio Aquatico di Base dei Vigili del Fuoco e personale del Dipartimento. Mentre nel secondo C-130 c'è un modulo TAST - Technical Assistance And Support Teams dei Vigili del Fuoco, un gruppo dei Vigili del Fuoco formato per le emergenze all'estero e specializzato nel supporto logistico, e ulteriore personale e materiali decollerà nel pomeriggio, mentre un terzo volo è previsto per domani mattina.
Compreso il team avanzato partito ieri saranno in totale 36 le unità di personale impiegate sul territorio colpito tra Vigili del Fuoco, Comando Operativo di Vertice Interforze e Dipartimento della Protezione civile, oltre al personale diplomatico.
È partita anche, nel frattempo, la nave San Giorgio della Marina Militare che raggiungerà l'area di Derna nelle prossime 24 ore per assicurare le funzioni logistiche, di Comando e Controllo, oltre che di supporto sanitario, al previsto dispositivo nazionale di schieramento a sostegno delle popolazioni delle aree alluvionate. Inoltre, è in corso di valutazione, qualora le condizioni sul terreno dovessero richiederlo, anche l'impiego di Nave "San Marco" della Marina Militare.
"La Difesa e le Forze Armate daranno il loro massimo sostegno per aiutare il popolo libico, colpito da un devastante alluvione", ha affermato il ministro della Difesa Guido Crosetto, che già ieri aveva disposto allo Stato Maggiore della Difesa e al Covi (Comando Operativo di Vertice Interforze) di fornire immediatamente tutto l'aiuto possibile delle Forze armate italiane alla Libia e al suo popolo. La San Marco potrebbe trasportare il restante personale della Protezione civile, della Croce rossa italiana e di tutto il materiale necessario di sostegno della Difesa. Tra questi ci sono anche due elicotteri per le eventuali attività di ricerca e recupero.
La Croce Rossa Italiana ha già fatto partire una idrovora, un'altra è in partenza e sono già a disposizione, pronti per l'invio, strutture sanitarie, potabilizzatori, gruppi elettrogeni e altro materiale d'emergenza. Oltre a 1.500 sacchi per salme.
Il presidente americano Joe Biden ha annunciato che gli Usa "stanno inviando fondi di emergenza alle organizzazioni umanitarie e si stanno coordinando con le autorità libiche e le Nazioni Unite per fornire ulteriore supporto".
Pronta a "fornire la necessaria assistenza" anche la Russia di Vladimir Putin.
L'Unione europea, attraverso il presidente del Consiglio Ue Charles Michel, si è detta "pronta ad aiutare le persone colpite da questa calamità" e ha parlato di "immagini strazianti".
L'Onu, ha annunciato il rappresentante per gli Affari umanitari Martin Griffiths, sta mobilitando le squadre di emergenza.
Tre aerei carichi di aiuti e personale inviati dalla Turchia sono già nel Paese africano e l'Algeria ha predisposto un ponte aereo di otto velivoli militari per consegnare beni di prima necessità.
La Francia, da parte sua, ha deciso l'invio di un ospedale da campo della protezione civile.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), si stima che fino a 1,8 milioni di persone siano state colpite dalle piogge torrenziali che hanno colpito diverse città del Paese.
La portavoce dell'Oms, Margaret Harris ha detto che ''a memoria d'uomo non si è mai verificata una tempesta come questa nella regione, quindi è un grande shock''. I soccorritori e i residenti continuano a scavare tra le macerie alla ricerca di sopravvissuti e morti. Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha inviato le sue condoglianze alle autorità libiche e alle famiglie delle vittime, aggiungendo che le Nazioni Unite stanno lavorando con le autorità per valutare i bisogni e sostenere gli sforzi di soccorso.
I primi aiuti portano qualche briciolo di speranza ai sopravvissuti. Ma un'altra catastrofe è dietro l'angolo: l'epidemia di colera, corollario inevitabile di acque inquinate e corpi in decomposizione.