Migranti. Meloni e Von der Leyen in visita a Lampedusa "La questione dei migranti è una questione europea e insieme va affrontata"
L'emergenza sbarchi e la gestione degli arrivi dei migranti è un "problema che riguarda tutta l'Europa" e non la sola Italia. Dunque, la risposta deve essere europea e, magari, vanno coinvolte anche le Nazioni Unite, come auspica il governo italiano.
Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen visitano l'isola di Lampedusa, provata dal costante numero di arrivi sulle sue coste: prima l'hotspot, quasi al collasso, poi il molo Favaloro, tristemente noto per essere il luogo in cui approdano le tante imbarcazioni fatiscenti e di fortuna con cui i migranti attraversano il Mediterraneo. E proprio sul molo la presidente del Consiglio e la presidente della Commissione Ue si soffermano più a lungo, di fronte ai numerosi barchini abbandonati, una distesa di 'carcassè che colpisce lo sguardo.
Una visita nell'isola che non è solo simbolica, ma vuol essere, sottolineano le due leader, la testimonianza concreta della consapevolezza che tutta l'Europa unita deve dare una risposta. Ed è proprio su questo punto che torna con insistenza Meloni, mettendo in guardia tutti gli Stati dell'Unione: è un problema di "una portata tale che se non lavoriamo tutti insieme i numeri del fenomeno migratorio travolgeranno tutti gli stati dell'Europa".
Circa tre ore a Lampedusa per toccare con mano quanto sta accadendo ormai da settimane: Meloni e Von der Leyen vengono accolte all'aeroporto dal presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, e dal Prefetto di Agrigento, Filippo Romano. Presenti anche il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi e il Commissario europeo agli Affari interni Ylva Johansson.
I cittadini fermano il corteo, Meloni li rassicura
Lungo il breve tragitto verso l'hotspot il corteo di auto blu viene bloccato da un gruppo di cittadini. Chiedono di poter parlare con la presidente del Consiglio o non libereranno la strada: Meloni non si sottrae al confronto, anzi scende dall'auto e rassicura i lampedusani, "ce la stiamo mettendo tutta", e rivendica: "Come sempre io ci metto la faccia".
Poi, riferendosi al fatto che la presidente della Commissione Ue è voluta venire personalmente sull'isola, accettando il suo invito-appello, Meloni scandisce: "Le istituzioni europee sono con voi". Quindi il corteo riprende la marcia verso l'hotspot: una visita di circa dieci minuti (a Meloni la Croce rossa regala una maglietta dell'organizzazione di volontariato), senza tuttavia incontrare i migranti presenti nella struttura. Poi la visita al molo, il cosiddetto 'cimitero dei barchini', dove le due leader si soffermano per lunghi minuti (in tre giorni sono sbarcati proprio da lì 8.500 migranti, l'equivalente della popolazione locale). Infine la conferenza stampa prima di risalire a bordo dell'aereo di Stato.
La presenza della presidente Ursula von der Leyen a Lampedusa "non la considero tanto un gesto di solidarietà ma di responsabilità dell'Europa verso se stessa perchè questi non sono solo confini italiani ma anche europei", esordisce Meloni, che mette subito in chiaro: "Servono soluzioni serie, complesse e durature e serve che lavoriamo tutti nella stessa direzione".
Quindi la premier ribadisce la linea di sempre: "Non risolveremo mai il problema parlando di redistribuzione. L'unico modo di affrontare seriamente il problema è fermare le partenze illegali. Questo è quello che ci chiedono i cittadini ma anche i rifugiati". Il sistema dei rimpatri deve essere gestito a livello europeo, sostiene, e non dai singoli Paesi. Insomma, scandisce ancora Meloni, qui "è in gioco il futuro dell'Europa". Ma la premier è ottimista, e spiega di confidare sul fatto che "al prossimo Consiglio europeo di ottobre arriveranno le soluzioni".
Quanto all'Italia, la premier conferma che nella riunione di domani del Cdm saranno assunte decisioni in merito all'estensione "al massimo consentito dalle regole europee del trattenimento ai fini del rimpatrio di chi arriva irregolarmente" nel nostro paese, ma differenziando la posizione degli adulti uomini da quella delle donne e dei minori under 14. Infine, Meloni chiede che venga "implementato rapidamente il memorandum con la Tunisia" e che l'Ue "valuti un sostegno al bilancio della Tunisia indipendentemente dal Fmi", ma anche che si riparta "dalla seconda e terza parte della missione Sophia, che non fu mai realizzata". Prima di lasciare l'isola, la premier tiene a ringraziare i lampedusani, "persone responsabili".
Von der Leyen non 'delude' le aspettative italiane e assicura: "La migrazione è una sfida europea e richiede una risposta europea". E ancora: "L'Italia può contare sull'Unione europea". Von der Leyen elenca quindi un piano in dieci punti, che prevede, tra le altre cose, un meccanismo di solidarietà per trasferire i migranti, l'aggiornamento della legislazione sulla tratta di esseri umani, il rafforzamento della collaborazione di Frontex oltre all'impegno a definire "nuovi corridoi umanitari legali e sicuri".
In partenza per New York per l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, assicura che "il governo metterà al centro delle discussioni la questione migratoria al fine di individuare soluzioni condivise ed efficaci".
Critiche invece le forze di opposizione: "La nuova linea Meloni è uno spot elettorale per le europee per scavalcare Salvini a destra. Tutto ciò che ascoltiamo in queste ore non accadrà", afferma il leader di Azione Carlo Calenda. Quanto accade a Lampedusa è "il fallimento totale delle politiche della destra", incalza la segretaria del Pd Elly Schlein. Il problema dell'immigrazione "viene gestito con lo stile dell'asilo Mariuccia: Salvini e Meloni si stanno facendo i dispettucci", sostiene il leader di Iv Matteo Renzi.