Gigi Riva è morto, era ricoverato nel reparto di Cardiologia per un infarto accusato ieri. Il campione del Cagliari e della Nazionale azzurra doveva subire un intervento al cuore all'ospedale Brotzu di Cagliari. Il malore risale alla giornata di domenica 21 gennaio. Riva, 79 anni lo scorso 7 novembre, era presidente onorario del Cagliari, che da sempre era ricordato come un personaggio riservato e schivo.
Per contenere la folla che vorrà rendergli l'ultimo omaggio, la camera ardente sarà allestita allo stadio di Cagliari, mentre i funerali si terranno domani pomeriggio nella Basilica di Bonaria. La decisione è stata presa da familiari, Comune e Prefettura durante una riunione questa mattina. Ancora da definire gli orari. Alla base della scelta la necessità di un luogo anche simbolico per accogliere le migliaia di persone che saranno a Cagliari per salutare Rombo di Tuono.
Sarà lutto cittadino a Cagliari nel giorno dei funerali di Gigi Riva. Le parole del sindaco Paolo Truzzu: "In questo momento sento un dolore profondo. Non riesco a trattenere le lacrime, faccio fatica a esprimere pensieri e parole. Gigi Riva è stato un esempio, un modo di essere, un punto di riferimento. Un uomo vero, unico e inimitabile. Alla famiglia va l'abbraccio infinito di Cagliari e della nostra Isola. Addio Rombo di tuono e grazie di cuore per tutto. Sarà indetto il lutto cittadino per stringerci tutti intorno alla nostra leggenda, ai figli Nicola e Mauro, alle nipoti e a tutta la sua famiglia".
Viveva in un appartamento nel centro di Cagliari e negli ultimi anni ha limitato anche le sue consuete passeggiate nelle vie del centro. E anche ieri, era a casa quando ha accusato il malore. Poi la corsa al Pronto soccorso di via Peretti con i medici che hanno disposto la degenza nel reparto di Cardiologia.
Gigi Riva "era stato informato del rischio di morte" e "il suo consenso scritto era necessario per l'intervento" spiegano i medici dell'Arnas Brotzu dove il calciatore era ricoverato, e aggiungono "Sembrava sereno e cordiale, tranquillissimo. Era d'accordo col comunicare il suo stato di salute. Era consapevole del bene che la città e la nazione intera gli volevano".
"La situazione coronarica era certamente molto grave", ha riferito Bruno Loi, direttore del reparto di Emodinamica, "In questi casi, trattandosi di una sindrome coronarica acuta, abbiamo suggerito un intervento di angioplastica che avremmo eseguito subito se Riva ci avesse dato il consenso. Purtroppo questo non è avvenuto. Non si possono fare interventi contro la volontà del paziente, quindi abbiamo dovuto aspettare, perché lui avrebbe voluto parlarne coi familiari. Purtroppo queste situazioni possono precipitare, anche improvvisamente, e in questo caso diventa difficile intervenire. Ed e' quello che è capitato. L'arresto cardiaco è intervenuto all'improvviso e siamo stati costretti a praticare le manovre rianimatorie e a portarlo in sala sotto massaggio cardiaco. In questa situazione diventa estremamente difficile riaprire le coronarie. Siamo riusciti solo parzialmente a farlo ma non e' stato sufficiente".
Gigi Riva: il Rombo di Tuono che ha fatto sognare la Sardegna
Luigi Riva, detto Gigi, è uno dei più grandi calciatori italiani di tutti i tempi. Nato a Leggiuno, in provincia di Varese, il 7 novembre 1944, ha legato la sua intera carriera al Cagliari, squadra con cui ha vinto lo scudetto nel 1970, il primo e unico della storia dei rossoblù.
Riva iniziò a giocare a calcio nelle giovanili del Laveno e del Legnano, prima di approdare al Cagliari nel 1963. In Sardegna, il giovane attaccante si impose subito come uno dei migliori giocatori della squadra, contribuendo alla promozione in Serie A nel 1964-65.
Negli anni successivi, Riva divenne uno dei protagonisti del calcio italiano. In Serie A, segnò 155 reti in 289 partite, risultando il miglior marcatore della squadra per 11 stagioni consecutive. Con il Cagliari, vinse anche la Coppa Italia nel 1970 e la Coppa delle Coppe nel 1979, diventando il primo calciatore italiano a vincere un trofeo continentale con una squadra di provincia.
In Nazionale, Riva collezionò 42 presenze e 35 gol, risultando il miglior marcatore di sempre dell'Italia. Con la maglia azzurra, vinse l'Europeo nel 1968, contribuendo alla vittoria della finale contro la Jugoslavia con una doppietta. Nel 1970, invece, arrivò in finale ai Mondiali in Messico, dove l'Italia fu sconfitta dal Brasile per 4-1.
La carriera di Riva fu condizionata da due gravi infortuni, uno nel 1967 contro il Portogallo e uno nel 1970 contro l'Austria. Questi infortuni gli impedirono di esprimere al massimo le sue potenzialità e di vincere altri trofei con il Cagliari e con la Nazionale.
Nonostante gli infortuni, Riva è considerato uno dei più grandi attaccanti della storia del calcio italiano. La sua potenza di tiro, la sua freddezza sotto porta e la sua capacità di trascinare la squadra in campo lo hanno reso un simbolo per il Cagliari e per tutta la Sardegna.
Il soprannome "Rombo di Tuono" fu coniato dal giornalista Gianni Brera per sottolineare la potenza del tiro di Riva. Il calciatore, infatti, era in grado di calciare la palla con una forza tale da farla arrivare a velocità superiori ai 100 km/h.
Riva era un attaccante completo, dotato di una grande tecnica e di un ottimo senso del gol. Era anche un giocatore molto forte fisicamente, in grado di resistere agli scontri con i difensori avversari.
Il Cagliari di Riva
Il Cagliari di Riva è considerato una delle squadre più forti della storia del calcio italiano. La squadra sarda, infatti, riuscì a vincere lo scudetto nel 1970, il primo e unico della sua storia.
Riva fu il leader indiscusso di quella squadra. Il suo contributo fu fondamentale per la vittoria del titolo, soprattutto nei momenti decisivi della stagione.
Con la Nazionale, Riva vinse l'Europeo nel 1968, contribuendo alla vittoria della finale contro la Jugoslavia con una doppietta.
Nel 1970, invece, arrivò in finale ai Mondiali in Messico, dove l'Italia fu sconfitta dal Brasile per 4-1.
Riva fu uno dei migliori giocatori della Nazionale in quegli anni. La sua assenza, a causa di un infortunio, fu determinante nella sconfitta contro il Brasile nella finale dei Mondiali.
Riva si ritirò dal calcio nel 1976, all'età di 31 anni. Dopo il ritiro, ha intrapreso la carriera dirigenziale, ricoprendo il ruolo di team manager della Nazionale italiana dal 1990 al 2013.
Riva è uno dei più grandi calciatori italiani di tutti i tempi. La sua carriera, caratterizzata da grandi successi e da qualche rimpianto, lo ha reso un'icona per il Cagliari e per tutta la Sardegna.
Un "eroe, un campione, un mito assoluto": la politica si stringe intorno ai familiari di Gigi Riva e lo celebra nel ricordo delle sue innegabili doti di calciatore e della sua straordinaria umanità. In un diluvio di dichiarazioni, gli esponenti politici ricordano il campione del mondo del 1970 e la bandiera del Cagliari, legatissimo alla sua amata Sardegna.
A partire dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ne sottolinea lo spessore umano: "Tanti italiani, e io tra questi, apprendono l'improvvisa notizia della morte di Gigi Riva con autentico dolore. I suoi successi sportivi, il suo carattere di grande serietà, la dignità del suo comportamento in ogni circostanza gli hanno procurato l'affetto di milioni di italiani anche tra coloro che non seguivano il calcio".
"Ci lascia un grande sportivo che ha segnato la storia del calcio e della nostra Nazionale. Che la terra ti sia lieve, campione", scrive invece la premier Giorgia Meloni che in quegli anni non era ancora nata. Ma il mito di "Rombo di Tuono" attraversa le generazioni e il cordoglio è unanime.
Se ne va "un gigante del calcio. Con il suo ineguagliabile talento e la sua passione, Gigi Riva ha lasciato un segno indelebile nel cuore dei tifosi del Cagliari, guadagnandosi al contempo il rispetto e la stima di milioni di italiani. Un simbolo, una bandiera, un grande uomo", gli fa eco la seconda carica dello Stato, il presidente del Senato Ignazio La Russa.
Anche il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, si associa: "E' stato un grande campione. Con la sua grinta e il suo talento, ha regalato emozioni indimenticabili in Italia e nel mondo".
Poi tanti, tantissimi parlamentari o ex premier come Enrico Letta che twitta: "Che tristezza. Ci lascia un mito assoluto. La persona e il calciatore".