The well. Un horror nostrano di ottima fattura

Una scommessa vinta su tutti i fronti

di EMILIANO BAGLIO 21/08/2024 ARTE E SPETTACOLO
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Al momento la scommessa rappresentata da The well appare vinta. È lo stesso Federico Zampaglione a certificarlo in un post su Facebook nel quale scrive che “con oltre 17.000 spettatori…è ufficialmente l'horror italiano totalmente indipendente e lontano dalle grandi distribuzioni…che ha incassato di più negli ultimi 15 anni".
Non era facile visto che il film è uscito in pieno agosto con poche proiezioni per lo più in orari notturni, il tutto senza contare l'assurdo divieto ai minori di 18 anni che, per un horror, è sembrata una vera e propria punizione.
Invece The well si appresta anche ad essere distribuito in ben 104 paesi, compresi gli Stati Uniti.

Sarebbe sin troppo facile rovinare la festa soffermandosi sui difetti del film, che pure ci sono, a cominciare da un doppiaggio che ha, giustamente, ricevuto critiche unanimi e che spesso fa sperare nella morte dei protagonisti pur di non sentirli più.
Però a Zampaglione gli si vuole bene; si percepisce un amore profondo per l'horror ed una conoscenza del genere e delle sue regole che fa sì che il regista sappia bene cosa vuole il pubblico, anche perché il primo potenziale spettatore è proprio lui stesso.

Sembra quasi che il leader dei Tiromancino realizzi i film che vorrebbe vedere e lo fa con passione, senza montarsi la testa o darsi le arie da grande regista.
The well ricorda uno di quei b-movie anni ‘80 realizzati spesso per il mercato delle videocassette o per la televisione; d’altronde stiamo parlando di un film super indipendente; realizzato in tempi record e con un basso budget.
La storia principale è quella di Lisa Gray (Lauren LaVera) giunta in Italia, nel piccolo paese di Sambuci, per restaurare un quadro di proprietà della duchessa Emma Malvisi (Claudia Gerini).
Impossibile non pensare alle atmosfere de La casa dalle finestre che ridono di Pupi Avati che è solo una delle molteplici suggestioni presenti nel film.
Mentre Lisa è intenta a riportare (letteralmente) alla luce un quadro che appare sempre più macabro, ben altro destino attende i tre escursionisti conosciuti pochi giorni prima.
È proprio in questa parte del film che Zampaglione dà il meglio di sé, nella descrizione del lurido antro dove sono rinchiusi i nostri, con al centro il pozzo malefico del  titolo con le sue oscure presenze.
È una vera e propria festa di morte, condotta da un enorme gigante muto e deforme (Lorenzo Renzi) che ci offre una serie di omicidi efferati e cruenti, con ottimi effetti speciali vecchia maniera, tanta crudeltà e sangue a secchiate.
C'è poco da dire abbiamo a che fare con un assassino che difficilmente dimenticheremo.
Come spesso accade più che la trama, che avrebbe meritato un maggiore sviluppo, ciò che conta sono le atmosfere che riescono a far convivere un oscuro castello che sembra uscito da un film gotico della Hammer con  il più moderno torture porn.
Come in Immaculate, vaghiamo per antri oscuri, tra echi di Mario Bava e Lucio Fulci, senza dimenticare le tante citazioni da Dario Argento ma anche dal cinema di Brian De Palma.
Il gioco delle citazioni potrebbe andare avanti all'infinito ed è palese ma non bisogna però pensare che The well si limiti a questo; Zampaglione ci mette del suo e si vede.

Il meglio The well lo riserva nell'ultima parte che ci regala persino un bellissimo ed inaspettato momento poetico e commovente che riguarda il personaggio di Giulia; la figlia della contessa Malvisi, interpretata da Linda Zampaglione, figlia del regista e di Claudia Gerini; impossibile dire senza rovinare la bella sorpresa

Altrettanto  riuscito è il colpo di coda finale che ribalta completamente i ruoli; ancora una volta The well ci ricorda che i veri mostri siamo noi cosiddetti normali.
Zampaglione riesce a farci provare pietà per quello che dovrebbe essere il mostro e scusate se è poco per un film horror.


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