Centrale di Bargi, Casteldaccia, il cantiere Esselunga di Firenze e Satnam Singh. Gli eventi più noti ma nel 2024 già oltre 700 morti sul lavoro e migliaia di infortuni. Cosa fa la politica?

di redazione 13/10/2024 ECONOMIA E WELFARE
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Una strage continua e drammaticamente silenziosa: i dati delle morti sul lavoro in Italia esigono ogni anno sempre più giustizia: il monitoraggio dal 2021 al 2024 rivela infatti un aumento dell’incidenza di questo tipo di tragedie.

Dalla strage degli operai travolti dal treno a Brandizzo alla esplosione della centrale di Bargi, toccando anche il crollo dell'ipermercato di Firenze e la tragedia di Casteldaccia, gli ultimi 12 mesi possono essere ricordati tra i peggiori che la storia del lavoro italiano potrà ricordare. 

E se oggi, domenica 13 ottobre, ricorre la Giornata Nazionale dedicata alle vittime degli incidenti sul lavoro eppure, appena 24 ore fa è arrivata la notizia di due diversi drammi avvenuti a poca distanza di tempo l'uno dall'altro. 

A perdere la vita è stato un giovane vicentino di 19 anni, travolto da un bancale di finestre mentre è rimasto gravemente ferito un suo coetaneo, precipitato da un ponteggio, da un'altezza di 6 metri all'interno del termovalorizzatore di A2A a Brescia. All'arrivo dei soccorsi, il 19enne non riusciva a muovere gambe e braccia.    

"Nella Giornata odierna l'Italia rivolge il pensiero alle persone che hanno perso la vita o subito infortuni e malattie a causa del proprio lavoro. Oggi è un giorno di riflessione, ricordo e di rinnovato impegno. La sicurezza sul lavoro è una priorità permanente per la Repubblica". Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio  inviato all'Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro. "Ogni vita persa, ogni vita compromessa chiama un impegno corale per prevenire ulteriori perdite della salute e della dignità di chi lavora. La sicurezza sul lavoro, oltre che una prescrizione costituzionale, è anzitutto una questione di dignità umana", ha aggiunto.

"Garantire condizioni di lavoro sicure significa rispettare la vita e il valore di ciascuna persona, perché il lavoro è luogo di crescita e realizzazione personale e non può costituire un rischio per la propria incolumità. Rinnovo oggi la vicinanza della Repubblica alle famiglie di quanti hanno perso un proprio caro a causa di incidenti sul lavoro e un sentito apprezzamento alle attività dell'Anmil, che da decenni contribuisce a promuovere la cultura della sicurezza, dando voce alle vittime e fornendo sostegno alle loro famiglie in momenti di grande difficoltà. Lavoro e sicurezza sono diritti inscindibili", ha concluso il capo dello Stato.

 

Secondo gli ultimi dati forniti dall'Inail, le donne risultano meno colpite - sebbene mostrino un'incidenza più alta negli infortuni in itinere - rispetto agli uomini, ma i lavoratori stranieri sono quelli che soffrono di una incidenza crescente. 

I giovani tra i 15 e i 24 anni sono particolarmente vulnerabili, con un'incidenza che aumenta da 11,9 nel 2021 a 13,6 nel 2024. Anche gli ultrasessantacinquenni mostrano un dato allarmante, con un'incidenza che sale da 61,0 a 65,8.

I settori più colpiti sono le Costruzioni, le Attività Manifatturiere, i Trasporti e il Commercio, con un aumento significativo delle vittime nel settore delle Costruzioni nell'ultimo semestre. 

L'Osservatorio Vega Engineering di Mestre ha elaborato un confronto tra i primi semestri degli ultimi quattro anni, rivelando dati preoccupanti. A livello nazionale, l'incidenza è passata da 14,7 morti per milione di occupati nel 2023 a 15,4 nel 2024. Questo aumento segue un decremento significativo dal 2021 al 2022, quando l'incidenza era scesa da 19,7 a 14,8, complice la risoluzione dell'emergenza Covid.

 

Le denunce di infortunio presentate all'Inail nei primi sette mesi del 2024 sono state 350.823, in aumento dell'1,7% rispetto alle 344.897 dello stesso periodo del 2023, del 12,2% rispetto a gennaio-luglio 2021 e del 21,4% rispetto a gennaio-luglio 2020, e in diminuzione del 20,5% sul 2022 e del 7,4% sul 2019, anno che precede la crisi pandemica.

Tenendo conto dei dati sul mercato del lavoro rilevati mensilmente dall'Istat nei vari anni, con ultimo aggiornamento luglio 2024, e rapportando il numero degli infortuni denunciati a quello degli occupati (dati provvisori), si evidenzia una incidenza infortunistica che passa da 1.635 denunce di infortunio ogni 100mila occupati Istat del 2019 a 1.461 del 2024, con un calo del 10,6%.  Rispetto al 2023 la riduzione è dello 0,4% (da 1.467 a 1.461). A livello nazionale i dati rilevati a luglio di ciascun anno evidenziano, per i primi sette mesi del 2024 rispetto all'analogo periodo del 2023, un aumento dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 292.849 del 2023 ai 295.159 del 2024 (+0,8%, che risente dell'aumento delle denunce degli under 15 dovuto anche all'estensione della tutela Inail nelle scuole da settembre 2023), e di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l'abitazione e il posto di lavoro, da 52.048 a 55.664 (+6,9%).

A luglio di quest'anno il numero delle denunce di infortuni sul lavoro ha segnato un +0,6% nella gestione industria e servizi (dai 271.618 casi del 2023 ai 273.265 del 2024), un +0,3% in agricoltura (da 14.875 a 14.922) e un +7,2% nel conto Stato (da 58.404 a 62.636). Tra i settori con i maggiori incrementi percentuali dei casi avvenuti in occasione di lavoro si evidenziano l'istruzione (+49,9%), la sanità e assistenza sociale (+26,1%), la fornitura di acqua-reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento (+22,1%), la riparazione, manutenzione e installazione di macchine e apparecchiature (+21,8%), il noleggio e servizi di supporto alle imprese (+18,9%), le attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (+16,1%) e le costruzioni (+15,1%). 

 

L'analisi territoriale evidenzia un aumento delle denunce nelle Isole (+3,9%), seguite da Centro (+2,3%), Nord-Ovest (+1,7%), Nord-Est (+1,5%) e Sud (+0,3%). Tra le regioni con i maggiori incrementi percentuali si segnalano le province autonome di Trento (+17,5%) e Bolzano (+5,3%), la Sicilia (+4,8%), l'Umbria (+4,7%) e la Calabria (+4,6%), mentre i decrementi sono limitati all'Abruzzo (-3,5%), alla Basilicata (-3,0%), alla Campania (-1,6%) e alla Liguria (-1,3%). 

 
 
 

L'aumento delle denunce di infortunio che emerge dal confronto dei primi sette mesi del 2023 e del 2024 è legato sia alla componente maschile, che registra un +1,3% (da 223.802 a 226.652 casi denunciati), che a quella femminile, con un +2,5% (da 121.095 a 124.171). L'incremento ha interessato i lavoratori italiani (+1,0%) ed extracomunitari (+6,3%), mentre il dato dei comunitari è in calo (-3,1%). L'analisi per classi di età mostra aumenti tra gli under 15 (+21%), soprattutto per l'incremento degli infortuni tra gli studenti (effetto dell'estensione assicurativa Inail disposta dal decreto legge lavoro n. 48/2023), nella fascia 20-34 anni (+1,8%) e in quella 60-74 anni (+7,0%). Si registra, per contro, un calo tra i 15-19enni (-2,3%), tra i 35-59enni (-2,0%) e tra gli over 74 (-3,2%). 

 
 
 

Secondo i dati forniti dallo studio “Il lavoro che uccide” della Uil, negli ultimi 10 anni la media è stata quasi di 1.200 vittime annue sul lavoro. 

Nei primi 3 mesi del 2024 sono state presentate già 145.130 denunce di infortunio (+0,38% rispetto al primo trimestre 2023) e sono stati registrati già 191 decessi, rileva ancora lo studio Uil. Il 91,7% dei casi mortali ha riguardato uomini. Quasi la metà dei casi ha riguardato la fascia di lavoratori di 50-64 anni. Per ciò che concerne gli infortuni, nel 2023 è aumentata l’incidenza nella fascia dei lavoratori under 20, con un incremento dell’11,7%: da 73.862 a 82.493 casi.

 
 

Sempre secondo lo studio Uil, oltre il 65% degli infortuni mortali avvenuti in occasione del lavoro nel 2023 ha riguardato stranieri. Il dato, va precisato, considera solo i lavoratori regolari. 

Il settore dell'agricoltura, e la recente morte del bracciante Satnam Singh è stato il caso recente più eclatante: a livello nazionale e nel complesso delle attività, sono aumentati rispetto al 2022 i casi di decessi in occasione del lavoro (+1,1%, da 790 a 799), rispetto a quelli in itinere. 

 L'analisi dei dati evidenzia la necessità di interventi mirati per migliorare la sicurezza sul lavoro, con particolare attenzione alle regioni e ai settori più a rischio.

La prevenzione e la formazione continua sono strumenti fondamentali per ridurre il numero di incidenti e salvaguardare la vita dei lavoratori.

 
 

Nel 2024, da gennaio a luglio, sono stati 13.981 gli infortuni sul lavoro in Trentino Alto Adige, un aumento del 9,8% rispetto al 2023. In provincia di Bolzano sono stati denunciati 8.503 infortuni (il 5,3% in più, erano 8.077) mentre in Trentino sono stati 5.478, il 17.5% in più (4.661). 



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