Guercino e i Ludovisi. Una ricostruzione storica e artistica di straordinario impatto alle Scuderie del Quirinale. Visitabile fino al 26 gennaio 2025
L’esposizione accoglie i visitatori con una sala introduttiva, in cui oltre ai ritratti dei protagonisti: Guercino e Papa Gregorio XV, sono presenti opere fondamentali per trasmetterne l’essenza pittorica. L’artista, autodidatta, si formò affondando il pennello nella maniera dei Carracci, guardando al naturalismo padano di Dosso Dossi, lasciandosi suggestionare da Tiziano e, a Roma, dall’antico. Per usare le parole della curatrice Raffaella Morselli: “Guercino elaborò uno stile coraggioso ed espressivo. Di forte impatto fisico e sentimentale a cui aggiunse quella gentilezza, di chi è abituato a vivere in campagna e quella teatralità di matrice ferrarese che conquistò il pubblico romano ancor prima del suo arrivo”. Il percorso entra poi nel vivo del rapporto con i Ludovisi, conosciuti a Bologna grazie a Padre Mirandola e seguiti a Roma pur senza una committenza ufficiale. Città in cui Guercino si inserì con intelligenza e flessibilità, per due anni di lavoro febbrile ed eterogeneo poiché libero da incarichi ufficiali.
Un appuntamento imperdibile che vede protagonisti due giganti della storia dell’arte e del potere romano: Giovanni Francesco Barbieri, meglio noto come Guercino, e la dinastia Ludovisi, personificata dal cardinal Ludovico e dal suo influente zio Alessandro Ludovisi, Papa Gregorio XV.
Il percorso espositivo si sviluppa come un racconto avvincente del breve ma significativo papato Ludovisi (1621-1623), una parentesi luminosa tra le grandi dinastie dei Borghese e dei Barberini, spesso trascurata dagli studiosi ma cruciale per la storia dell’arte romana. Proprio in questi anni, il giovane Guercino trovò a Roma un’opportunità unica per affermarsi, accendendo la sua ispirazione grazie alla raffinata committenza di Papa Gregorio XV. In mostra emergono i segni distintivi di un’epoca che ha gettato le basi per i successivi sviluppi artistici del Barocco.
Con 122 opere, provenienti da 68 musei e collezioni nazionali e internazionali, l’esposizione offre una straordinaria finestra sulla Roma del XVII secolo: un viaggio affascinante che indaga il rapporto tra la dinastia bolognese dei Ludovisi e Guercino, pittore emiliano anomalo, vicino ai Carracci, in dialogo con i ferraresi e il cromatismo veneto declinato in una tavolozza rabbuiata, non immune da influenza caravaggesche.
Il percorso si apre con il monumentale fac-simile della pala d'altare con la Sepoltura di Santa Petronilla, commissionata a Guercino per la Basilica di San Pietro, oggi conservata nei Musei Capitolini, emblema del successo dell'artista nella Roma Ludovisi. L’opera è documentata nella sua originale collocazione all’interno della Basilica Vaticana dall’olio su tela di Pietro Francesco Garda che enfatizza la monumentalità del tempio della cristianità attraverso un’elaborata visione prospettica.
Nelle sale delle Scuderie del Quirinale si alternano rappresentazioni sacre particolarmente toccanti e potenti ideate Guercino: è il caso del Ritorno del Figliol Prodigo dei Musei Reali di Torino o dell’intensa e contrastata Susanna e i vecchioni, conservata al Prado di Madrid.
L’esposizione offre una visione d’insieme di un periodo storico in cui l’arte e la politica erano profondamente intrecciate. I Ludovisi, sulla scia delle altre potenti famiglie romane, crearono la loro villa emblematica, Villa Ludovisi, e collezionarono opere che spaziavano dall’antichità all’arte contemporanea del Cinquecento, arricchendo Roma con pezzi straordinari e con una visione artistica innovativa.
La comunità artistica che ruotava attorno alla corte Ludovisi comprendeva nomi come Guido Reni, Domenichino, Lanfranco, i Carracci, Pietro da Cortona, Van Dyck, Poussin e persino Bernini. La mostra alle Scuderie mette in luce queste interazioni, presentando capolavori che dialogano tra loro, evocando le rivalità e le influenze reciproche. Il cuore dell’esposizione resta Guercino, il preferito del Papa, con la sua ricerca cromatica e il suo tratto inconfondibile che divennero simbolo dell’ascesa dei Ludovisi.
Il suo stile, sensibile e vibrante, emerge come punto di equilibrio perfetto tra l’eredità classica e la sperimentazione barocca, rappresentando la cultura raffinata e la potenza politica della famiglia Ludovisi. Organizzata in collaborazione con prestigiose istituzioni come le Gallerie degli Uffizi, il Museo Nazionale Romano e i Musei Capitolini, la mostra conta 121 opere, provenienti da 68 musei e collezioni di rilievo.
Un’occasione unica per immergersi in un periodo cruciale della storia romana, che, per la prima volta, offre anche l’opportunità esclusiva di visitare alcune sale del Casino di Villa Ludovisi, tra cui la Sala dell’Aurora, dove campeggia il celebre affresco del Guercino.
“Qui lottano sempre insieme la virtù e la fortuna... In tal modo il cardinale ferrarese Guido Bentivoglio, narrando le sue esperienze nella curia papale, tratteggia la particolare condizione che caratterizza la Roma del suo tempo. Nel complesso e mutevole scenario della capitale pontificia, dove le forze in gioco erano tante, ci voleva rapidità e audacia per destreggiarsi in quel costante agone tra Virtù e Fortuna. Lo sapevano bene l’anziano Gregorio XV e il giovane cardinale Ludovico, che avevano fretta di realizzare progetti ambiziosi sia sul versante ecclesiale e diplomatico, sia in campo artistico e culturale. E lo capì pure il Guercino, che colse al volo l’occasione della sua vita, trasferendosi a Roma al servizio dei Ludovisi. Anche per questo ci fu una singolare sinergia tra i committenti e il pittore: i primi furono capaci di attuare una formidabile strategia comunicativa circondandosi di ‘elevati ingegni’ e compiendo imprese artistiche e collezionistiche innovative; il secondo riuscì a interpretare al massimo livello gli intenti dei suoi protettori e a primeggiare nel complicato panorama pittorico di Roma” [Alessandro Zuccari]