Guercino e i Ludovisi. Una ricostruzione storica e artistica di straordinario impatto alle Scuderie del Quirinale. Visitabile fino al 26 gennaio 2025

di redazione 27/11/2024 ARTE E SPETTACOLO
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Guercino a Roma in una celebrazione trionfale dell’arte del Seicento, con la mostra “Guercino. L’era Ludovisi a Roma”, alle Scuderie del Quirinale dal 31 ottobre 2024 al 26 gennaio 2025. 
 
Guercino si rivela un artista in costante dialogo con la sua epoca che in mostra culmina con il gli eloquenti ritratti della famiglia Ludovisi.
La mostra illustra concretamente la parabola artistica di Guercino che, per usare ancora le parole della Morselli “individuò una via autonoma per affermarsi sul palcoscenico degli artisti che, partiti da Bologna, avevano avanzato le loro proposte pittoriche al pubblico romano. Grazie alla sua maniera ‘col naturalismo dentro’ secondo le parole che, per lo storico Malvasia, avrebbe usato lo stesso Guercino, il pittore offriva la forza di un colore inondato di luce che entra in collisione con l’idealismo di Reni e con il classicismo di Domenichino”. Una via che si può cogliere concretamente grazie alla presentazione unitaria, anche questa inedita, del patrimonio grafico; o ad opere, come La cattura di Cristo, 1621 che, per l’ottimo stato di conservazione, ne preservano perfino le tracce dei polpastrelli, consentendo di esaminarne nel dettaglio lo stile e la texture pittorica, connotata dal colore puro, rialzato con tocchi di luce.
Il progetto – la cui elevata caratura critica e curatoriale spicca per il gran numero di opere, ben 122, provenienti da istituzioni che hanno aderito pur senza beneficiare di uno scambio – si focalizza sull’attività di Guercino, al secolo Francesco Barbieri, (Cento 1591 – Bologna 1666), compresa tra il 1616 e il 1625, con una particolare attenzione al biennio romano, 1621-1623, durante il pontificato di Alessandro Ludovisi, al soglio: Gregorio XV.
L’esposizione accoglie i visitatori con una sala introduttiva, in cui oltre ai ritratti dei protagonisti: Guercino e Papa Gregorio XV, sono presenti opere fondamentali per trasmetterne l’essenza pittorica. L’artista, autodidatta, si formò affondando il pennello nella maniera dei Carracci, guardando al naturalismo padano di Dosso Dossi, lasciandosi suggestionare da Tiziano e, a Roma, dall’antico. Per usare le parole della curatrice Raffaella Morselli: “Guercino elaborò uno stile coraggioso ed espressivo. Di forte impatto fisico e sentimentale a cui aggiunse quella gentilezza, di chi è abituato a vivere in campagna e quella teatralità di matrice ferrarese che conquistò il pubblico romano ancor prima del suo arrivo”. Il percorso entra poi nel vivo del rapporto con i Ludovisi, conosciuti a Bologna grazie a Padre Mirandola e seguiti a Roma pur senza una committenza ufficiale. Città in cui Guercino si inserì con intelligenza e flessibilità, per due anni di lavoro febbrile ed eterogeneo poiché libero da incarichi ufficiali.
 
Una trasformazione profonda del linguaggio artistico, con l'esplosione del Barocco come stile dominante che accosta sinergicamente le esigenze della fede ai canoni estetici del momento. È quella che caratterizza gli anni in cui il giovane Giovanni Battista Barbieri originario di Cento e noto come Guercino, viene chiamato a Roma da Papa Gregorio XV, al secolo Alessandro Ludovisi, durante il suo fugace, ma intenso pontificato.

Un appuntamento imperdibile che vede protagonisti due giganti della storia dell’arte e del potere romano: Giovanni Francesco Barbieri, meglio noto come Guercino, e la dinastia Ludovisi, personificata dal cardinal Ludovico e dal suo influente zio Alessandro Ludovisi, Papa Gregorio XV.

Il percorso espositivo si sviluppa come un racconto avvincente del breve ma significativo papato Ludovisi (1621-1623), una parentesi luminosa tra le grandi dinastie dei Borghese e dei Barberini, spesso trascurata dagli studiosi ma cruciale per la storia dell’arte romana. Proprio in questi anni, il giovane Guercino trovò a Roma un’opportunità unica per affermarsi, accendendo la sua ispirazione grazie alla raffinata committenza di Papa Gregorio XV. In mostra emergono i segni distintivi di un’epoca che ha gettato le basi per i successivi sviluppi artistici del Barocco.
 

Con 122 opere, provenienti da 68 musei e collezioni nazionali e internazionali, l’esposizione offre una straordinaria finestra sulla Roma del XVII secolo: un viaggio affascinante che indaga il rapporto tra la dinastia bolognese dei Ludovisi e Guercino,  pittore emiliano anomalo, vicino ai Carracci, in dialogo con i ferraresi e il cromatismo veneto declinato in una tavolozza rabbuiata, non immune da influenza caravaggesche.  

La mostra Guercino. L'era Ludovisi a Roma alle Scuderie del Quirinale
La mostra Guercino. L'era Ludovisi a Roma alle Scuderie del Quirinale

Il percorso si apre con il monumentale fac-simile della pala d'altare con la Sepoltura di Santa Petronilla, commissionata a Guercino per la Basilica di San Pietro, oggi conservata nei Musei Capitolini, emblema del successo dell'artista nella Roma Ludovisi. L’opera è documentata nella sua originale collocazione all’interno della Basilica Vaticana dall’olio su tela di Pietro Francesco Garda che enfatizza la monumentalità del tempio della cristianità attraverso un’elaborata visione prospettica.

La mostra Guercino. L'era Ludovisi a Roma alle Scuderie del Quirinale
La mostra Guercino. L'era Ludovisi a Roma alle Scuderie del Quirinale

Nelle sale delle Scuderie del Quirinale si alternano rappresentazioni sacre particolarmente toccanti e potenti ideate Guercino: è il caso del Ritorno del Figliol Prodigo dei Musei Reali di Torino o dell’intensa e contrastata Susanna e i vecchioni, conservata al Prado di Madrid.



L’esposizione offre una visione d’insieme di un periodo storico in cui l’arte e la politica erano profondamente intrecciate. I Ludovisi, sulla scia delle altre potenti famiglie romane, crearono la loro villa emblematica, Villa Ludovisi, e collezionarono opere che spaziavano dall’antichità all’arte contemporanea del Cinquecento, arricchendo Roma con pezzi straordinari e con una visione artistica innovativa.
La comunità artistica che ruotava attorno alla corte Ludovisi comprendeva nomi come Guido Reni, Domenichino, Lanfranco, i Carracci, Pietro da Cortona, Van Dyck, Poussin e persino Bernini. La mostra alle Scuderie mette in luce queste interazioni, presentando capolavori che dialogano tra loro, evocando le rivalità e le influenze reciproche. Il cuore dell’esposizione resta Guercino, il preferito del Papa, con la sua ricerca cromatica e il suo tratto inconfondibile che divennero simbolo dell’ascesa dei Ludovisi.

Il suo stile, sensibile e vibrante, emerge come punto di equilibrio perfetto tra l’eredità classica e la sperimentazione barocca, rappresentando la cultura raffinata e la potenza politica della famiglia Ludovisi. Organizzata in collaborazione con prestigiose istituzioni come le Gallerie degli Uffizi, il Museo Nazionale Romano e i Musei Capitolini, la mostra conta 121 opere, provenienti da 68 musei e collezioni di rilievo. 

Un’occasione unica per immergersi in un periodo cruciale della storia romana, che, per la prima volta, offre anche l’opportunità esclusiva di visitare alcune sale del Casino di Villa Ludovisi, tra cui la Sala dell’Aurora, dove campeggia il celebre affresco del Guercino. 
Le visite, disponibili dal 9 novembre, saranno aperte soltanto nel weekend e previa prenotazione. La mostra non è soltanto un’esposizione di capolavori, ma un viaggio nell’essenza stessa dell’arte del Seicento: una celebrazione della bellezza e della potenza di un’epoca irripetibile, un’occasione per scoprire il breve, ma intensissimo, splendore della Roma Ludovisi, il cui riverbero risuona ancora oggi nelle sale delle Scuderie del Quirinale.


Qui lottano sempre insieme la virtù e la fortuna... In tal modo il cardinale ferrarese Guido Bentivoglio, narrando le sue esperienze nella curia papale, tratteggia la particolare condizione che caratterizza la Roma del suo tempo. Nel complesso e mutevole scenario della capitale pontificia, dove le forze in gioco erano tante, ci voleva rapidità e audacia per destreggiarsi in quel costante agone tra Virtù e Fortuna. Lo sapevano bene l’anziano Gregorio XV e il giovane cardinale Ludovico, che avevano fretta di realizzare progetti ambiziosi sia sul versante ecclesiale e diplomatico, sia in campo artistico e culturale. E lo capì pure il Guercino, che colse al volo l’occasione della sua vita, trasferendosi a Roma al servizio dei Ludovisi. Anche per questo ci fu una singolare sinergia tra i committenti e il pittore: i primi furono capaci di attuare una formidabile strategia comunicativa circondandosi di ‘elevati ingegni’ e compiendo imprese artistiche e collezionistiche innovative; il secondo riuscì a interpretare al massimo livello gli intenti dei suoi protettori e a primeggiare nel complicato panorama pittorico di Roma” [Alessandro Zuccari] 

 



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