Referendum. La Consulta dichiara inammissibile quello sull'abrogazione dell'Autonomia differenziata.

di redazione 21/01/2025 POLITICA
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La Consulta ha dichiarato inammissibile il referendum abrogativo della legge sull'Autonomia differenziata delle Regioni. Ad emettere la sentenza sono stati gli attuali undici giudici della Corte Costituzionale. La Corte ha rilevato che "l'oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari": ciò "pregiudica la possibilità di una scelta consapevole da parte dell'elettore". 

Secondo Palazzo della Consulta, "il referendum verrebbe ad avere una portata che ne altera la funzione, risolvendosi in una scelta sull'autonomia differenziata, come tale, e in definitiva sull'articolo 116, terzo comma, della Costituzione; il che non può essere oggetto di referendum abrogativo, ma solo eventualmente di una revisione costituzionale". La sentenza sarà depositata nei prossimi giorni.

La Consulta si era già espressa il mese scorso in merito alla cosiddetta 'legge Calderoli', sottolineando - ai fini di compatibilità costituzionali - la necessità di correzioni su sette profili della stessa legge: dai Livelli essenziali di prestazione (Lep) alle aliquote sui tributi.

 

La Consulta ha dichiarato ammissibili altri cinque referendum

La Consulta ha dichiarato ammissibili altri i cinque referendum. In particolare saranno votate quest'anno

  • la richiesta di referendum abrogativo denominata “Cittadinanza italianaDimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana”;
     
  • la richiesta di referendum abrogativo denominata “Contratto di lavoro a tutele crescenti - disciplina dei licenziamenti illegittimi”;
     
  • la richiesta di referendum abrogativo denominata “Piccole imprese - Licenziamenti e relativa indennità”;
     
  • la richiesta di referendum abrogativo denominata “Abrogazione parziale di norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi”;
     
  • la richiesta di referendum abrogativo denominata “Esclusione della responsabilità solidale del committente, dell'appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, come conseguenza dei rischi specifici propri dell'attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici”.

In attesa del deposito delle sentenze, previsto nei prossimi giorni, l'Ufficio comunicazione e stampa della Consulta fa sapere che la Corte ha ritenuto ammissibili i quesiti referendari perché le rispettive richieste non rientrano in alcuna delle ipotesi per le quali l'ordinamento costituzionale esclude il ricorso all'istituto referendario. Per i quesiti dichiarati ammissibili, i cittadini saranno chiamati alle urne in una data compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno, come previsto dalla legge.

Il commento della Maggioranza

"La Consulta ha dichiarato inammissibile il referendum abrogativo della legge sull'Autonomia differenziata delle Regioni. Ora… AVANTI TUTTA!!". Lo scrive su Facebook il presidente del Veneto, Luca Zaia.

"La decisione della Corte Costituzionale di dichiarare inammissibile il referendum abrogativo conferma che il percorso dell'autonomia differenziata è costituzionalmente solido e rappresenta il futuro per i nostri territori. L'autonomia è uno strumento fondamentale per dare alle Regioni le risposte concrete che i cittadini chiedono: più efficienza, migliore gestione delle risorse e servizi più vicini alle esigenze locali. Questo è il momento di proseguire con determinazione: l'autonomia non è una scelta divisiva, ma un'opportunità per tutto il Paese. La direzione è tracciata, continueremo a lavorare fino alla fine per raggiungere questo obiettivo storico". Lo afferma Fabrizio Cecchetti Parlamentare della Lega e Segretario di Presidenza della Camera. 

"Assolutamente logica la decisione della Corte costituzionale di dichiarare inammissibile il referendum sulle autonomie. Avendo la Corte indicato dei punti da correggere della legge, cosa che faremo in Parlamento, sarebbe stato del tutto illogico sottoporre al referendum un testo che prima deve essere corretto. Pertanto, andiamo avanti con il nostro lavoro di riforme. Noi rinnoviamo l'Italia. Gli altri creano soltanto astio e ostacoli nella vita del Paese. Vinceranno la democrazia e la cultura di governo portati avanti dal centrodestra". Lo dichiara il responsabile nazionale Enti Locali di Forza Italia, senatore Maurizio Gasparri.

La sentenza della Consulta conferma quanto avevamo detto: la legge sull'autonomia differenziata è costituzionale e occorre procedere in Parlamento recependo i rilievi della Corte, in particolare intervenendo sui livelli essenziali di prestazione. Seguiremo quella strada e così un referendum inutile non si farà”. Lo afferma Maurizio Lupi, presidente di Noi Moderati.

"La bocciatura del referendum contro l'autonomia differenziata da parte della Consulta è una vittoria della democrazia e della Costituzione: vengono così smentiti mesi di fake news da parte della sinistra, quella stessa sinistra che aveva prima sostenuto il referendum veneto e poi aveva strumentalizzato i piccoli rilievi avanzati dalla stessa Consulta pochi mesi fa". Così il coordinatore veneto di Fratelli d'Italia, il senatore Luca De Carlo, commenta le decisione di inammissibilità della Consulta sul referendum abrogativo della legge sull'autonomia differenziata.
"Il problema è che hanno passato più tempo a urlare e ad attaccare che a presentare un quesito che fosse comprensibile, corretto e ammissibile. Ora possiamo riprendere il cammino dell'autonomia differenziata, nel rispetto della volontà dei cittadini veneti che più di sette anni fa hanno votato in massa l'autonomia regionale".

 

I commenti delle opposizioni

“La decisione della Consulta sulla non ammissibilità del referendum per l'abrogazione della legge Calderoli è la naturale conseguenza della sentenza della stessa Corte che a dicembre 2024 ha di fatto demolito la legge sull'autonomia differenziata voluta dal centrodestra. Una legge pessima per il nostro Paese, che aumenterebbe ancora di più le disuguaglianze territoriali e sociali. In Parlamento continueremo a dare battaglia per evitare le forzature della destra e bloccare le intese avviate con le regioni del nord. Il regionalismo cooperativo è virtuoso perché stabilisce correttamente i livelli essenziali delle prestazioni  e riconosce il principio di sussidiarietà; in mancanza di questi aspetti qualificanti rischia di diventare un fattore di disgregazione dell'unità nazionale e della coesione sociale”.
Così il senatore del Pd Alessandro Alfieri, responsabile Riforme e PNRR del Pd. 

"Per il comitato promotore del referendum sulla cittadinanza è una grande soddisfazione. Noi ne eravamo convinti, sapevamo che il quesito era solido. Ringraziamo i 640mila cittadini che hanno firmato e le associazioni che hanno aderito, tutti gli artisti e i personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo. Da questi momento parte una fase completamente nuova, la campagna referendaria vera e propria: conquistare uno spazio di democrazia, di discussione e di voto. Contiamo su tutti, a partire da palazzo Chigi, perché inviti a partecipare. I referendum si uccidono con la mancata partecipazione. Ci aspettiamo che Meloni inviti i cittadini a votare, non cerchi di nascondersi nessuno dietro il quorum. Andiamo insieme a vincere il referendum". Così il segretario di Più Europa Riccardo Magi incontrando i cronisti fuori Montecitorio dopo la pronuncia della Corte Costituzionale sui referendum.

"La Consulta, a novembre, aveva già demolito l'impianto della riforma sull'Autonomia Differenziata, depotenziandola di fatto. Peccato che il referendum abrogativo sia stato dichiarato inammissibile, perché sono certo che gli italiani si sarebbero espressi per un'Italia unita, mettendo una pietra tombale sulla Legge Calderoli. Il parere della Consulta è inequivocabile e va, ovviamente, rispettato. Ora la destra blocchi la legge in Parlamento". Così Matteo Ricci, europarlamentare Pd, in una nota. 

"Il no della Corte costituzionale al referendum sull'autonomia differenziata non ci preoccupa. La legge era stata già fatta a pezzi dalla Consulta a novembre, così com'è ora è inapplicabile. Roma dovrà tornare a metterci le mani, ma dovrà farlo dentro i paletti molto stretti messi dalla Corte, il che cambia parecchio". Lo affermano il coordinatore regionale del M5S per la Sicilia, Nuccio Di Paola e il capogruppo del M5S all'Ars Antonio De Luca. "Coloro che esultano per questo pronunciamento, considerandolo una vittoria - commentano - fanno ridere, visto che il ddl Calderoli, già un obbrobrio in partenza, era diventato uno zombie, come qualche Costituzionalista l'ha definito, dopo Novembre. Schifani ora smetta la casacca di partito e indossi, una volta tanto, quella della Sicilia, come non ha fatto in sede di conferenza Stato-Regioni, quando il suo governo ha dato l'ok al pessimo disegno di legge partorito da Calderoli. La Scuola e, soprattutto, la Sanità sono alla canna del gas in Sicilia, non permetta più operazioni come questa che potrebbero mettere una pietra tombale sopra a questi settori solo per obbedire a bassi ordini di scuderia".

 



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