Il gruppo armato M23 insieme alle forze ruandesi ha preso il controllo di gran parte della città di Goma e, stando a quanto riferisce l'agenzia France-Presse citando un alto diplomatico ruandese, andrà oltre: “Continueranno nel Sud Kivu, perché Goma (capitale del Nord Kivu) non può essere un fine in sé, a meno che nel frattempo non negozino con il governo di Kinshasa, cosa di cui dubito”, ha detto Vincent Karega, ambasciatore del Ruanda per la regione dei Grandi Laghi.
A suo avviso, è “possibile” che l'M23 possa marciare fino alla capitale Kinshasa e, in ultima analisi, ottenere una “condivisione del potere” nel paese o “una presa di potere totale”. Tuttavia, gli esperti del paese ritengono che le sue vaste dimensioni e le complesse dinamiche di sicurezza lo rendano improbabile. “È possibile, soprattutto se uniscono le forze con altri gruppi armati dell'Alliance du fleuve Congo (il movimento politico-militare a cui appartiene l'M23) “o con altri congolesi che mirano a rovesciare il malgoverno”, ha affermato Karega. Per troppi anni, ai congolesi è stato promesso un buon governo. Non l'hanno visto, non sanno nemmeno che aspetto abbia. Quando la corrente è troppo cattiva, si può dire: “Lasciatemi dare fiducia all'ignoto, potrebbe essere meglio””, ha proseguito.
Bertrand Bisimwa, che guida l'ala politica dell'M23, ha dichiarato su X che le ultime sacche di resistenza a Goma sono state abbattute e che i ribelli stavano lavorando per garantire “la sicurezza totale”. Un residente di Goma che vive in una zona elegante della città ha detto che la situazione è surreale: “Sembra di essere in una doppia nazione. Siamo in Congo e allo stesso tempo in Ruanda”, ha detto martedì all'agenzia britannica Reuters, rifiutando di farsi identificare per paura di rappresaglie. Il Congo e il capo delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace hanno affermato che le truppe ruandesi sono presenti a Goma, sostenendo i loro alleati dell'M23. Il Ruanda ha detto che si sta difendendo dalla minaccia delle milizie congolesi, senza commentare direttamente se le sue truppe abbiano attraversato il confine. La parte orientale della Repubblica Democratica del Congo è un territorio ricco di minerali e il Ruanda viene accusato di volerne conquistare una parte.
Intanto si rincorrono voci di tensioni sia all'interno delle forze armate regolari congolesi sia nei palazzi del potere politico. Parte dei militari ritiene Tshisekedi responsabile del fallimento in atto nel nord-est. Secondo quanto riferito, diversi alti funzionari hanno chiesto al presidente Tshisekedi di astenersi dal rilasciare dichiarazioni pubbliche. Il capo dello Stato congolese ha così rinviato il discorso che avrebbe dovuto pronunciare ieri, nel corso del quale avrebbe voluto annunciare il passaggio dallo stato d'assedio allo stato di guerra su tutto il territorio nazionale contro il Ruanda. "Preso in ostaggio dagli ufficiali delle Fardc, Felix Tshisekedi ha tentato di parlare alla nazione. All'interno dell'esercito, gli ufficiali attribuiscono al comandante supremo la responsabilità della disfatta dell'esercito nell'est del Paese. Lo criticano in particolare per aver ignorato i segnali di allarme inviatigli circa la reale situazione dell'esercito congolese, la cui stragrande maggioranza è dispiegata nel Nord Kivu. Lo accusa anche di aver tradito l'esercito affidando i rifornimenti a civili corrotti che si sono arricchiti alle spalle dei soldati inviati al fronte senza munizioni, senza razioni e senza spese domestiche per sopravvivere al freddo delle colline del Kivu", hanno riferito fonti congolesi anonime. "Gli alti ufficiali accusano Felix Tshisekedi di alto tradimento. L'esercito è diviso", sostengono le medesime fonti.
L'esodo dei mercenari
Al varco di frontiera tra Goma e la città gemella ruandese di Gisenyi, i reporter della Reuters hanno visto decine di uomini bianchi e muscolosi, alcuni in uniforme, passare dal lato ruandese e mettersi in fila per far esaminare i loro bagagli dai cani da fiuto della polizia. Fonti delle Nazioni Unite e funzionari ruandesi hanno detto che si trattava di soldati del Congo. Diversi avevano passaporti rumeni. Uno di loro ha detto alla Reuters di essere rumeno e di essere a Goma da circa due anni. “Goma è devastata a causa della guerra tra ruandesi e congolesi”, ha detto. “Dopo essere stati perquisiti, i mercenari sono saliti a bordo di pullman e sono stati portati via. Mentre i ribelli sostenuti dal Ruanda guadagnavano terreno negli ultimi due anni, il Congo si è rivolto a compagnie militari private per cercare di puntellare le proprie difese. I mercenari hanno fornito addestramento e consulenza alle truppe congolesi e sono stati dispiegati per proteggere Goma, ma sembravano opporre poca resistenza quando l'M23 ha marciato nel centro della città lunedì.
Gli Usa chiedono il cessate il fuoco
Ieri il Segretario di Stato americano Marco Rubio aveva telefonato al presidente ruandese Paul Kagame per fare pressione per "un cessate il fuoco immediato nella regione e il rispetto dell'integrità territoriale sovrana da parte di tutte le parti", ha dichiarato il Dipartimento di Stato. L'ambasciata degli Stati Uniti a Kinshasa intanto è stata chiusa al pubblico a causa delle violenze in corso nella capitale della Repubblica democratica del Congo, ha dichiarato ieri il Dipartimento di Stato. "A causa di un aumento della violenza in tutta la città di Kinshasa, l'Ambasciata degli Stati Uniti a Kinshasa consiglia ai cittadini statunitensi di rimanere al sicuro sul posto e di partire in sicurezza mentre sono disponibili opzioni commerciali," ha dichiarato il dipartimento in un avviso di sicurezza. "L'Ambasciata degli Stati Uniti a Kinshasa resta chiusa al pubblico fino a nuovo avviso".
Gli attacchi alle ambasciate, nessun problema per quella italiana
A Kinshasa folle inferocite hanno assaltato le ambasciate di Ruanda, Kenya, Uganda, Sudafrica, Francia, Belgio e Stati Uniti, cercando di incendiarle e saccheggiarle. Il ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot ha definito “inaccettabile” l'attacco alla rappresentanza diplomatica francese, dove è stato estinto un principio di incendio. Anche il Kenya ha condannato l'attacco alla sua ambasciata.
Nessun problema, invece, per l'Ambasciata italiana, anch'essa situata nel distretto settentrionale di Gombe, che non è stata coinvolta dai disordini, rende noto la Farnesina. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha parlato con il nostro ambasciatore a Kinshasa e “ha attivato l'ambasciata a Kampala, responsabile per il Ruanda, nel caso si rendano necessari interventi di assistenza oltre confine”, viene spiegato. A Goma sono presenti 15 italiani, fa sapere ancora la Farnesina, alcuni dei quali sono già stati trasportati nella nazione confinante.
Spari per le vie di Goma, fuga delle truppe regolari in abiti civili
Ieri per le vie di Goma, riferivano i cronisti di France-Presse, si potevano ancora udire spari, sebbene l’intensità dei combattimenti sembrava essere diminuita. Alcuni abitanti della città, la cui popolazione è raddoppiata fino a sfiorare i due milioni a causa del costante afflusso di profughi, si sono avventurati fino alla riva del lago Kivu, al confine con il Ruanda.
Decine di combattenti dell'M23 sono stati visti marciare lungo le strade principali di Goma, indossando giubbotti antiproiettile e portando armi che sembravano sottratte ai militari congolesi. Diversi residenti hanno dichiarato di essere stati derubati dai soldati o da miliziani. “Ci hanno rubato tutto, i nostri telefoni, persino le nostre scarpe. Li abbiamo visti togliersi i vestiti e gettare via le armi” ha raccontato a France Presse Jospin Nyolemwaka, fuggito dal suo quartiere. La testimonianza sembra appoggiare le voci non confermate secondo le quali molte truppe regolari si starebbero spogliando delle uniformi per sostituirle con abiti civili e darsi alla fuga. “Stiamo iniziando ad andarcene da qui, ma lunedì ci sono stati dei saccheggi. Abbiamo visto dei cadaveri sulla strada” ha spiegato un residente della zona del mercato di Kituku.
La posizione di Goma tra Congo e Ruanda (googlestreet)
28/01/2025
Allarme dell’Onu per la carenza di cibo e della Croce Rossa per l’emergenza sanitaria
Le Nazioni Unite hanno dichiarato che l'assistenza alimentare a Goma e nei dintorni è stata “sospesa” e hanno espresso preoccupazione per la carenza di cibo. “Le prossime 24 ore saranno critiche, poiché le scorte inizieranno a scarseggiare e le persone dovranno vedere cosa possono trovare per sopravvivere” ha detto Shelley Thakral, portavoce del Programma alimentare mondiale per la Repubblica Democratica del Congo.
La Croce Rossa ha invece lanciato l'allarme sulla possibilità che, a causa degli scontri, possano diffondersi gli agenti patogeni, tra cui il virus dell'Ebola, conservati nei laboratori dell'istituto biochimico di Goma. Nelle strade di Kinshasa, intanto, è esplosa la rabbia popolare contro le nazioni accusate di sostenere l'M23.
Salta il vertice Congo-Sudafrica
Il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa aveva comunicato ieri con il suo omologo in Ruanda, Paul Kagame, per discutere dell'escalation di violenza, anche in seguito alla morte di 13 soldati sudafricani uccisi nei recenti combattimenti. Il governo del Kenya aveva annunciato un vertice di crisi a cui avrebbero partecipato sia Ramaphosa sia presidente congolese Felix Tshisekedi, ma quest'ultimo oggi ha annullato la sua partecipazione, adducendo “motivi di agenda”. Sempre ieri, l'esercito sudafricano aveva rilasciato un comunicato, annunciando la morte di altri quattro soldati, oltre ai nove deceduti nei giorni scorsi durante gli scontri con il gruppo armato M23. Le forze sudafricane sono dispiegate nell'ambito delle missioni di pace del Sadc (Southern African Development Community) e delle Nazioni Unite.
Martedì l'Unione europea ha condannato gli attacchi alle ambasciate straniere nella Repubblica Democratica del Congo (RDC). Il portavoce del capo degli affari esteri dell'Unione europea Kaja Kallas ha dichiarato a Bruxelles che l'Unione chiede la protezione delle missioni diplomatiche in conformità con la Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche. Secondo il corrispondente della Deutsche Welle in RDC Jonas Gerdin, "la narrazione" a Kinshasa è piena di sfiducia nei confronti dell'Europa, vista come "uno sfruttatore delle risorse naturali della RDC usando il Ruanda come procuratore". Anche le ambasciate belga, olandese, keniota, ruandese, ugandese e statunitense sono state attaccate dai manifestanti mentre centinaia di migliaia di persone fuggono a causa dei combattimenti nella parte orientale del paese. La polizia ha sparato gas lacrimogeni mentre i manifestanti marciavano verso le ambasciate a Kinshasa, saccheggiando o dando fuoco a parti degli edifici diplomatici. Le proteste sono state organizzate per protestare contro l'avanzata dei ribelli dello M23, sostenuti dal Ruanda, a Goma.