Strange darling

Un thriller banale, scontato e verboso il cui unico motivo di interesse è, forse, il tema di cui parla.

di EMILIANO BAGLIO 13/02/2025 ARTE E SPETTACOLO
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Una donna, soprannominata The lady (Willa Fitzgerald) fugge inseguita da un uomo, soprannominato The demon (Kyle Gallner) armato di fucile.

Comincia così, in media res, Strange darling, secondo lungometraggio di JT Mollner.
In realtà il regista ha avuto l’idea di dividere il film in sei capitoli montati in ordine non cronologico; come se ciò potesse bastare a rendere interessante il tutto.

Ovviamente c’è l’immancabile colpo di scena, che accade nel quarto capitolo.

Peccato che chiunque abbia visto più di due film in croce abbia già intuito tutto con largo anticipo.

Insomma, al netto delle lodi sperticate che lo hanno accompagnato un po’ ovunque, Stange darling è solo un filmettino come tanti, banale, scontato e verboso.

Nonostante il pomposo cartello che lo apre e che ci avverte che il film è stato realizzato (alla fotografia troviamo Giovanni Ribisi) in 35 millimetri, con un effetto involontariamente comico, JT Mollner sembra non avere il minimo senso del ritmo né uno straccio di idea originale se non appunto uno scontato colpo di scena ed un montaggio non lineare, roba vista già mille volte al cinema con ben altri effetti.

Il suo film dovrebbe essere un incrocio tra un thriller ed uno slasher, ma il senso del ritmo latita completamente e per il resto ci si limita a riproporre stancamente una versione svogliata del cinema di Tarantino in versione discount.

L’unica cosa minimamente interessante è rappresentata dalla coppia di survivalisti apocalittici presso cui trova riparo The Lady.

Due vecchi fricchettoni (Ed Bengley Jr. e Barbara Hershey) che vivono in una casa in mezzo ai boschi, circondati da altoparlanti che diffondono la radio onde tenere lontano Sasquatch, intenti a consumare una bizzarra colazione che mette i brividi.

Questo è l’unico momento nel quale Mollner riesca a costruire un’atmosfera realmente inquietante.

Probabilmente, nelle mani di un regista minimamente capace, questa bizzarra coppia avrebbe fatto faville dando vita ad un altro film molto più coinvolgente di questo; purtroppo in Strange darling le potenzialità di quest’unica idea vengono miseramente lasciate morire.

Alla fine l’unica cosa interessante è di che cosa stia veramente parlando Mollner.

Apparentemente Strange darling è un film che ruota intorno al tema del rapporto tra sessi, il consenso, le paure di una donna che vorrebbe aspirare a vivere una sessualità libera e potersi fare una scopata occasionale a tema sadomaso con un perfetto sconosciuto e tutte le ovvie paure legate alla situazione attuale, fatta di violenza maschile, sopraffazione e femminicidi il tutto aggiornato all’epoca del metoo.

Peccato che tutta questa roba non venga raccontata attraverso le immagini bensì attraverso i dialoghi.

I primi due capitoli nei quali è suddivisa l’opera, in particolare il primo, non contengono praticamente altro che non siano dei lunghissimi ed estenuanti dialoghi, durante i quali accade poco o nulla e nei quali i concetti vengono sottolineati con un bell’evidenziatore giallo perché evidentemente Mollner pensa che lo spettatore moderno sia un povero lobotomizzato che ha bisogno dei disegnini per capire dei concetti base.

La morte totale del cinema di genere (e del cinema in generale) che queste cose dovrebbe saperle raccontare attraverso le immagini e non con dei Bignami messi in bocca agli attori.

Per fortuna c’è il famoso “colpo di scena” del quale parlavamo prima che rimette in discussione tutto.

Da questo punto di vista il momento migliore del film è proprio il sesto capitolo, quando entrano in scena i due poliziotti; con la donna che crede immediatamente alla versione di The lady mentre l’uomo vorrebbe fare il suo mestiere, visto che c’è qualcosa che gli puzza, ma lascia perdere perché chi ha voglia di mettersi a discutere con il rischio di essere tacciato di essere un insensibile maschilista.

Ecco, sebbene The demon non sia propriamente un bravo ragazzo, forse Strange darling non ci sta parlando di quanto sia difficile essere una donna libera ed indipendente in un mondo maschilista brutto e cattivo, ma di quanto sia difficile essere dei bravi ragazzi quando poi ti ritrovi in certe situazioni.

Impossibile dire di più senza rovinare la visione...se proprio ci tenete.

EMILIANO BAGLIO


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