Pandemia di Covid. 5 anni dal lockdown e dalle fila dei camion con le bare.

di redazione 18/03/2025 TUTTI
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Città spettrale dal lockdown, una lunga colonna di camion militari sfila nella notte con le bare: sono le salme delle vittime della Pandemia di covid. Immagini simbolo che resteranno nella memoria collettiva. “Sono passati 5 anni e il ricordo si sta stemperando, non vedo nella gente la voglia di tornare indietro con la mente” riflette Guido Marinoni, presidente dell'Ordine dei medici di Bergamo. “Specie qui a Bergamo c'è più voglia di fare che voglia di ricordare, però è un fatto normale. Parliamo tutti della Prima guerra mondiale e invece subito dopo, nel 1918-1919, ci fu l'epidemia di influenza Spagnola che fu molto peggio della guerra, fu qualcosa di simile al Covid e non se ne ricorda nessuno. Non ci ricordiamo delle pandemie” evidenzia il medico all'agenzia di stampa Adnkronos.

 
 

A bordo di quei veicoli militari c'erano persone decedute a causa del virus: l'ordine era di raggiungere altre città italiane che in quei giorni drammatici accettarono di accogliere i defunti destinati alla cremazione. Gli impianti orobici nei pressi di Bergamo non bastavano più, troppi morti. Marinoni pensa alla sua Val Seriana, dove vive tuttora: “Io sono di Albino, che insieme ad Alzano e Nembro è nell'area che fu inizialmente la più colpita dalla pandemia. Un epicentro. Sparì praticamente una generazione di miei concittadini, persi i miei pazienti di una vita - ripercorre - molti avevano anche un'età vicino alla mia. E ripenso anche ai colleghi morti sul campo a Bergamo, furono 31, quasi tutti nelle prime 2 o 3 settimane” dalla scoperta che Sars-CoV-2 era già fra noi e stava colpendo pure in Italia, non solo nella lontana Cina. 

“In larga maggioranza” i camici bianchi vittime del virus erano “medici di medicina generale che furono mandati, allo sbaraglio, al domicilio dei loro pazienti, senza la possibilità di comprare mascherine e nessun'altra protezione individuale. Ricordo che si vedevano in giro i vigili urbani, fortunatamente con la mascherina ma i medici non le avevano”. Oltre al sacrificio del territorio ci fu poi “lo sforzo dell'ospedale, che fu una cosa eroica - ricorda Marinoni - dovrebbe essere un modello in assoluto”, così come “i suoi risultati dopo il primo momento di stordimento”. E poi “la maxi vaccinazione” è fra gli elementi citati dal presidente dei medici bergamaschi.

Cos'è rimasto oggi? “Al di là del fatto che sapremmo organizzarci con più prontezza sulla base dell'esperienza, in realtà non è cambiato molto, non è stato potenziato realmente il nostro Servizio sanitario nazionale - analizza -. Anzi, è depotenziato, soffre come soffrono a livello europeo tutti i grandi sistemi fondati sulla fiscalità generale. Siamo messi meglio degli inglesi, che hanno un sistema come il nostro, riusciamo ancora meglio noi, però il potenziamento non c'è stato”. Dopo il Covid “la gente è più stanca e meno attenta alla protezione della popolazione. È arrivata la stanchezza vaccinale, è venuto fuori un meccanismo di rimozione che si stenta a far fruttare e che invece sarebbe dovuto essere un grande capitale di potenziamento del nostro Servizio sanitario nazionale (Ssn)”.



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