Almeno almeno 323 le persone arrestate nella notte a Istanbul, la quarta di proteste, nell'ambito delle manifestazioni di sostegno al sindaco Ekrem Imamoglu. Lo rende noto il ministro turco della Difesa, Ali Yerlikaya. “Non sarà ammessa alcuna iniziativa che danneggi l'ordine pubblico” ha dichiarato il ministro puntando il dito contro i raduni nell'area di Saraçhane. “È stato lanciato dell'acido contro uno dei nostri agenti di polizia” specifica in un messaggio successivo. Imamoglu, principale rivale di Recep Tayyip Erdoğan, è accusato di corruzione (Decaduta l'accusa di terrorismo). Accusa, a giustificare l'arresto, confermata dalla Corte di Istanbul. Antagonisti in politica, Imamoglu è stato eletto sindaco della più grande città della Turchia nel marzo 2019: una storica sconfitta per il presidente turco. E questo arresto avviene a pochi giorni prima della nomina ufficiale del sindaco a candidato del CHP, il principale partito di opposizione, in vista delle presidenziali del 2028.
Imamoglu è stato temporaneamente sospeso dall'incarico di sindaco di Istanbul in seguito alla convalida del suo arresto per corruzione. Oltre a Imamoglu è stato temporaneamente sospeso dall'incarico anche Murat Calik, sindaco di Beylikduzu, un'altra municipalità di Istanbul, detenuto nell'ambito della stessa inchiesta. Inoltre, il prefetto di un altro distretto della città sul Bosforo, Sisli, è stato nominato per ricoprire l'incarico di sindaco della stessa Sisli al posto di Resul Emrah, il cui arresto è stato convalidato in base all'accusa di terrorismo.
Oggi Imamoglu è stato trasferito in un carcere di massima sicurezza. Dal tribunale, questa mattina, è stato portato all'Istituto penitenziario di Marmara, nel distretto di Silivri, nella provincia di Istanbul. Tre mezzi hanno trasferito 48 persone, compreso Imamoglu, dal tribunale di Istanbul, nel distretto di Çaglayan, al carcere di massima sicurezza, ha riportato il giornale turco Hurriyet.
A dare sostegno a Imamoglu è stata, ancora una volta, un'enorme folla che si è ritrovata fuori dal municipio di Istanbul. I manifestanti sono convinti che le accuse ufficiali contro il primo cittadino siano “immorali e prive di fondamento”. Ma non c'è solo Istanbul, almeno 55 delle 81 province turche hanno registrato cortei, proteste e anche scontri con la polizia antisommossa. Nonostante gli avvertimenti del governo in tanti hanno sfidato le restrizioni mostrando cartelli che recitavano: “I dittatori sono codardi!”, “AKP (il partito al governo della Turchia) non ci metterai a tacere!”. In particolare al raduno nel Municipio poco dopo la mezzanotte, gli agenti sono intervenuti usando gas lacrimogeni ma anche proiettili di gomma, spray al peperoncino e granate a percussione, hanno riferito i corrispondenti dell'Afp.
Nella capitale Ankara, la polizia antisommossa ha usato cannoni ad acqua per respingere i manifestanti, mentre nella città costiera occidentale di Smirne la polizia ha bloccato un corteo di studenti diretto verso gli uffici locali dell'AKP. Il leader del CHP, Ozgur Ozel, rivolgendosi ai manifestanti ammassati a Istanbul, ha detto che erano “più di mezzo milione”.
Proteste anche in Germania per l'arresto di Ekrem Imamoglu, il sindaco di Istanbul ed esponente del Chp accusato di "corruzione" e "sospeso" dall'incarico. Secondo i primi dati forniti dalla Polizia, sono circa 1.300 le persone in piazza a Berlino. Hanno sfilato in corteo da Breitscheidplatz ad Adenauerplatz. "Insieme per una Turchia democratica" e "Rivogliamo la nostra democrazia", sono stati gli slogan portati in piazza nell'ambito dell'iniziativa organizzata dalla Federazione del Chp di Berlino. In Germania vivono circa tre milioni di persone con origini turche.