L'albero

Un esordio prezioso, ritratto crudo, terribile e diretto dei nostri tempi.

di EMILIANO BAGLIO 25/03/2025 ARTE E SPETTACOLO
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Parafrasando i CCCP, Bianca (Tecla Insolia) ed Angelica (Carlotta Gamba), “non studiano, non lavorano, non guardano la tv, non vanno al cinema, non fanno sport”.

Le due amiche/amanti vivono insieme, ovviamente al Pigneto, perché tutte vogliono abitare lì; passano le loro serate al Fanfulla 5/A e a notte fonda vanno sino a San Basilio per comprare la cocaina, la loro vera passione e dipendenza.

Al suo esordio alla regia Sara Petraglia descrive un mondo che evidentemente conosce bene e viene naturale chiedersi quanto vi sia di autobiografico nel suo racconto, a parte l’albero del titolo che è lo stesso che vedeva la regista dalla finestra della casa dove ha vissuto per un periodo.

Un microcosmo piccolo borghese che sopravvive grazie ai soldi di mamma e papà mentre si crogiola nella tristezza ed in progetti artistici come i tre libri che Bianca, forse, non scriverà mai.

Come dichiarato dalla stessa regista L’albero mostra (anche) “...un mondo femminile in cui le ragazze si muovono sole, chiuse dentro piccoli microcosmi, libere e vitali ma anche egocentriche, bugiarde, indolenti, viziate. Mondi in cui gli uomini non esistono, così come non esistono gli adulti. Mondi in cui le sostanze non sono né puro edonismo, né espressione di marginalizzazione sociale - ma una dimensione personale e oscura in cui si formano relazioni, alcune effimere, altre indissolubili…”

Descrive in maniera cruda e diretta, tutto il vuoto e la noia di queste esistenze e gli effetti terribili della dipendenza.

Non solo ed esclusivamente dalla cocaina, consumata in quantità industriali dalle due protagoniste.

La sostanza è lo specchio di una relazione simbiotica che finisce per soffocare entrambe le ragazze anche se per tutto il tempo, e soprattutto alla fine, viene spontaneo chiedersi se Angelica non sia altro che un fantasma, una proiezione mentale di una parte di Bianca.

Quello che è certo è che Sandra Pretaglia e le due straordinarie interpreti, danno vita ad un’opera prima capace di portare sullo schermo il proprio tempo e la propria generazione, come non se ne vedevano da tanto tempo.

Ma poi, non si può non amare un film che si chiude con una corsa in bicicletta, che ha lo stesso sapore del mare de I 400 colpi, accompagnata dalla voce di Federico Fiumani dei Diaframma.

EMILIANO BAGLIO


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