Economia reale. Banca Italia taglia le stime di crescita mentre sale la pressione fiscale

di redazione 06/04/2025 ECONOMIA E WELFARE
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 Banca d'Italia taglia le stime sul Pil "soprattutto" per effetto "dell'inasprimento delle politiche commerciali": il +0,8% previsto a dicembre scorso per il 2025 cala a +0,6%, mentre per il 2026 la stima di +1,1% scende a 0,8% e nel 2027 da +0,9% a +0,7%.

Bankitalia sottolinea che il metodo dà stime su dati destagionalizzati e corretti per il numero di giornate lavorative; senza questa correzione il Pil crescerebbe dello 0,5% nel 2025, dello 0,9% nel 2026 e 0,7% nel 2027.

Le stime, si precisa, includono "una prima e parziale valutazione" dei dazi, ma non considerano eventuali ritorsioni né l'evoluzione dei mercati internazionali. 

INtanto sale nel quarto trimestre del 2024 la pressione fiscale e sfonda la soglia del 50%: secondo i dati Istat è stata pari al 50,6% del Pil, in aumento di 1,5 punti percentuali rispetto al 49,1% dello stesso periodo dell'anno precedente.

Nell'intero 2024, la pressione fiscale si è attestata al 42,6% del Pil, registrando un incremento di 1,2 punti percentuali rispetto ai 41,4 del 2023. 

 Sempre nel quarto trimestre 2024 il saldo del conto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil ha riportato un accreditamento dello 0,4% contro un deficit pari al 6,6% nello stesso trimestre del 2023.  "Per la prima volta dal quarto trimestre del 2019, nel quarto trimestre 2024 le AP hanno registrato un accreditamento netto a seguito di un sostanziale contenimento della spesa rispetto all'incremento delle entrate". 



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