Ucraina. Missile russo colpisce civili nella domenica delle Palme. 34 le vittime decine i feriti. Trump "Un errore". Zelensky "Ecco chi guida la Russia"

di redazione 14/04/2025 ESTERI
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Ci sono anche i ramoscelli di salice fra le macerie, le chiazze di sangue e l’acciaio divelto che ricoprono via Petropavlivska. È la pianta che sostituisce l’olivo nelle chiese dell’Ucraina ed è già in fiore a metà di aprile. L’onda delle esplosioni ha strappato le piccole frasche da anonime mani che le tenevano nella giornata che apre la Settimana Santa. «Molte delle vittime andavano in chiesa», spiega il capo dell’amministrazione militare, Volodymyr Artyukh. Anche quei ramoscelli raccontano la strage della Domenica delle Palme che la Russia ha compiuto a Sumy, il capoluogo che dà il nome alla regione dell’Ucraina nord-orientale e che adesso conta e piange i suoi morti: 34 in totale, fra cui due bambini. E altri 117 i feriti. Tutti diventati bersaglio di due missili lanciati da Mosca nella mattina della solennità delle Palme. Festeggiata quest’anno nella stessa data dai cristiani d’Occidente e d’Oriente che, per una coincidenza di calendari, celebrano la Pasqua insieme il 20 aprile. Compreso, quindi, il mondo ortodosso che include il patriarcato di Mosca. E il luogo di culto più vicino al viale del massacro è quello intitolato ai santi Pietro e Paolo che appartiene alla Chiesa ortodossa ucraina le cui radici affondano proprio nel patriarcato di Mosca. Due bombe contro i fedeli che la stessa Russia considera suoi protetti e ha sempre detto di voler difendere, ripetono a Sumy. Nelle stesse ore la Russia uccide due persone a Kherson, bombarda un asilo a Kharkiv e in serata colpisce Odessa con i droni. Una domenica di sangue e distruzione in tutto il Paese.

 

Sono le dieci quando scatta l’allarme anti-aero su metà del Paese: dalla capitale al sud-est. «Mentre pregavamo a Kiev nella Cattedrale, abbiamo sentito l’allerta e il suono delle sirene», racconta ad Avvenire il nunzio apostolico, l’arcivescovo Visvaldas Kulbokas. La Cattedrale di cui parla è quella latina, scelta dal rappresentante pontificio per la Messa delle Palme. «Appena finita la celebrazione, abbiamo saputo che durante la liturgia c’era stato un attacco missilistico nel centro di Sumy. Proprio nel momento in cui la gente va a pregare in occasione della Domenica in cui si fa memoria dell’ingresso di Cristo a Gerusalemme». Stavolta di tutte le confessioni. Per questo le strade, a Kiev come a Sumy, sono affollate: per di più sotto un sole primaverile arrivato dopo settimane di neve e freddo. Il vescovo greco-cattolico di Kharkiv, Vasyl Tuchapets, nella cui diocesi rientra Sumy, dice ad Avvenire: «In una festa così importante, quando nelle chiese si benedicono le palme, la Russia lancia due missili balistici contro i pacifici abitanti della città. Si tratta di un crimine crudele e cinico commesso dall'aggressore russo contro i civili. È difficile spiegare come quanti si dicono cristiani possano comportarsi così. Esprimiamo le nostre più sincere condoglianze alle famiglie delle vittime e la vicinanza a coloro che sono rimasti feriti».

 

 

Il doppio raid russo si consuma in pochi minuti. Primo missile Iskander sulla via del passeggio. Secondo dopo meno di dieci minuti, mentre i soccorritori sono già sul posto. Tecnica ormai consolidata del Cremlino: accanirsi contro chi aiuta. «Una tattica che ha lo scopo di massimizzare i danni», sostiene Artyukh. Il primo ordigno piomba sul viale mentre passa un filobus di linea. «L’autobus della morte», lo ribattezza il capo dell’amministrazione militare. È fra i sedili pieni di passeggeri che si avrà il maggior numero di morti. Ma a salvare chi è rimasto in trappola contribuirà il 13enne Kirill Ilyashenko. «Ero in auto con mamma Marina. Sono stato ferito alla testa dalle schegge, ma ho rotto il vetro e sono salito sul mezzo in fiamme. Era un inferno». Cadaveri e feriti vengono estratti anche dalle auto in transito. Sull’asfalto restano passeggini e baby-monopattini delle famiglie appena uscite di casa. «È la settimana della passione per l'Ucraina e noi preghiamo tutti perché il Signore abbia pietà di noi e dell'umanità», ammonisce il nunzio.

 

Il presidente americano Donald Trump dice che è stato «terribile» quanto accaduto ma aggiunge: «Mi è stato detto che la Russia ha commesso un errore. Credo sia così». E nella stessa Sumy vengono chieste le dimissioni del capo dell’amministrazione militare, Volodymyr Artyukh, che aveva organizzato in mattinata la premiazione della Brigata 117 e che viene chiamato sul banco dal sindaco di Konotop, Artem Seminikhin, per il raduno dei militari. «I soldati erano al sicuro e non ci sono stati feriti», replica Artyukh. Ma potrebbe diventare il pretesto offerto alla Russia per giustificare uno dei più sanguinosi attacchi sulla popolazione negli oltre tre anni di guerra.

Un missile piomba di fronte al palazzo-congressi dell’Università statale di Sumy. «Sarebbe stata un’autentica carneficina se fosse giunto un’ora dopo – spiegano in città –. Alle 11 era programmato uno spettacolo per ragazzi nel salone dell’ateneo che era tutto esaurito». L’altro Iskander finisce a duecento metri, in mezzo a un quartiere dove si trovano appartamenti, negozi, ristoranti, scuole: venti gli edifici danneggiati, fra cui cinque condomini. «I nostri volontari hanno subito offerto aiuti e assistenza psicologica alle famiglie colpite – racconta padre Oleksandr Arystarkh Dyadya, direttore della Caritas greco-cattolica ucraina di Sumy –. Stiamo raccogliendo cibo e prodotti igienici per kit da destinare agli sfollati. Inoltre abbiamo distribuito pacchi e viveri nel distretto di Romenskyi dove sono state evacuate molte persone provenienti dalle comunità di confine».

 

 

 

Perché non è solo sul capoluogo che si accanisce Mosca. È sull’intera regione che confina con la Russia e che, agli occhi del Cremlino, ha la colpa di essere il territorio da cui è partita ad agosto l’incursione ucraina verso la vicina regione russa di Kursk. Un’operazione che, per Vladimir Putin, è stata un’umiliazione, visto che l’esercito di Kiev ha strappato una parte dell’oblast. L’azione, tuttavia, sta sfumando per l’Ucraina che, a prezzi altissimi, avrebbe voluto scambiare gli angoli conquistati con qualche terra del Donbass occupata da Mosca: non solo gli assalti delle truppe di Putin stanno espellendo i militari di Kiev, ma alcune avanguardie di Mosca sono penetrate in una manciata di villaggi a ridosso della frontiera, mettendo le mani sugli abitati di Sumy. Una vendetta che contempla anche i blitz dal cielo contro obiettivi civili sia intorno al confine, sia nel capoluogo. Non è un caso che, secondo la ricostruzione dell’intelligence ucraina, uno dei due missili della strage delle Palme sia partito da Kursk e l’altro da Voronezh, fa sapere il capo degli 007, Kyrylo Budanov. Il secondo conteneva elementi a frammentazione e, esplodendo in aria, «avrebbe fatto il maggior numero di vittime». Nella lista degli uccisi anche la organista e pianista Olena Kohut che faceva parte dell’orchestra del Teatro nazionale di Sumy.

 

La strage della Domenica delle Palme a Sumy: il bus colpito dai missili russi

La strage della Domenica delle Palme a Sumy: il bus colpito dai missili russi - Telegram-Vigili del fuoco dell'Ucraina

 

«È proprio disumano bombardare una città in piena festa. Una festa religiosa condivisa quest’anno anche con gli ortodossi. Non si può comprendere che cosa ci sia dentro le menti e i cuori di chi preme quei bottoni», commenta il vescovo greco-cattolico di Donetsk, Maksym Ryabukha. È la diocesi in cui si trova Kryvyi Rih, la città della regione di Dnipropetrovsk dove l’8 aprile un ordigno russo è stato indirizzato su un quartiere residenziale, incluso un parco giochi, facendo 20 morti di cui 9 bambini. Due stragi degli innocenti in dieci giorni. Duro l'intervento del Consiglio panucraino delle Chiese e delle comunità religiose: «Attraverso questi casi, vediamo che per uno Stato che si definisce “Santa Russia”, in realtà, nulla è sacro. Manca il rispetto fondamentale per il valore della vita umana, per non parlare del rispetto per le festività del cristianesimo e dell’ebraismo».

 

 

La strage della Domenica delle Palme a Sumy: il monopattino di un bambino ferito

La strage della Domenica delle Palme a Sumy: il monopattino di un bambino ferito - Telegram-Polizia ucraina

 

Stando i riscontri ucraini, l’apertura dei colloqui per una tregua caldeggiata dall’amministrazione americana di Donald Trum si è portata dietro un’escalation di attacchi: dal cielo e via terra. E il massacro della Domenica delle Palme avviene a distanza di un giorno dall’incontro fra Putin e l’inviato Usa Steve Witkoff a San Pietroburgo. «Sono passati due mesi da quando Putin ha ignorato la proposta americana di un cessate il fuoco completo e incondizionato – afferma il presidente Volodymyr Zelensky sui social –. Purtroppo a Mosca sono convinti di potersi permettere di continuare a uccidere. Dobbiamo agire per cambiare la situazione». Dagli Usa fa sapere Keith Kellogg, inviato speciale di Trump per la Russia e l’Ucraina: «L’attacco delle forze russe su target civili a Sumy ha superato i limiti della decenza». Martedì e mercoledì sarà la Turchia a ospitare un nuovo round di colloqui fra Mosca e Kiev sulla sicurezza della navigazione nel mar Nero. «Nel giorno sacro della Domenica delle Palme, a Sumy si è consumato un altro orribile e vile attacco russo, che ha causato ancora una volta vittime civili innocenti, tra cui purtroppo anche bambini – scrive in una nota il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni –. Condanno con fermezza queste violenze inaccettabili, che contraddicono ogni reale impegno di pace, promosso dal presidente Trump e sostenuto convintamente dall’ Italia, insieme all’Europa e agli altri partner internazionali. Continueremo a lavorare per fermare questa barbarie».

 



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