Il Papa è morto stamattina alle 7.35.
Alle 9.47 l'annuncio del cardinale camerlengo Kevin Farrell nella Cappella di Casa Santa Marta, dal camerlengo, il cardinale Kevin Farrell, con il Segretario di Stato Parolin, il Sostituto Pena Parra e il Maestro delle Cerimonie Ravelli.
Bergoglio, argentino di Buenos Aires, aveva 88 anni ed era stato eletto Papa, dopo la rinuncia al Pontificato di Benedetto XVI, dodici anni fa, il 13 marzo del 2013. A marzo il peggioramento delle sue condizioni di salute per una polmonite bilaterale e i 38 giorni di ricovero al Policlinico Gemelli, che si erano conclusi domenica 23 marzo. Per la ripresa graduale dell'attività fino a ieri, il giorno di Pasqua, quando Francesco ha fatto il giro di Piazza San Pietro in Papamobile per l'ultimo bagno di folla, ha presenziato alla benedizione urbi et orbi e ha anche incontrato per un breve saluto il vicepresidente degli Stati Uniti Vance.
Entro 9 giorni il funerale del Papa, in un mese l'apertura del conclave per eleggere il successore, dopo le congregazioni generali.
Incredulità e dolore tra i fedeli in piazza San Pietro, dove Bergoglio solo ieri mattina aveva salutato la folla di pellegrini. 'È un momento doloroso e di grande sofferenza per tutta la Chiesa. Affidiamo all'abbraccio del Signore il nostro amato Papa Francesco, nella certezza, come lui stesso ci ha insegnato, che 'tutto si rivela nella misericordia; tutto si risolve nell'amore misericordioso del Padre'. Chiedo a tutte le Chiese in Italia che siano suonate le campane delle chiese in segno di lutto e che siano favoriti momenti di preghiera personale e comunitaria, in comunione tra di noi e con la Chiesa universale', ha detto il presidente della Cei Zuppi.
"Ho appreso con grande dolore personale la notizia della morte di Papa Francesco - ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella - avvertendo il grave vuoto che si crea con il venire meno del punto di riferimento che per me ha sempre rappresentato. La morte di Papa Francesco suscita dolore e commozione tra gli italiani e in tutto il mondo. Il suo insegnamento ha richiamato al messaggio evangelico, alla solidarietà tra gli uomini, al dovere di vicinanza ai più deboli, alla cooperazione internazionale, alla pace nell'umanita'. La riconoscenza nei suoi confronti va tradotta con la responsabilità di adoperarsi, come lui ha costantemente fatto, per questi obiettivi".
"Tutto il mondo ricorderà Francesco per essere il Papa della gente, il papa degli ultimi". Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni al Tg1.
Con voce commossa la premier aggiunge che "mancherà anche a me, avevamo uno straordinario rapporto personale, era un pontefice con cui si poteva parlare di tutto, era molto particolare".
I dodici anni di pontificato
Era arrivato dodici anni fa, il 13 marzo del 2013, e il mondo lo ha conosciuto per quel semplice "buonasera". Era il suo primo saluto rivolto al mondo intero e già quella semplicità disarmante preannunciava una ventata di nuovo, rivoluzionaria. Jorge Mario Bergoglio ha preso in mano la Chiesa da quello stesso giorno e l'ha condotta per sentieri coraggiosi, aprendo le porte a "tutti, tutti, tutti", e non preoccupandosi di quell'ala dei cattolici che sono sempre restii alle novità. Lo ha fatto dopo lo choc delle dimissioni di Benedetto XVI ma lui ha saputo voltare pagina in un modo che era difficile anche da immaginare.
Era nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936, figlio di migranti piemontesi: suo padre Mario era ragioniere, impiegato nelle ferrovie, mentre sua madre, Regina Sivori, si occupava della casa e dell'educazione dei cinque figli. Diplomatosi come tecnico chimico, sceglie poi la strada del sacerdozio entrando nel seminario; nel 1958 passa al noviziato della Compagnia di Gesù. Da qui una lunga vita al servizio della Chiesa fino a diventare cardinale arcivescovo della sua Baires e dal 2013 il 266esimo Pontefice della Chiesa cattolica.
L'apertura ai divorziati, agli omosessuali, la valorizzazione delle donne fino a dare loro il posto che da secoli era riservato solo ai cardinali. E poi quella Chiesa "in uscita", verso i più fragili, dai migranti, la sua prima preoccupazione, ai poveri. E' pensando proprio ai poveri che sceglie un nome che mai nessun Pontefice della storia aveva osato scegliere: Francesco, come il poverello d'Assisi, anche lui un rivoluzionario dei suoi tempi.
Il Papa e la riforma della Curia Romana
Papa Francesco ha pubblicato quasi a sorpresa la costituzione apostolica 'Praedicate Evangelium' il 19 marzo 2022, che prende il posto della 'Pastor Bonus' di Giovanni Paolo II e va a ridisegnare la struttura della Curia a partire dal 5 giugno successivo, Domenica di Pentecoste. Un passaggio epocale per il governo della Chiesa, a 34 anni dalla 'Pastor bonus', e allo stesso tempo una delle principali eredita' che il pontificato di Francesco lascera' ai suoi successori.Il documento vede la luce dopo nove anni di lavoro del Papa col "Consiglio dei cardinali", e di revisioni sul piano giuridico e canonico. La Curia, la struttura politico-amministrativa della Santa Sede, cambia nella forma e nella organizzazione come anche nella sostanza: le si impone un nuovo profilo, inedito. Quello della 'conversione missionaria'. Un aspetto che, oltre che dal titolo del documento - 'Predicate il Vangelo' - emerge visibilmente dal fatto che il primo Dicastero della Curia, a parte la Segreteria di Stato che diventa "Segreteria papale", non sara' piu' la Congregazione per la Dottrina della fede, com'era nella 'Pastor Bonus', ma il nuovo Dicastero per l'Evangelizzazione. Questo va ad accorpare i precedenti Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli - ex Propaganda Fide - e Pontificio Consiglio per la Nuova evangelizzazione. A presiedere personalmente la nuova struttura il Pontefice in persona, affiancato da due pro-prefetti. Il vero cuore della revisione pero' e' rappresentato dalla nascita di un Dicastero per il Servizio della Carita', l'ex Elemosineria Apostolica, guidato in veste di prefetto dall'Elemosiniere di Sua Santita' (attualmente il cardinale polacco Konrad Krawjeski). L'indicazione e' chiara: il Vangelo deve essere predicato con le parole, ma soprattutto con le opere. Non a caso il cardinale Krajwski assume un ruolo particolare in occasione delle due grandi emergenze umanitarie che caratterizzano gli anni del pontificato bergogliano: l'immigrazione e la guerra in Ucraina.
Duda: "Un grande apostolo della misericordia"
"Papa Francesco è stato un grande apostolo della misericordia, nella quale ha visto la risposta alle sfide del mondo moderno. Mia moglie ed io ci uniamo alle preghiere dei fedeli di tutta la Chiesa cattolica". Così Andrzej Duda, Presidente polacco, su X.
Su palazzi istituzioni bandiere a mezz'asta in segno di lutto
Da Palazzo Chigi alla Camera al Senato, i palazzi delle istituzioni espongono bandiere a mezz’asta in segno di lutto per la scomparsa di Papa Francesco.
Anpi, papa Francesco gigante di umanità e speranza
"È scomparso Papa Francesco, un gigante di umanità, di umiltà, di speranza. Ci ha lasciato con le sue parole di ieri, evocando la pace e condannando il riarmo. Francesco aveva impresso una svolta profondissima nel suo magistero riportandolo alle origini dell'insegnamento cristiano, per una chiesa dei popoli e degli ultimi, per i popoli e per gli ultimi, e restituendo così valore e dignità alla persona umana. Dalle encicliche alle sue parole ai suoi comportamenti quotidiani, Francesco non si è mai stancato di disegnare un mondo di fratelli, di cura dell'altro, di promozione del dono, di tutela del bene comune, di ecologia della vita. Come affermò prima del Conclave, 'la Chiesa è chiamata a uscire da se stessa e andare verso le periferie'. Francesco ha denunciato la tragica assurdità della guerra e la precipitazione del mondo verso l'abisso del terzo conflitto mondiale a pezzi. La sua scomparsa è una perdita pesantissima per tutta l'umanità". Lo afferma il presidente dell'Anpi, Gianfranco Pagliarulo.
Dopo l'elezione, Bergoglio si presenta al mondo come Francesco: "Fratelli e sorelle, buonasera!"
Presidente Aoun, il Libano ha perso "un caro amico"
Il Libano ha perso "un caro amico" e "un fervente sostenitore". Lo ha dichiarato il presidente Joseph Aoun dopo la morte di Papa Francesco, una "perdita per tutta l'umanita'". "Non dimenticheremo mai i suoi ripetuti appelli a proteggere il Libano e a preservarne l'identita' e la diversita'", ha aggiunto Aoun, l'unico capo di Stato cristiano nel mondo arabo. Papa Francesco e' stato "una voce potente per la giustizia e la pace (...) e un difensore del dialogo tra religioni e culture", ha aggiunto.
Francesco e il suo rapporto con Ratzinger
Due uomini vestiti di bianco, che si incontrano e si abbracciano. Per capire l'effetto, si pensi a Ritorno al Futuro e all'idea dell'interruzione del circuito spazio-temporale. In Vaticano qualcosa successe, di molto simile, dieci anni fa. Il Papa incontrava se stesso, ma di interruzioni dell'armonia cosmica non ve ne furono: erano Benedetto e Francesco che si rivedevano dopo il conclave. Personaggi diversi, messi talvolta a forza l'uno contro l'altro, a forza immaginati vecchi amici che insieme mangiano una pizza, bevono una birra e si guardano Argentina-Germania. Ne' una cosa, ne' l'altra: e non solo perche' a Ratzinger il calcio interessava pochissimo e Bergoglio a un certo punto ha fatto voto di rinunciare alla Tv. Comunque di conflittualita' nessuna, nemmeno quando un libro di un cardinale conservatore, Sarah, sul celibato dei sacerdoti usci' in Francia con la prefazione del Papa emerito. Ancora poco prima che Benedetto lasciasse questo mondo, l'ultimo giorno del 2022, Francesco aveva evocato la sua amicizia nei confronti del predecessore, al momento della consegna dei Premi Ratzinger. "Come sapete, non mancano per me momenti di incontro personale, fraterno e affettuoso, con il Papa emerito", ricordo' Bergoglio, "Inoltre tutti sentiamo la sua presenza spirituale e il suo accompagnamento nella preghiera per la Chiesa intera. Quegli occhi contemplativi che fa vedere sempre... Questa occasione e' importante per riaffermare che anche il contributo della sua opera teologica e piu' in generale del suo pensiero continua a essere fecondo e operante". E il giorno della morte, l'ultimo dell'anno, Bergoglio volle dedicargli un pensiero al termine del Te Deum. "Parlando della gentilezza, in questo momento, il pensiero va spontaneamente al carissimo Papa emerito Benedetto XVI, che questa mattina ci ha lasciato. Con commozione ricordiamo la sua persona cosi' nobile, cosi' gentile. E sentiamo nel cuore tanta gratitudine: gratitudine a Dio per averlo donato alla Chiesa e al mondo; gratitudine a lui, per tutto il bene che ha compiuto, e soprattutto per la sua testimonianza di fede e di preghiera, specialmente in questi ultimi anni di vita ritirata. Solo Dio conosce il valore e la forza della sua intercessione, dei suoi sacrifici offerti per il bene della Chiesa. Questa sera vorrei riproporre la gentilezza anche come virtu' civica, pensando in particolare alla nostra diocesi di Roma".
Papa, a Notre Dame 88 rintocchi in omaggio a Francesco
Le campane di Notre-Dame de Paris hanno scandito, dalle ore undici, 88 rintocchi in omaggio a papa Francesco scomparso oggi all'età di 88 anni. ''88 rintocchi per88 anni di vita'', che si chiuderanno con "un grande scampanellio'', precisa il servizio stampa della cattedraleparigina. A Notre-Dame, recentemente riaperta dopo il devastanteincendio del 15 aprile 2019, sono inoltre previste due messe, a mezzogiorno e alle 18, prima di una grande veglia di preghieraintorno alle 19.
Pace e immigrazione: le due grandi sfide di Francesco
Non c'è dubbio che il pontificato di Papa Francesco sarà ricordato anche per due grandi battaglie (accanto a quella per l'ambiente e la cura del creato): la pace e l'accoglienza dei migranti che a rischio della vita continuano a cercare possibili vie di fuga da fame e conflitti. Due battaglia che spesso hanno rappresentato per il "papa venuto da lontano" altrettante spine. Il conflitto in Ucraina prima e il riesplodere della guerra israelo-palestinese in medio Oriente poi, con i tentativi anche diplomatici per porvi rimedio, lo scontro sotto-traccia contro gli imperialismi, che ancora dominano il mondo ha fatto da sfondo a moltissimi dei suoi interventi dallo scoppio del conflitto prima in Europa e poi in M.O. con una costante denuncia dell'industria bellica e di quanti si arricchiscono costruendo armi sempre più sofisticate e, quindi, costose. Spese miliardarie, ha sempre ricordato Papa Bergoglio, che se impiegate per il bene delle popolazioni mondiali avrebbero risolto quasi del tutto problemi legati a fame e malattie.Non che prima, Francesco non si fosse esposto in favore di una politica che finalmente ponesse fine alla logica dei conflitti come risoluzione delle dispute internazionali, denunciando con forza, appunto, i mercanti di morte e l'inerzia delle organizzazioni internazionali, prima fra tutte l'Onu, in difesa delle popolazioni civili, ormai le prime vittime degli interessi espansionistici dei nuovi imperi. Interventi in questo senso si sono susseguiti quasi senza sosta, nei discorsi al Corpo diplomatico e nei consessi internazionali, per chiedere un rilancio del peso e del senso stesso delle istituzioni internazionali, prima fra tutte le Nazioni Unite. In un messaggio del 2017 per la sessione Onu sulla non proliferazione delle armi nucleari, il Papa affermava che la stessa Carta delle Nazioni Unite indica quali sono "le fondamenta della costruzione giuridica internazionale: la pace, la soluzione pacifica delle controversie e lo sviluppo delle relazioni amichevoli tra le nazioni. Un'etica e un diritto basati sulla minaccia della distruzione reciproca - e potenzialmente di tutta l'umanità - sono contraddittori con lo spirito stesso delle Nazioni Unite", osservava."Il compito delle Nazioni Unite, a partire dai postulati del Preambolo e dei primi articoli della sua Carta costituzionale, può essere visto come lo sviluppo e la promozione della sovranità del diritto, sapendo che la giustizia è requisito indispensabile per realizzare l'ideale della fraternità universale. In questo contesto, è opportuno ricordare che la limitazione del potere è un'idea implicita nel concetto di diritto", ha, invece, ricordato Papa Francesco nel 2015 nel corso del suo discorso al Palazzo di vetro di New York. "Dare a ciascuno il suo, secondo la definizione classica di giustizia, significa che nessun individuo o gruppo umano si può considerare onnipotente, autorizzato a calpestare la dignità e i diritti delle altre persone singole o dei gruppi sociali. - ha spiegato il Papa la sua posizione in quell'importante consesso internazionale - La distribuzione di fatto del potere (politico, economico, militare, tecnologico, ecc.) tra una pluralità di soggetti e la creazione di un sistema giuridico di regolamentazione delle rivendicazioni e degli interessi, realizza la limitazione del potere". Parole che sono poi risuonate come profetiche negli anni successivi. Una pace, quindi, che Francesco ha sempre legato (come i suoi predecessori) a questioni sociali e di giustizia internazionale che hanno negli ultimi decenni trovato una evidente valvola di sfogo nell'immigrazione. Un tema subito chiaro a Jorge Mario Bergoglio se si pensa che uno dei suoi primi viaggi è stato a Lampedusa in quell'isola di dolore ma anche di ospitalità. In quell'occasione i gesti parlarono più delle parole con la deposizione in mare di una corona di fiori nel ricordo delle tante vittime nel Mediterraneo. Di migranti, Francesco ne ha parlato così tanto che sarebbe quasi impossibile farne una casistica. Ci limitiamo, per tutte, a citare la sua lettera inviata al Centro Astalli di Roma, gestito dai suoi confratelli Gesuiti, il 14 novembre del 2021 quando ha ricordato che "il numero delle persone costrette a fuggire dalla propria terra è in continua crescita". Rivolgendosi poi agli ospiti (per lo più rifugiati e richiedenti asilo) del Centro, Francesco ha ricordato i motivi della loro fuga dettata da "condizioni di vita assimilabili a quelle della schiavitù", quando non provocate "da terribili e spregevoli guerre". "Purtroppo il mettersi in cammino non ha costituito in molti casi una vera liberazione - è stata la sua triste considerazione - purtroppo spesso vi siete scontrati con un deserto di umanità, con l'indifferenza che si è fatta globale e che inaridisce le relazioni tra gli uomini. La storia di questi ultimi decenni ha dato segni di un ritorno al passato...".
A San Pietro già folla di fedeli. Vie limitrofe colme, 'forse si è stancato troppo'
Sono numerosi i fedeli che si accalcano davanti al colonnato di San Pietro e lungo vie limitrofe che portano alla basilica di San Pietro cercando di entrare. È già attivo un servizio d'ordine che disciplina gli ingressi. Fedeli, turisti semplici curiosi di molte lingue e tante razze fanno la fila ordinatamente. "Forse in questi giorni si è stancato troppo si è esposto troppo", dicono alcuni.
Cordoglio Ucei: "In sue ultime parole attenzione per crescente antisemitismo"
Le Comunità ebraiche italiane esprimono ''alle sorelle e i fratelli cristiani il cordoglio per l'improvvisa perdita, di Papa Francesco, nonostante i miglioramenti delle ultime settimane, partecipando al dolore di tutti i fedeli''. ''Il suo lungo pontificato, segnato dall'anno giubilare in corso, attraversa diversi cambiamenti epocali e crisi mondiali che generano importanti riflessioni, per l'oggi e il domani, nel solco dell'imprescindibile dialogo tra le fedi - aggiunge l'Ucei - Nelle sue ultime parole importante l'attenzione all'antisemitismo crescente''.
Mattarella: "Riconoscenza a Papa diventi responsabilità"
Ho appreso con grande dolore personale la notizia della morte di Papa Francesco, avvertendo il grave vuoto che si crea con il venire meno del punto di riferimento che per me ha sempre rappresentato. La morte di Papa Francesco suscita dolore e commozione tra gli italiani e in tutto il mondo. Il suo insegnamento ha richiamato al messaggio evangelico, alla solidarietà tra gli uomini, al dovere di vicinanza ai più deboli, alla cooperazione internazionale, alla pace nell’umanita’. La riconoscenza nei suoi confronti va tradotta con la responsabilità di adoperarsi, come lui ha costantemente fatto, per questi obiettivi.
Le radici italiane di Bergoglio, addio al papa argentino di origine piemontese
l padre del Papa, Mario Bergoglio, nacque a Torino nel 1908, ma in seguito la famiglia tornò ad Asti dove risiedette prima di emigrare per l'Argentina nel 1929. Papa Francesco nacque nel 1936 a Buenos Aires, ma non ha mai dimenticato le sue origini piemontesi e ha sempre mantenuto contatti con i parenti, alcuni dei quali risiedono ancora nella casa di Portacomaro e Torino. Nel 2015, in visita proprio nel capoluogo piemontese, si emoziona recitando una poesia in dialetto: "Rassa Nostrana" gli era stata insegnata dall'amata nonna Rosa. "I miei nonni abitavano a 50 metri dalla nostra casa. Passavo tutta la giornata con loro e parlavano solo dialetto. Potrei dire che la mia lingua madre è il piemontese", raccontò nel 2018 in un'intervista a TV2000. Nel 2022 il ritorno nella sua terra d'origine, in una visita dal sapore familiare: si recò ad Asti per incontrare i familiari in occasione del 90° compleanno di una sua cugina. "Da queste terre mio padre è partito per emigrare in Argentina e in queste terre, rese preziose da buoni prodotti del suolo e soprattutto dalla genuina laboriosità della gente, sono venuto a ritrovare il sapore delle radici", disse in quell'occasione durante la Messa nella Cattedrale di Asti. Infine, il saluto in dialetto: "A la fame propri piasi' encuntreve" ("Mi ha fatto piacere incontrarvi"). E l'augurio: "Ch'a staga bin! ("State bene!").
Premier Irlanda: "Francesco parlava per poveri e oppressi"
Papa Francesco "parlava per i poveri e gli oppressi". E' l'elogio del premier irlandese Micheal Martin per il pontefice, morto a 88 anni.
Bätzing (Conferenza episcopale tedesca): "Chiesa perde grande Pontefice"
"Con la morte di Papa Francesco, la Chiesa perde un grande Papa, un pastore prudente e un coraggioso rinnovatore della missione della Chiesa. Con profondo dolore, ci inchiniamo davanti a un Papa che si è preoccupato di stare tra la gente e di raggiungere i margini della società". Così il presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, il vescovo Georg Bätzing, sulla morte di Papa Francesco, scomparso oggi all'età di 88 anni. "Papa Francesco ha posto forti accenti nella Chiesa e ha inaugurato nuovi modi di vivere insieme. Le sue encicliche e lettere apostoliche, soprattutto dopo i coraggiosi e innovativi sinodi dei vescovi a Roma sui temi della famiglia, dei giovani e della regione amazzonica, continueranno a essere la nostra missione e il nostro impegno. Il cammino di una Chiesa sinodale da lui avviato è e rimane irreversibile con le due Assemblee generali del Sinodo mondiale del 2023 e del 2024", ha dichiarato Bätzing, aggiungendo che "in quest’ora di lutto e di congedo, siamo grati a un Papa che ci ha mostrato una fede viva e ci ha trasmesso una nuova consapevolezza della misericordia, anche nella Chiesa. Papa Francesco ha unito le persone fungendo da costruttore di ponti". "Con gratitudine salutiamo Papa Francesco, amico dell’umanità e pescatore di uomini", ha concluso il capo dei vescovi tedeschi.
In sede vacante decadono segr. Stato e capi Dicastero
Con la scomparsa di Papa Francesco si apre per la Chiesa Cattolica un periodo di "Sede vacante" iniziato con l'accertamento ufficiale del decesso da parte del Camerlengo di Santa Romana Chiesa, che è la figura preposta all'amministrazione temporanea della Santa Sede durante questo periodo, si tratta del cardinale statunitense Kevin Farrell che si è recato presso il corpo del Papa defunto per riconoscerlo e constatare la morte (in teoria dovrebbe anche sigillare gli appartamenti privati, ma Francesco vivendo a Santa Marta non ne aveva). In passato, era consuetudine che il camerlengo chiamasse il Papa tre volte per nome prima di dichiararne ufficialmente la morte; oggi la verifica avviene secondo procedure mediche. Subito dopo, il camerlengo informa il cardinale decano e i cardinali, quindi tutta la Curia. Con la morte del Papa e la sede vacante il segretario di Stato, il cardinal Pietro Parolin, e tutti i capi dicastero, decadono dal loro ufficio, tranne il cardinale camerlengo e il penitenziere maggiore, cardinal Angelo De Donatis, che continua a esercitare le sue funzioni ordinarie. Il governo ordinario della Chiesa è sospeso, e vengono gestiti solo gli affari correnti. La guida temporanea spetta al Collegio dei Cardinali, che pero' non puo' introdurre innovazioni o prendere decisioni vincolanti per il futuro.
Bandiere a mezz'asta a Palazzo Chigi
Le bandiere d'Italia e dell'Ue sono a mezz'asta a Palazzo Chigi, in segno di lutto per la morta di Papa Francesco.
Con 10 concistori nominò oltre il 70% degli elettori del conclave
Papa Francesco ha presieduto dieci concistori durante il suo pontificato, superando così Giovanni Paolo II che ne aveva presieduti nove in quasi 27 anni, stabilendo un record. L'ultimo risale al 7 dicembre 2024, quando ha creato 21 nuovi cardinali. Con le sue nomine, Francesco, ha ridefinito il profilo del collegio cardinalizio, delineando il conclave che eleggerà il nuovo pontefice. Con il concistoro dello scorso dicembre, ha, infatti, nominato oltre il 70% degli elettori del prossimo conclave, modellandolo secondo i principi della sinodalità, dell'apertura verso le periferie e della riforma ecclesiastica. Il codice di diritto canonico prevede che il numero dei cardinali votanti sia ordinariamente di 120, anche se i papi sono liberi di nominarne di più, se lo desiderano. Al 7 dicembre 2024, giorno scelto per il concistoro, esistevano già esattamente 120 cardinali sotto gli 80 anni che quindi potevano votare al prossimo conclave. La scelta del papa di nominare altri 21 cardinali, quindi, è dovuta al fatto che il 2025 è un anno pieno di ottantesimi compleanni per il collegio cardinalizio, anno in cui molti cardinali quindi perdono il diritto di voto in un conclave. Tra questi, il cardinale Oswald Gracias di Bombay compirà 80 anni la vigilia di Natale e altri 13 cardinali nel corso del 2025, incluse figure come il cardinale Christoph Schönborn, compiuti il 22 gennaio scorso, e il cardinale Robert Sarah, il prossimo 15 giugno. Nonostante l'aggiunta di 21 nuovi cardinali, quindi, il numero degli elettori scenderà presto da 141 a 119 a causa del raggiungimento del limite di età di molti membri. Oggi il collegio cardinalizio è meno europeo rispetto all'inizio del pontificato del papa argentino nel 2013. I cardinali europei sono meno del 45% degli elettori, a fronte del 52% nel 2013. L'Africa e l'Asia, invece, sono più presenti all'interno del collegio, segno del cambiamento verso una Chiesa più globale e meno eurocentrica. Papa Francesco ha anche diminuito il peso delle tradizionali potenze cattoliche come Italia e Francia. Sebbene gli italiani siano ancora i più rappresentati, con 17 elettori, il loro peso è diminuito. Queste non sono solo scelte politiche, ma pastorali: la nomina di cardinali di diocesi 'periferiche' sottolinea una preferenza per una Chiesa vicina ai bisogni locali.
Premier Olanda: "Uomo tra gli uomini, esempio anche per i non cattolici"
''Papa Francesco è stato in tutto e per tutto un uomo tra gli uomini. La comunità cattolica mondiale ricorda un leader che ha visto e chiamato in causa i bisogni del nostro tempo. Con la sua profonda sobrietà, il suo servizio e la sua umanità, Papa Francesco è stato un esempio per molti, compresi i non cattolici. Lo ricordiamo con profondo rispetto''. Così su 'X' il primo ministro olandese Dick Schoof.
Meloni: "Chiesto a mondo cambio rotta, andremo in questa direzione"
"Nelle meditazioni della Via Crucis, ci ha ricordato la potenza del dono, che fa rifiorire tutto ed è capace di riconciliare ciò che agli occhi dell'uomo è inconciliabile. E ha chiesto al mondo, ancora una volta, il coraggio di un cambio di rotta, per percorrere una strada che 'non distrugge, ma coltiva, ripara, custodisce'. Cammineremo in questa direzione, per ricercare la strada della pace, perseguire il bene comune e costruire una società più giusta e più equa. Il suo magistero e la sua eredità non andranno perduti. Salutiamo il Santo Padre con il cuore colmo di tristezza, ma sappiamo che ora è nella pace del Signore". Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo la notizia della morte di papa Francesco.
Lega A 'rinviate per lutto 4 partite di oggi'
"A seguito della scomparsa del Santo Padre, la Lega Nazionale Professionisti Serie A comunica che le gare previste nella giornata odierna di Campionato di Serie A Enilive e Primavera 1 sono rinviate a data da destinarsi". Così la Lega Serie A in un comunicato. Oggi erano previste quattro partite di Serie A.
Sanchez: "Il suo impegno per pace e giustizia sociale lascia eredità profonda"
"Piango la scomparsa di Papa Francesco. Il suo impegno per la pace, la giustizia sociale e i più vulnerabili lascia un'eredità profonda. Riposi in pace". Lo ha scritto su X il premier spagnolo Pedro Sanchez. Il ministro degli Esteri iberico, José Manuel Albares, ha rivolto le "più sentite condoglianze ai cattolici in Spagna e nel mondo", e ha definito Papa Francesco "un uomo di pace e di dialogo tra culture e religioni".