Varata la Road Map europea per ridurre le emissioni di CO2
Il 14 marzo il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione indicata come la “road map” energetica per i paesi membri da qui fino al 2050. L’obiettivo principale da raggiungere è quello di ridurre drasticamente le emissioni di CO2, facendo a meno, dopo più di tre secoli, del carbone come fonte di approvvigionamento e produzione energetica. Il carbone è difatti da tempo additato come una delle cause principali di emissioni di questo gas nocivo per la qualità dei nostri ambienti. Nella risoluzione che prevede alcuni punti di massima a cui gli stati membri dovranno uniformarsi, è ribadito la validità del cosiddetto mix energetico, ossia la possibilità di ricavare la quantità dell’energia necessaria a far funzionare tutte le nostre attività, da differenti produzioni. Si fa riferimento ovviamente all’incremento delle cosiddette rinnovabili, eolico, solare, geotermico, biomasse, ma nella risoluzione è esplicitato più volte il ricorso alla produzione di energia da fonte nucleare.
Dunque l’Europa, se pure fra molti distinguo non ultimi quelli degli ambientalisti da sempre contrari all’uso del nucleare, dice che al momento la fonte nucleare non può venire abbandonata in quanto può rappresentare un valido aiuto a ridurre le emissioni di CO2 così come la dipendenza dal petrolio di cui molti stati soffrono. E’ questo un problema che ci riguarda, avendo da tempo lasciato l’opzione nucleare. Certamente la risoluzione va nella direzione di rendere sempre più “verdi” le fonti di produzione, ma non appare secondario il fatto che almeno ad oggi appare molto difficile, se si vuole contrastare lo strapotere degli idrocarburi in fatto di energia, accantonare l’atomo. Queste le parole nel merito“ Alcuni Stati membri considerano ancora l'energia nucleare una fonte sicura, affidabile e a costi contenuti per la produzione di elettricità a basse emissioni di carbonio». Una prospettiva quella nucleare dunque che l’Europa ritiene ancora attuale e utile in questo scenario, non dimenticando però che per il 2050, la quota di energia prodotta con le rinnovabili dovrà raggiungere la soglia del 55% del totale prodotto. Nello scenario proposto si fa anche riferimento al fatto che il gas sarà man mano più determinante di carbone e petrolio.
Nel quadro tracciato dalla risoluzione un posto importante lo rivestono anche gli investimenti per le infrastrutture e per la creazione di un mercato unico dell’energia a livello europeo. Sarebbe tale mercato indispensabile per incentivare la concorrenza tra i vari operatori in modo da ridurre i costi per gli utenti. E ancora si raccomanda i paesi membri a seguire una serie di raccomandazioni per migliorare l’efficienza energetica e ridurre al massimo gli sprechi. Versante purtroppo che ci vede decisamente in ritardo sugli standard continentali. Per quanto riguarda la produzione energetica da fonti rinnovabili, infine, bisognerà agire a livello statale in modo da limitare l’eccessive disparità in fatto di costi e prezzi.