Metro C. L'opera infinita

di Guia Fortuna 15/04/2015 ROMA
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Nella foto il cantiere di Piazza Malatesta

La metropolitana di Hannover in Germania, è costata 18,6 milioni di euro al km, quella di Madrid in Spagna è stata costruita in 48 mesi. In Italia, a Roma, la metro C è in costruzione dal 2007, fino ad ora ha raggiunto il costo di 1,88 miliardi di euro, tenendo conto che mancano i finanziamenti per ultimarla (dati Metro C s.p.a), e che la fine dei lavori fissata per il 2011 è prima slittata al 2013, a causa, si legge sul sito di Metro C spa, delle numerose varianti volute dall’amministrazione, sprofondata poi nell’incertezza di questi giorni. La tratta aperta a novembre 2014, Giardinetti - Parco di Centocelle al momento non serve a granché, perché i pendolari che arrivano dalle periferie sud est della capitale sono costretti a fermarsi sulla Casilina, all’altezza di Centocelle e dunque in una zona ancora lontana dal centro e da altri snodi strategici, come il Pigneto o San Giovanni. Il tratto da Centocelle a Lodi-San Giovanni e poi Colosseo, dove era stato previsto l’incrocio con la metro B, appare a tutt’oggi un miraggio.

La metro C rientrava nei progetti infrastrutturali pre Anno Giubilare del 2000, con un’approvazione da parte del Cipe (Comitato Interministeriale programmazione economica), risalente al 1993. Fu la Giunta Rutelli che ne discusse per la prima volta la fattibilità. Stiamo parlando dell’alba della Seconda Repubblica!

Nel frattempo tra mille peripezie e lungaggini finalmente nel 2006 arrivano i fondi e si parte. Il rresto è cronaca di questi giorni con l’apertura di un’inchiesta da parte della Procura di Roma, su presunti illeciti riguardo l’affidamento degli appalti dell’opera strutturale della capitale, che pare abbia come motivazioni, le procedure, i tempi di consegna e l’aumento dei costi. Questa si lega attraverso il manager Ercole Incalza, all’inchiesta della Procura di Firenze sulle grandi opere, per la quale è stato arrestato con l’accusa di corruzione.

L’inchiesta di Roma è stata aperta dopo l’ennesimo rinvio dell’apertura, voluto dalla commissione tecnica del ministero dei trasporti. Oltre ai due procedimenti penali, anche la Corte dei Conti del Lazio, aveva contestato un danno per l’erario tra il 2006 ed il 2010 a causa del rinvio dei lavori della linea C ed un aumento dei costi di 364 milioni di euro. Un mese fa infine, fu imposto l’ennesimo rinvio all’apertura, a causa di “anomalie negli impianti” e “rischio di malfunzionamento”.

Tutto fermo dunque, per l’ennesima volta e la città ed i cittadini, sono i primi a pagarne le conseguenze più gravi. Roma è un cantiere a cielo aperto, in zone di pregio artistico e strategiche a livello di viabilità stradale. Purtroppo la capitale non possiede una rete di pubblica mobilità all’altezza e questo, inficia non solo sugli spostamenti ma anche sulla produttività della città, per non parlare dell’inquinamento, provocato dell’ utilizzo delle auto per gli spostamenti.

Inoltre bisogna pensare che nel 1999, esistevano progetti mirati al ripristino della rete tranvia e all’esaltazione del mezzo pubblico, che collegavano treni, tram, bus e metro; uno su tutti, la costruzione di una nuova linea Termini (metro A,B) – Piazza Venezia (futura metro C) – Largo di Torre Argentina (allaccio alla linea 8) – Corso Vittorio Emanuele – San Pietro – via Gregorio VIII (linea FM3 delle FS) - Piazza Giureconsulti.

Cosa è accaduto è ormai evidente, gli affari che si possono fare a Roma fanno gola a molti, dal pesce più piccolo al più grande. Mafia capitale, lo scandalo dei biglietti clonati Atac sono solo esempi eclatanti di cosa si muove in città.

Intanto la magistratura indaga sugli intricati intrecci tra malaffare e cattiva politica mentre la società civile attende che gli interessi dei privati cedano finalmente il passo al bene comune.


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