F35. Dietro Front. Il Governo non ritira gli investimenti già preventivati

di M.L. 05/06/2015 POLITICA
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La lunga e controversa questione degli F35 che da almeno quattro anni monopolizza la politica della Difesa del nostro paese sembra ancora una volta giunta ad un punto morto, impantanarsi nella palude dei tatticismi e delle verità inconfessabili a cui l’opinione pubblica sembra destinata a non poter accedere per un sistema informativo mai come in questo caso inefficiente se non connivente. Ma le responsabilità non sono addebitabili tutte ai media. Il fatto è che sui famigerati caccia di nuova generazione, che poi tanto imbattibili e supersonici non sembrano nei fatti, si è alzata, ad arte, una densa cortina fumogena.

Lo stesso premier Renzi quando ancora non sedeva a Palazzo Chigi, in più occasioni si era speso, su twitter o in dichiarazioni in carne e ossa, sull’inutilità di una spesa così alta per le casse statali visto le urgenze che il paese deve affrontare, fino a dire al meeting degli scout dell’estate 2014: “La più grande arma per costruire la pace non sono gli Eurofighter o gli F35, ma la scuola. Quando fai delle spese che sono inutili, per il gusto di buttare via i soldi, ti senti piangere il cuore".

Per non parlare quando ai tempi del governo Monti non passava settimana che l’allora sindaco di Firenze non sottolineasse l’assurdità di una spesa così elevata. Ma nell’ultimo anno qualcosa deve essere cambiato, forse le responsabilità di governo, forse qualche colloquio bilaterale, vedi (quello tra il premier e Obama, ma la foga anti F 35 del leader del Pd sembra ormai un lontano ricordo. Inoltre la ministra della Difesa Pinotti sembra aver fatto della questione degli F 35 una questione d’onore, ostinatamente decisa a portarla a casa. E risultato è la pubblicazione a fine maggio del Documento Programmatico Pluriennale della Difesa dove si legge forte e chiaro che  per gli F35 la spesa prevista è ancora di 10 miliardi e che con queste risorse il programma sarà completato entro il 2027, in barba alle mozioni, votate dalla camera, fino a qualche mese fa in cui si chiedeva una netta e drastica riduzione della spesa per i caccia. Le opposizioni, Sel e 5 Stelle, ma anche settori della minoranza pd, chiedono una chiarimento da parte della ministra e del Governo, che al momento fanno finta di non sentire da questo orecchio.

I numeri. 

 Secondo i dati diffusi l'onere di spesa per i velivoli F-35 sul 2015 sarà di 582,7 milioni di euro. Nella sostanza sono circa 500 i milioni destinati all’acquisizione dei velivoli (sia dei lotti già iniziati che di quelli futuri) mentre la quota restante è relativa ad infrastrutture ed industria.

Il totale complessivo configura quindi una crescita di circa 220 milioni di euro rispetto alla spesa del 2014, nella versione già abbassata a seguito della spendingreview del Governo Renzi, con un aumento percentuale del 62%, rispetto invece a quanto il precedente Documento Programmatico ipotizzava per l'anno 2015 si ha una flessione di circa 60 milioni cioè una discesa del 10%.

Più di queste grezze considerazioni non ci si può addentrare nel dettaglio del programma JSF, perché la Difesa è molto succinta e scarna negli Allegati pubblicati, che non diffondono in realtà tutti i dati di dettaglio che potrebbero invece chiarire la situazione in maniera definitiva. Nell’esporre i costi vengono poi infatti anche confusi e mischiati i dati di acquisizione dei velivoli (che sono una cosa) e quelli di predisposizione e prime fasi di sviluppo del programma (che sono preliminari a tutto). Dal Documento Programmatico 2015-2017 presentato si rende comunque evidente, in maniera ufficiale, il mantenimento della cifra complessiva per l'avvio dell’acquisizione e supporto logistico. Cioè dei soldi destinati all’acquisto effettivo degli aerei. Anche DPP del 2015 restano infatti stimati a riguardo oneri complessivi per circa 10 miliardi di euro (completamento al 2027) così come già previsto nel documento dell'anno scorso. (Dati forniti dall’Ufficio stampa di Sel).

 Il risultato, se il documento di spesa verrà rispettato, che entro il 2020 il nostro paese non potrà che mantenere fede agli accordi precedentemente presi con l’acquisto dei primi 38 F35, per poi, come, quando, con quali soldi, procedere all’acquisto dei restanti 52.

 Ci si aspetta ora che su un tema così scottante e decisivo per le casse statali, le forze presenti in Parlamento, che a parole si sono dichiarate quasi all’unisono contrarie agli F 35, promuovano un serio dibattito che tenga conto che la maggioranza dei cittadini italiani non è affatto d’accordo con una spesa così esosa, quando settori come trasporti, sanità, scuola, pagano largamente la crisi.

Stanziamenti per F35. Anni 2003-2015 in milioni di euro 

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

Totale

107,3

126

118,8

148,7

127,8

94,8

47,1

158,9

468,6

548,7

500,3

359,1

582,7

3388,8

 

Fonte: Nota aggiuntiva Bilancio Difesa e DPP del 2013, 2014, 2015

 Questi dati si riferiscono a flussi effettivi finanziari. In particolare comprendono anche i costi di acquisizione per i primi velivoli della serie italiana (costi iniziati a partire dal 2011): almeno 8 quelli confermati definitivamente più diversi altri pezzi di pre-produzione per i lotti successivi.

Il costo confermato da contratti di sola acquisizione degli aerei, desunto da documenti ufficiali del Dipartimento della Difesa USA, ammonta ad oggi per l’Italia a circa 900 milioni di euro

 


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