Estate 2015, la più calda di sempre

di Euroroma 01/09/2015 AMBIENTE
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Se pur bombardati da previsioni meteo ad ogni ora, in ogni sito web, nei più svariati programmi televisivi, e quindi a rischio confusione visto le decine di campane che si possono consultare in merito, anche ai meno attenti o ai più disorientati non può essere sfuggito, se non altro per averlo provato sulla propria pelle, che la stagione primaverile-estiva 2015 è stata eccezionalmente calda per l’Italia, e in genere per l’Europa centrale, mediterranea e quella orientale.

A riprova di questa fastidiosa sensazione cominciano ad arrivare dati e misurazioni che confermano senza ombra di dubbio che per il nostro paese il mese di luglio 2015 è stato il più caldo mai registrato dal 1800. Ce lo dice l’Isac-CNR, istituto di ricerca con la banca dati di climatologia italiana, che illustrano un quadro difficile per il nostro clima. A luglio 2015 le temperature si sono attestate su livelli anomali, anche per il mese più caldo dell’anno, facendo registrare 3,6°C  in più in media, superando così anche le medie del luglio 2003, (2,6 gradi in più) fino al mese scorso il periodo più caldo mai registrato. E poiché l’estate del 2003 è stata eccezionale dal punto di vista del caldo, occorrerà trovare un altro aggettivo per qualificarla. Inoltre il trend del caldo ha avuto inizio già nel 2014, passato come l’anno più caldo per le temperature medie globali. Se continua così il 2015 lo potrebbe superare, visto le grandi ondate di caldo registrate in India e nel sud est asiatico, in America del Nord, in Europa ecc.

Ritornando all’Italia a peggiorare la situazione le alte temperature si sono associate a precipitazioni, da aprile ad oggi, decisamente sotto le medie, con gravissime ripercussioni sull’agricoltura e sugli allevamenti. A soffrire il caldo anche i ghiacciai alpini, in grave sofferenza. Un caldo appesantito dagli alti tassi d’umidità che soprattutto nelle ore notturne hanno reso praticamente impossibile dormire nei centri urbani. Le nostre città trasformate in “isole di calore” dove chi non ha l’aria condizionata ha realmente sofferto.

In prospettiva le previsioni climatiche non lasciano spazio all’ottimismo. Per l’area del Mediterraneo i ricercatori prevedono per il prossimo secolo un innalzamento medio tra uno e tre gradi, scenari che se si realizzeranno avranno un drastico e inquietante impatto sulla vita quotidiana dei futuri abitanti del Mediterraneo. In breve il clima mediterraneo andrebbe a scomparire a favore di uno più subtropicale caratterizzato da maggiori tassi d’umidità, inverni e freddo sempre più relegati ai mesi di gennaio e febbraio, e precipitazioni distribuite meno regolarmente durante l’anno e con picchi d’intensità tali da provocare danni sul già fragile territorio del Paese. Eventi a cui già da una ventina d’anni assistiamo regolarmente e che hanno provocato distruzione e morte da Nord a Sud.

 Fatto sta che l’accumulo di calore, soprattutto nelle aree urbane, non è un fattore da prendere sotto gamba per la salute e per la qualità della vita e il clima, non va mai dimenticato, è la base la radice di ogni abitudine umana. Se quello mediterraneo tanto celebrato nel mondo per il suo equilibrio e i suoi vantaggi scomparirà, ciò non sarà di certo ininfluente sulla nostra società, con conseguenze nel futuro tutte da verificare. Motivo che dovrebbe spingere la classe dirigente a fare dei cambiamenti climatici uno delle prime questioni da affrontare.


 


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