11 Settembre 2015. Giornata della Marcia delle donne e degli uomini scalzi
Un'iniziativa che parte dal Lido di Venezia per i diritti dei profughi contro il "disumanesimo dilagante"
Il Lido di Venezia come luogo d’incontro e di riflessione venerdì 11 Settembre. Ma non per la concomitante mostra del Cinema di Venezia. L’affascinante luogo lagunare è infatti lo scenario dove si svolge quella che è stata denominata la “Marcia delle donne e degli uomini scalzi”, in contemporanea con molte altre città della Penisola, come Cremona, Napoli, Milano. L’obiettivo degli organizzatori è di “unire tutte le donne e gli uomini in una grande mobilitazione contro il disumanesimo dilagante”.
La scelta del Lido non è casuale, proprio il mondo del Cinema è ambito che da tempo rivolge più di uno sguardo alla crisi dei profughi, dei migranti, dei richiedenti asilo in fuga da guerre e carestie. Numerose sono le adesioni, da Roberto Saviano a Gad Lerner, da Jasmine Trinca ad Elio Germano e Valerio Mastrandrea fino ad Amnesty International fino alla sinistra europea di Tsipras. Assieme a questi marceranno scalzi, a voler ricordare la marcia dei profughi dall’Ungheria alla Germania, l’universo dell’associazionismo, da quello cattolico al laico, i sindacati, esponenti del mondo della cultura, del Cinema del giornalismo.
Il corteo richiederà principalmente l’attenzione su quattro questioni, ritenute le più urgenti in merito alla situazione che si è venuta a creare in questi mesi. La certezza del rispetto di corridoi umanitari; un'accoglienza degna e rispettosa per tutti; la chiusura e lo smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti; un unico sistema di asilo europeo, nel superamento del Regolamento di Dublino.
Pubblichiamo di seguito integralmente l’appello lanciato a sostegno della manifestazione
“E’ arrivato il momento di decidere da che parte stare. E’ vero che non ci sono soluzioni semplici e che ogni cosa in questo mondo è sempre più complessa. Ma per affrontare i cambiamenti epocali della storia è necessario avere una posizione, sapere quali sono le priorità per poter prendere delle scelte.
Noi stiamo dalla parte degli uomini scalzi. Di chi ha bisogno di mettere il proprio corpo in pericolo per poter sperare di vivere o di sopravvivere. E’ difficile poterlo capire se non hai mai dovuto viverlo. Ma la migrazione assoluta richiede esattamente questo: spogliarsi completamente della propria identità per poter sperare di trovarne un’altra. Abbandonare tutto, mettere il proprio corpo e quello dei tuoi figli dentro ad una barca, ad un tir, ad un tunnel e sperare che arrivi integro al di là, in un ignoto che ti respinge, ma di cui tu hai bisogno.
Sono questi gli uomini scalzi del 21°secolo e noi stiamo con loro. Le loro ragioni possono essere coperte da decine di infamie, paure, minacce, ma è incivile e disumano non ascoltarle.
La Marcia degli Uomini Scalzi parte da queste ragioni e inizia un lungo cammino di civiltà. E’ l’inizio di un percorso di cambiamento che chiede a tutti gli uomini e le donne del mondo globale di capire che non è in alcun modo accettabile fermare e respingere chi è vittima di ingiustizie militari, religiose o economiche che siano.
Non è pensabile fermare chi scappa dalle ingiustizie, al contrario aiutarli significa lottare contro quelle ingiustizie. Dare asilo a chi scappa dalle guerre, significa ripudiare la guerra e costruire la pace.
Dare rifugio a chi scappa dalle discriminazioni religiose, etniche o di genere, significa lottare per i diritti e le libertà di tutte e tutti.
Dare accoglienza a chi fugge dalla povertà, significa non accettare le sempre crescenti disuguaglianze economiche e promuovere una maggiore redistribuzione di ricchezze.
Venerdì 11 settembre lanciamo da Venezia la Marcia delle Donne e degli Uomini Scalzi. In centinaia cammineremo scalzi fino al cuore della Mostra Internazionale di Arte Cinematografica. Ma invitiamo tutti ad organizzarne in altre città d’Italia e d’Europa.
Per chiedere con forza i primi quattro necessari cambiamenti delle politiche migratorie europee e globali:
1. certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature
2. accoglienza degna e rispettosa per tutti
3. chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti
4. creare un vero sistema unico di asilo in Europa superando il regolamento di Dublino
Perché la storia appartenga alle donne e agli uomini scalzi e al nostro camminare insieme”.
Venerdì 11 settembre alle 17.00 a Lido S.M. Elisabetta.
donneuominiscalzi@gmail.com