Tra chardonnay e spaghetti alle sarde si consuma il vertice Marino - Orfini - Causi

di Mario Benemeglio 29/10/2015 ROMA
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Il confortevole attico, tra Marconi e Ostiense del vicesindaco Marco Causi ospita l’incontro fra Marino e Orfini e lo stesso Causi nel ruolo di mediatore, più un paio di assessori, Esposito e Sabella, e due fedelissimi del sindaco, Cattoi e Tricarico.

Un vertice speranzoso, molto speranzoso ma tutt’altro che risolutivo. Qualsiasi presupposto di negoziato equilibrato era invisibile, inesistente. La lontananza galattica mostrata in precedenza dalle parti non poteva condurre ragionevolmente a siglare un armistizio se non risolutivo quanto meno decoroso. Cinque lunghe ore di confronto, serrato? Boh. Animato dalle migliori intenzioni? Boh. Teso ma fecondo di qualche accordo condiviso? Boh. Chissà invece se ci sono stati slittamenti sull’analisi della decima giornata di Campionato. Avanno almeno concordato che le ambizioni finali della Roma poggiano su basi di gioco solide.Che il Sassuolo ha decapitato le residue speranze di rimonta juventina. Che Inter, Fiorentina e Napoli sono le avversarie più accreditate della capolista. O si saranno accapigliati in materia calcistica?

Appare agli osservatori scontato che le posizioni sono rimaste invariate. Il lungo colloquio può essere immaginato colmo di proposte e concetti noiosamente ribaditi. Il clima rimane impregnato di vapori tossici.  Le opzioni di Marino si dispiegano ancora sul terreno dell’indecifrabilità. L’offerta reiterata di un’uscita onorevole per il sindaco è un mantra incomprensibile. I contenuti sono sconosciuti. Molti cercano disperatamente qualcuno che li renda pubblici. Magari un’intercettazione del colloquio fra esperti dell’uscita onorevole.

La sola certezza rivelata consiste nell’aver “bevuto un ottimo Chardonnay delle Langhe con un piatto di spaghetti alle sarde”.


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