Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti. A che punto è il TTIP?
Intanto The Guardian rivela che la Exxon Mobil avrebbe avuto accesso a documenti segreti inerenti il trattato
Si sa che il periodo natalizio, l’atmosfera festaiola, a volte può far calare il silenzio su questioni rilevanti che non “vanno mai in vacanza”, così per non abbassare la guardia sulla difesa dei diritti, facciamo il punto della situazione riguardo al TTIP.
Il Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (TTIP o TAFTA) è un trattato tra Stati Uniti ed Europa, che mira “a rimuovere le barriere commerciali in una vasta gamma di settori economici, per facilitare l'acquisto e la vendita di beni e servizi tra le due potenze”(Commissione Europea).
Questo accordo, progettato con modalità a dir poco “segrete” e contravvenendo a qualsiasi processo democratico, ha suscitato nel tempo, perplessità sempre maggiori. Pressoché sconosciuto anche ai rappresentanti del Parlamento Europeo, esso, una volta stipulato, potrebbe rivelarsi un pericoloso strumento di limitazione dei diritti della società civile, a vantaggio di grandi imprese ed investitori. Ciò accadrebbe perché i negoziati, si fondano sulla volontà di allineare regolamenti tecnici e norme profondamente diversi. Avendo l’Europa regole più rigide, sarà necessariamente lei a doversi adeguare a quelle più permissive e a volte spregiudicate degli altri stati. Naturalmente chi appoggia il trattato parla di uno strumento per creare occupazione e risanare un’economia in crisi da troppo tempo. Ma ciò che preoccupa di più gli oppositori del TTIP, è la clausola Investor-State Dispute Settlement (ISDS), attraverso la quale le multinazionali potrebbero citare in giudizio gli Stati, di fronte ad arbitrati commerciali internazionali, indipendenti dai sistemi giuridici nazionali ed europei, qualora questi democraticamente introducessero normative, che potrebbero ledere i loro interessi passati, presenti e futuri (fonte: STOPTTIP).
Vorrebbe dire che norme di salvaguardia sull’ambiente o la salute, potrebbero essere portate in giudizio se un’impresa le considera una minaccia ai suoi affari.
Risulta sconcertante allora, ciò che rivela il giornale britannico The Guardian, ovvero che una delle più grandi multinazionali petrolifere, la Exxon Mobil, avrebbe avuto accesso ai documenti del trattato, in particolare al capitolo Energia.
The Guardian, spiega il movimento STOPTTIP Italia, “svela quello che le campagne Stop TTIP del vecchio continente denunciavano da tempo: la presunta riservatezza dei documenti, spacciata dalla Commissione Europea come un male necessario per tutelare le strategie negoziali, in realtà altro non era che un modo per mantenere spazi privilegiati di interazione con gli interessi delle grandi aziende, lontano da occhi indiscreti”.
Le dichiarazioni di trasparenza sul trattato, sono state il più delle volte disattese. Lo scorso 26 novembre nell’audizione in Parlamento europeo, la commissario europea al Commercio Cecilia Malmstrom, aveva assicurato entro le due settimane successive, l'allestimento in ogni ministero degli Esteri di ogni Paese dell'Unione europea, di una sala lettura con una copia del Ttip a disposizione. Non ne esiste traccia, almeno in Italia, come testimoniano i rappresentanti del M5S protagonisti di un blitz alla Farnesina, con lo scopo di verificarlo.
A seguito del fatto, il M5S ha presentato un'interrogazione al governo perché chiarisca quali azioni intenda intraprendere per ottenere il testo e quali quelle per renderlo accessibile, ed in che modo i contenuti potranno essere divulgati anche ai cittadini.
Si capisce dunque, da questi aggiornamenti, come sul TTIP si giocherà una partita decisiva nel 2016 fra la sovranità e i diritti civili delle popolazioni contro gli interessi sempre più arrembanti delle multinazionali.