Petrolio. La crisi dei prezzi potrebbe mettere fine alle trivellazioni in Adriatico

di Matteo Lombardi 11/02/2016 AMBIENTE
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Non sarà l’opposizione dignitosa e forte delle popolazioni locali, non saranno ipotetici provvedimenti politici o amministrativi, non sarà un referendum a mettere probabilmente la parola fine ad uno dei progetti più discussi degli ultimi mesi: le trivellazioni nell’Adriatico nella zona delle Isole Tremiti, ma sarà la crisi dei prezzi del greggio, crollati nell’ultimo anno di quasi il 50%.

I colossi Shell ed Exxon tentennano, prendono tempo. stanno valutando se è il caso di continuare ad investire miliardi nelle trivellazioni mentre la più “modesta” società irlandese Petroceltic ha deciso di alzare bandiera bianca. Infatti con una comunicazione inviata qualche giorno fa al ministero dello Sviluppo economico – ha fatto sapere di rinunciare nella sua esplorazione. Le cause secondo la società sono da imputare sia alla crisi dei prezzi del petrolio, ma non secondariamente al governo italiano, incapace di creare un “clima favorevole agli investimenti stranieri”.

Si tratta in realtà di una pausa di riflessione in attesa degli eventi in vista anche di

“un'ottimizzazione strategica, tecnica ed economica dell'intero portafoglio italiano, a seguito dei ripetuti cambiamenti della normativa italiana di settore e di un'attenta analisi che la società controllante, Petroceltic international, ha elaborato alla luce delle evoluzioni del mercato globale”.

 Tradotto dai comunicati ufficiali, questo significa che a questo livelli di prezzi, gli investimenti non possono essere profittevoli. Ed è meglio andare dove potrebbero esserlo.

 Ovviamente aziende e società come quella irlandese hanno tutto l’interesse ad andare in Stati che tutelino al massimo gli investimenti, cosa che nel bene o nel male da noi non accade. Le Petroceltic - quotata alla borsa di Londra e di Dublino – ha avuto utili in calo netto. Si è passati dai 77 milioni di sterline del 2013 ai 3,2 milioni di sterline nel 2015 


In questo modo dunque potrebbe giungere a conclusione la querelle tra ambientalisti e popolazioni locali e Governo e Ministero dello Sviluppo economico che avevano inserito nel Jobs act i decreti per le autorizzazioni alle trivellazioni. Un modo tutto italiano, ossia senza una reale presa di posizione, per risolvere questioni di grande interesse pubblico. Ci si aspetta in ogni caso che un governo di un grande paese non attenda avvenimenti “esterni” per decidere ma sia in grado di proporre e realizzare politiche di prospettiva su questioni strategiche e decisive come l’energia.

 


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