IL Papa in Messico, un paese dilaniato dalla violenza e dal narcotraffico e dalla violazione dei diritti umani

Il Papa in Messico non è un viaggio pastorale semplice come superficialmente si potrebbe essere portati a credere, vista la secolare presenza della chiesa cattolica nella società messicana. Da tempo il Messico sta vivendo una fase di laicizzazione che allontana ogni anno migliaia di persone dai dettami e dalle tradizioni cattoliche, ma soprattutto il Paese subisce da almeno dieci anni una vera e propria guerra civile, fra i trafficanti di droga, le mafie e le forze governativa, senza tralasciare l’insorgere di ampie sacchi di rivolta sociale.
Una realtà che incide in modo drammatico sulla questione dei diritti civili, in grave pericolo secondo Amnesty International, che negli ultimi mesi ha pubblicato report allarmanti circa il livello di applicazione dei diritti umani nel paese centro americano. Sparizioni, torture e brutali omicidi costituiscono il tratto dominante di un conflitto senza precedenti.
"Non appena arriverà a Città del Messico, papa Francesco si troverà faccia a faccia con una delle più preoccupanti crisi dei diritti umani dell'intero continente americano" - ha dichiarato Erika Guevara-Rosas, direttrice per le Americhe di Amnesty International. La Guevara Rosas afferma che sarebbero decine di migliaia i desaparecidos mentre le violazioni dei diritti umani sono ormai diventate consuetudine nel paese.
Da Amnesty fanno sapere di aver chiesto a Papa Francesco di “usare la sua grande influenza per convincere il presidente Peña Nieto a prendere sul serio questa terribile crisi dei diritti umani, assicurando alla giustizia tutti i responsabili di violazioni dei diritti umani. Solo assumendo un'azione concreta e decisiva per portare i responsabili di questi crimini di fronte alla giustizia, il governo messicano potrà cominciare a contrastare questa crisi che ha radici profonde”.
Sul sito dell’associazione internazionale per la difesa dei diritti umani è possibile leggere una sorta di decalogo su cosa il Papa e l’opinione pubblica mondiale dovrebbe sapere a proposito della grave situazione sociale che il Messico vive.
Ecco i punti essenziali.
1. Migliaia di persone sono state uccise nel contesto della cosiddetta "guerra al crimine organizzato" ma nessuno sa esattamente quante
Per il secondo anno di seguito, le autorità messicane non hanno pubblicato alcun dato sul numero delle persone rimaste uccise o ferite negli scontri con la polizia e l'esercito nell'ambito della mal concepita e inefficace lotta contro il crimine organizzato.
2. Oltre 27.000 persone sono scomparse nell'ultimo decennio
La tragica sparizione di 43 studenti di un istituto magistrale, nel settembre 2014, ha acceso la luce su un fenomeno, quello dei "desaparecidos", di dimensioni epidemiche. Secondo dati ufficiali, oltre 27.000 persone risultano ancora scomparse, almeno la metà delle quali da quando nel 2012 il presidente Peña Nieto è salito al potere.
3. Il Messico è uno dei paesi più pericolosi per i giornalisti
Secondo l'organizzazione indipendente Reporter senza frontiere, il Messico è uno dei paesi più pericolosi del mondo per i giornalisti, almeno nell'emisfero occidentale. In tutto il paese, i giornalisti sono regolarmente minacciati, attaccati e anche assassinati. Nel 2015, tre di loro sono stati uccisi a causa del loro lavoro.
4. La tortura è sempre più diffusa
In Messico la tortura e gli altri maltrattamenti sono fuori controllo. Secondo la procura federale, tra il 2013 e il 2014 il numero delle denunce a livello federale è raddoppiato, passando da 1165 a 2403. I casi indagati sono pochissimi.
5. La giustizia è talmente rara da risultare quasi un concetto sconosciuto
Da decenni, il sistema giudiziario messicano si rivela profondamente incapace di indagare sulle decine di migliaia di denunce di violazioni dei diritti umani provenienti da ogni angolo del paese. Delle migliaia di denunce di tortura registrate tra il 2005 e il 2013, i tribunali federali si sono occupati solo di 123 casi e solo in sette di questi hanno pronunciato condanne.
