Unioni civili. Via libera al Senato con i voti di Nuovo centrodestra e Verdiniani. Il voto sancisce la nascita di una nuova maggioranza

di redazione Euroroma 25/02/2016 POLITICA
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Via libera del Senato alle unioni civili con 173 voti favorevoli, 71 contrari e nessun astenuto. Il provvedimento ora passa alla Camera. I 173 sì alla fiducia sulle unioni civili arrivano con 245 senatori presenti e 244 votanti, come comunicato dal presidente Pietro Grasso.

Ma quello che è passato nella serata di giovedì 25 Febbraio al Senato è un provvedimento distante dalla prima stesura che tanto frizione aveva portato tra le anime del governo. Alla fine il voto positivo è stato il frutto di un lungo riassemblamento del testo fra il Partito democratico e il Nuovo centro destra di Angelino Alfano.  Ai voti dei senatori dei partiti di maggioranza si aggiungono per la prima volta anche quelli dei 19 senatori del gruppo di Denis Verdini, Alleanza liberalpopolare autonomie (Ala), decretando in pratica una nuova maggioranza, poiché il provvedimento è stato votato come mozione di fiducia al governo.

Dal premier e dalla stessa senatrice Cirinnà, relatrice, giungono messaggi di euforia che segnalano come il voto rappresenti un momento di svolta per i diritti civili in Italia.

Ma se centrodestra e verdiniani hanno votato il provvedimento è perché il testo votato nella serata di giovedì è abbastanza diverso rispetto a quello iniziale, modificato proprio per andare incontro alle richieste dei moderati.

 Vediamo i passaggi cruciali:

L’eliminazione della stepchild adoption

Il nodo più discusso alla fine è stato stralciato così l’articolo 5 del ddl che prevedeva la possibilità per le persone che hanno contratto l’unione civile di adottare il figlio del partner non fa parte del testo. La giurisprudenza potrebbe quindi riempire il vuoto lasciato dalla legge, decidendo il giudice di volta in volta.

Tolto l’obbligo di fedeltà

Le richieste del Centrodestra andavano nella direzione di allontanare ogni possibile somiglianza tra l’unione civile e il matrimonio, così l’unione non comporta l’obbligo di fedeltà tra i contraenti mentre prevede “l’obbligo reciproco all’assistenza morale e materiale e alla coabitazione”. Un punto che implica conseguenze nel momento in cui i due uomini o le due donne decidessero di separarsi. Per il cognome le parti “possono stabilire di assumere, per la durata dell’unione civile, un cognome comune”.

Scioglimento delle unioni civili

In caso di scioglimento è previsto che, anche se la separazione non è consensuale, l’autorità preposta è l’ufficiale di stato civile e non il giudice. La separazione può avvenire entro tre mesi dalla manifestazione della volontà di concludere l’unione civile.

Unioni civili e convivenze

Per il resto la legge inserisce nel diritto di famiglia un nuovo istituto specifico per le coppie omosessuali, chiamandolo unione civile, diverso dal matrimonio regolato dall’articolo 29 della costituzione.

Per stipulare un’unione civile, le due persone devono essere maggiorenni e recarsi con due testimoni da un ufficiale di stato civile. L’ufficiale provvede alla registrazione. Non possono contrarre l’unione civile persone già sposate o che hanno già contratto un’unione civile; persone a cui è stata riconosciuta un’infermità mentale o persone che tra loro sono parenti.

Il disegno di legge prevede il riconoscimento delle convivenze, sia tra omosessuali sia tra eterosessuali.

 


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