Via libera dell'Europarlamento all'importazione di tonnellate di olio tunisino senza dazi. Cosa rischia la nostra produzione
La matrigna Europa provoca in Italia una nuova mobilitazione in difesa del Made in Italy. Il 10 marzo, migliaia di agricoltori si sono incontrati a Catania in Sicilia, per protestare contro il via libera finale dell'Europarlamento, all'accordo che permette l'accesso temporaneo supplementare, sul mercato dell'Unione per il 2016 e 2017, di 35mila tonnellate di olio d'oliva tunisino a dazio zero.
La mobilitazione non ha purtroppo impedito all’Europarlamento, di approvare il nuovo carico tunisino che si è andato ad aggiungere alle attuali 56.700 tonnellate a dazio zero, già previste dall'accordo di associazione Ue-Tunisia, che nel 2015 fecero aumentare le importazioni del 481%.
“Il rischio concreto in un anno importante per la ripresa dell’olivicoltura nazionale è – sostiene la Coldiretti - il moltiplicarsi di frodi, con gli oli di oliva importati che vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all’estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri, a danno dei produttori italiani e dei consumatori”.
Bisogna tener conto delle contraddizioni dell’Unione Europea, in fatto di tracciabilità ed etichettatura dei prodotti alimentari, perché obbliga ad indicare la provenienza della ortofrutta fresca ad esempio, ma non di quella trasformata e ciò vale anche per il latte, i formaggi e la carne.
Ciò oltre ad essere un danno per i produttori, lo è anche per i consumatori, che a tutti gli effetti non sanno cosa mangiano. E questo vale per i salumi, dato che due prosciutti su tre venduti come italiani, provengono in realtà dall’estero, per il latte che vede tre cartoni a lunga conservazione su quattro essere stranieri senza indicazione in etichetta, per oltre un terzo della pasta che si mangia in Italia, ottenuta da grano non coltivato nel nostro paese e per la metà delle mozzarelle, prodotte con latte o cagliate straniere.
Il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, auspica presto l’attuazione completa delle norme già varate con la legge salva olio “Mongiello”, la n. 9 del 2013, che prevede tra le altre cose, il reato di contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine (articolo 517-quater del codice penale), per chi mette in etichetta indicazioni fallaci e non veritiere “che evocano una specifica zona geografica di origine degli oli vergini di oliva non corrispondente alla effettiva origine territoriale delle olive”.
Alla manifestazione erano presenti molti trattori, il simbolo del lavoro contadino e anche diversi cartelli che chiedevano l’etichetta d’origine sugli alimenti e più esplicitamente accusavano "chi attacca il Made in Italy attacca l’Italia”.