Corsa alla Casa Bianca. Trump e Clinton. Due per la poltrona più ambita

di redazione Euroroma 16/03/2016 ESTERI
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Nel secondo Super Tuesday elettorale per le primarie negli Stati Uniti si confermano se pur in modo diverso i due principali candidati, Donald Trump, vince in Florida, ma non in Ohio dove prevale il governatore, moderato John Kasich che, grazie alla formula 'chi vince prende tutto', raddoppia il numero di delegati. Hillary Clinton intanto ha dalla sua un numero di delegati già elevato che la dovrebbe mttere al riparo da sorprese dell’ultimo momento. Lo scarso risultato ottenuto in Florida, sua terra d’origine, fa pronunciare un discorso di commiato a Mark Rubio, il giovane repubblicano che aveva i favori dell’establishment del partito ma che evidentemente non è riuscito a fare breccia nell’elettorato più conservatore e molto spaventato su cui ha invece influito la dialettica dura e diretta del miliardario Trump. Rubio ha salutato i suoi dicendo che “L'America e' nel mezzo di uno tsunami politico, la gente e' arrabbiata e frustrata. Ma non bisogna cedere alla paura e al risentimento”.  Così mentre per i repubblicani è ormai certa la corsa di Trump per novembre, nei democratici Bernie Sanders ha ancora qualche chance, anche se la Clinton porta a casa Florida, Ohio e North Carolina e parla di "un altro passo verso la nomination".

Non è inoltre ancora superata l’ipotesi che alla convention repubblicana la dirigenza possa operare una sorta di ribaltone, non conferendo al poco amato Trump la nomination per la corsa alla Casa Bianca, un’eventualità d’altronde difficile da verificarsi visto che la base del consenso, quella rurale e dell’America profonda è ormai tutta dalla parte del miliardario, avendone apprezzato i toni diretti e soprattutto le promesse, se eletto, di attuare politiche durissime contro l’immigrazione clandestina e la criminalità, temi che fanno sempre breccia soprattutto in questo momento nell’elettorato conservatore.

Per quanto riguarda il Partito Democratico si fa sempre più concreta la possibilità che se Sanders non battesse la Clinton, la dirigenza, visto il buon successo di Sanders, gli conferirà un qualche ruolo nelle elezioni di novembre, intanto da autentico lottatore della politica, così come la sua carriera evidenzia, il senatore del Vermont non abbandona la corsa alle primarie.

 

 


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