12 morti a Berlino falciati da un camion lanciato contro i mercatini di Natale. Blitz delle forze speciali. Caccia all'uomo, ricercato Anis in tutta Europa. Alfano conferma la morte di Fabrizia Di Lorenzo

di redazione 19/12/2016 ESTERI
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Le Immagini dell'attentato

Terrore tra la folla dei regali natalizi. I media tedeschi parlano di numerose vittime, nove per la polizia. A Berlino un lungo camion scuro, con targa polacca simile a quello della strage di Nizza, è corso all'impazzata e ha travolto numerose persone in un mercatino di Natale. E' accaduto intorno alle 20, i media tedeschi parlano di "vittime" e numerosi feriti. Due sarebbero i morti accertati e si parla di una cinquantina di feriti.

E' avvenuto nei pressi della Kurfuerstendamm Avenue, vicino alla chiesa intitolata al Kaiser Guglielmo, nella parte occidentale della città, nel quartiere di Charlottemburg.

L'attacco è accaduto intorno alle 20,15 nei pressi della Kurfuerstendamm Avenue, vicino alla chiesa intitolata al Kaiser Guglielmo, nella parte occidentale della città, zona commerciale e affollata nel quartiere di Charlottemburg. 

ll tir ha targhe polacche, era partito dall'Italia per fare rientro in Polonia. Il proprietario dell'azienda, identificato come Ariel Zurawski, è stato intervistato dall'emittente polacca Tvn24 e ha detto che era guidato da suo cugino e che aveva intenzione di passare la serata a Berlino ma ha escluso che il suo parente, camionista da 15 anni, possa aver provocato lo schianto. Zurawski l'ha sentito al telefono verso mezzogiorno. Il conducente aveva parlato anche con la moglie, che dopo le 16, però, non è più riuscita a raggiungerlo. Zurawski ha aggiunto di ritenere che il camion sia stato in qualche modo dirottato.

Caccia all'uomo, in tutta la Germania e anche nei paesi vicini. La polizia dirama la notizia: l'uomo, tunisino, si chiama  Anis Amri, 24 anni, probabilmente ferito, sicuramente armato. L'invito ai cittadini è di fare attenzione. Su di lui pende una taglia di 100mila euro che verrà assegnata a chiunque fornisca informazioni che portino all'arresto.

Anis era sbarcato in Italia nel 2011, minorenne. Era stato portato a Lampedusa dove aveva partecipato all'incendio del centro di accoglienza. Arrestato, era stato trasferito a Catania e poi a Palermo. Dopo aver scontato la pena di quattro anni di reclusione all'Ucciardone, aveva ricevuto un provvedimento di espulsione. Ma la Tunisia lo aveva rifiutato. Così, nel 2015 si è spostato in Germania.

La polizia tedesca ha arrestato quattro persone nel corso dei raid anti-terrorismo collegati all'attacco al mercato natalizio di Berlino, condotti stamattina a Emmerich sul Reno, in Nordreno-Vestfalia. E' caccia all'uomo per catturare il killer di mercatino di Natale di Berlino, che lunedì sera ha provocato almeno 12 morti e decine di feriti, al volante di un tir lanciato sulla folla, a due passi dalla Chiesa del Ricordo. Dodici persone sono ricoverate per "ferite molto gravi", dicono le autorità della capitale tedesca. Il ministero della Sanità afferma che alcuni dei feriti sono "in condizioni critiche", senza specificarne il numero. Un attentato rivendicato dall'Isis. Il ministro dell'interno tedesco, Thomas de Maizière, ha annunciato che è stato emesso un mandato di cattura per tutta l'area Schengen, nei confronti "di un nuovo sospettato, non necessariamente il colpevole", ma i dubbi sono pochi.

Anis Amri, il tunisino ricercato dalle autorità tedesche, è stato 4 anni in carcere in Italia ed era considerato una persona molto violenta. Dopo aver scontato la pena ha ricevuto un provvedimento di espulsione dal nostro paese. Provvedimento che, però, non è andato a buon fine perché le autorità tunisine non hanno effettuato la procedura di riconoscimento nei tempi previsti dalla legge. Lo si apprende da fonti investigative secondo le quali l'uomo ha successivamente lasciato l'Italia per la Germania.

Anis "si era forse radicalizzato nel carcere italiano dopo che aveva lasciato la Tunisia", ha detto alla Bild Abdelkader Amri, uno dei suoi fratelli rintracciato in Tunisia. "Se sarà provato che era coinvolto, non farà più parte della nostra famiglia", ha aggiunto. Anche l'Ap è riuscita a mettersi in contatto con un fratello di Anis Amri che gli ha lanciato un appello: "Lo invito a consegnarsi alla polizia".

Secondo fonti di polizia, citate dalla stampa tedesca e britannica, Anis., i cui documenti sono stati ritrovati sul tir della morte. Se n'è impadronito dopo una colluttazione con l'autista polacco del mezzo, Lukasz Urban, 37 anni, morto da eroe tentando di neutralizzare, ma senza successo, il killer. Anis, secondo la Sueddeutsche Zeitung, era arrivato in Italia nel 2012 ed ha poi raggiunto la Germania nel 2015. E' stato quindi "fermato dalla polizia ad agosto con un falso documento d'identità italiano a Friedrichshafen", località sul lago di Costanza, al confine con la Svizzera. In quel momento risultava registrato in un centro per richiedenti asilo a Emmerich sul Reno, nell'area di Kleve, al confine con l'Olanda, ma poi il domicilio era stato cancellato dalle autorità. Il giovane, recentemente radicalizzato, avrebbe utilizzato "almeno 12 nomi falsi" tra cui anche "un nome egiziano", secondo la tv N24.

Il tunisino, sospettato di essere l'autore dell'attacco al mercatino di Natale a Berlino, è da considerarsi "armato e pericoloso". E' quanto si sottolinea nel mandato di cattura dell'uomo che ha usato almeno "sei diversi nomi e tre diverse nazionalità". L'uomo era stato indagato dalle autorità del Nordreno-vestfalia per il sospetto di preparare un grave reato contro lo Stato: lo ha detto il ministro dell'Interno del Land Ralf Jaeger, in una conferenza a Duesseldorf. 

Inoltre il tunisino ricercato "era stato rinchiuso per due giorni nel carcere di Ravensburg" dopo che "il 30 luglio era stato fermato a Friedrichshafen per un controllo": lo riporta lo Spiegel online sottolineando che "due giorni dopo era stato però rilasciato".

E la Germania offre fino a 100.000 euro di taglia a chiunque fornisca informazioni che portino all'arresto del sospettato dell'attacco al mercatino di Natale a Berlino.


Da un anno in Germania. Dall'Italia era dunque andato in Germania. Dopo che gli era stata negata la richiesta d'asilo aveva lo stesso ottenuto un permesso momentaneo che posticipava la data del rimpatrio. Secondo alcuni organi di stampa tedeschi, aveva contatti con predicatori salafiti accusati di estremismo arrestati a novembre. Pare fosse in contatto con una branca dello Stato islamico in Germania che reclutava persone per inviarle in Siria e Iraq a combattere. Era stato sorvegliato quest'anno dalle autorità di sicurezza berlinesi per diversi mesi, "da marzo a settembre". Le indagini, partite "su incarico della procura generale", si basavano sul "sospetto dei servizi federali" che Amri stesse preparando "un furto per finanziare l'acquisto di armi automatiche" da usare in "un attentato".

Controlli più rigidi. Il clima si fa sempre più teso e sale l'allerta: "Dobbiamo essere in grado di esaminare" ogni singolo profugo che entra in Germania, ha detto in un'intervista il capogruppo del Partito popolare (Ppe) al Parlamento europeo, il tedesco Manfred Weber, che ha comunque esortato a non generalizzare.

L'agenzia di stampa dell'Isis, Amaq news agency, ha rivendicato l'attentato chiamando il terrorista un "soldato dello Stato islamico". "E'una vendetta per gli attacchi in Siria", è scritto sulla rivendicazione.

Fabrizia Di Lorenzo è morta. 31 anni di Sulmona viveva e lavorava nella capitale tedesca già da diversi anni. Il padre della ragazza è impiegato alle poste di Sulmona e nella notte del 20 dicembre la famiglia è stata contattata dalla Farnesina.

La madre e il fratello di Fabrizia Di Lorenzo erano partiti subito dopo l'attentato per Berlino per essere sottoposti all'esame del Dna.

Oggi la conferma di Alfano della sua morte. 

"L'Italia ricorda Fabrizia Di Lorenzo, cittadina esemplare uccisa dai terroristi. Il Paese si unisce commosso al dolore della famiglia", scrive su Twitter il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.

"La notizia della identificazione di Fabrizia Di Lorenzo tra le vittime della strage di Berlino conferma i peggiori timori dei giorni scorsi. Il dolore per la sua morte è grande. Ancora una volta una nostra giovane connazionale rimane, all'estero, vittima della insensata ed esecrabile violenza del terrorismo. Esprimo ai genitori e al fratello di Fabrizia la solidarietà e la vicinanza di tutto il nostro Paese": lo afferma in una nota il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.


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