Scuola. Firmato l'accordo tra Miur e sindacati per la mobilità dei docenti
Per mesi si è rasentato uno vero e proprio scontro sociale, con migliaia di prof che lamentavano di essere "deportati" in giro per l'Italia, in particolare dal Sud ad Nord, per avere l'agognata cattedra. E fino ad una settimana fa gli animi nella trattativa per l'accordo sulla mobilità non erano sereni, tanto da rimandare il 26, all'ultimo momento, quella che sembrava ormai una firma imminente: intesa che però è arrivata con la firma a Viale Trastevere, di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals. Non ha siglato l'intesa Gilda, che da subito ha espresso le maggiori perplessità, per i "nodi irrisolti".
La ministra dell'Istruzione, Valeria Fedeli, ha espresso "soddisfazione" per la firma."Ringrazio i sindacati e l'amministrazione per il lavoro svolto. Come ho sottolineato anche in Parlamento, illustrando le linee programmatiche del ministero, dobbiamo lavorare per centrare tempestivamente e nel modo migliore tutti i passaggi necessari per iniziare, senza le difficoltà del passato, il prossimo anno scolastico".
Tra le novità la possibilità per i docenti di poter chiedere mobilità direttamente su scuola. Le opzioni sono 15, di cui 5 scuole e 10 ambiti o province. Il docente sarà libero di scegliere se fare o meno domanda solo su scuola o inserire anche gli ambiti.
I docenti, in questo modo, anche coloro che hanno adesso titolarità su ambito e incarico triennale, potranno ottenere titolarità su scuola.
Non pare, però, che la richiesta di alcuni sindacati di estendere tale possibilità anche ai docenti su ambito che non faranno domanda sia stata accolta, neppure in ultima istanza, da parte del Ministero.
Si tratta di una disparità di trattamento che non sgombra ancora il campo da molte critiche. Infatti, mentre tutti i docenti che faranno domanda di mobilità potranno ottenere titolarità su scuola, coloro che hanno incarico triennale ma non faranno domanda rimarranno con titolarità su ambito.
La richiesta di alcuni sindacati, come la UIL, è stata quella di consentire a questi docenti di poter presentare domanda anche sulla stessa scuola in cui insegnano, in modo da poter modificare soltanto la titolarità.
Una opzione che è stata liquidata dall’amministrazione come impossibile da un punto di vista tecnico, ma che (come ha affermato il segretario UIL, Pino Turi, durante una intervista alla nostra testata) ha anche un significato politico.