Congresso di Sinistra Italiana. A Rimini nasce una nuova sinistra? Alla ricerca di un leader e di un programma da condividere per le molte anime della sinistra italiana

di Matteo Lombardi 18/02/2017 POLITICA
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Mentre il Partito Democratico è alle prese con la fase più difficile e cruciale della sua breve abbastanza travagliata storia, a Rimini, là dove si sono celebrati spesso congressi del Partito comunista, si sta svolgendo il congresso fondativo di Sinistra italiana. Tre giorni, dal 17 al 19 febbraio, per decidere e scegliere come dare corpo e sostanza ad un’idea unitaria di sinistra che si ponga alternativo sia alle politiche neo liberiste, sia alla politica centrista del pd renziano.

Un leit motiv che appare come un’ossessione al Palacongressi di Rimini scandita dall’imperante color rosso che accompagna le scenografie predisposte per l’occasione.

E visto come sono andate le cose a sinistra negli ultimi dieci anni gli analisti e i giornalisti presenti facilmente sottolineano che si tratta di una sinistra tutta da scrivere. Tutta da verificare, tutta da realizzare. Alla presenza di 680 delegati, oltre 500 invitati, uno dei leader più carismatici, anche se non proprio sceso, ancora, in prima linea, Nicky Vendola ha sottolineato davanti ai cronisti che: “Qui nasce una sinistra che non vuole più travestirsi da destra. Troppe volte la sinistra fa la sinistra solo in campagna elettorale e una volta al potere attua le politiche della destra, come ha fatto Renzi. Noi siamo la sinistra alternativa a questa terribile resa alle politiche liberiste. Le porte devono essere innanzitutto aperte alla società, noi dobbiamo guardare con molto interesse al dibattito interno al Pd, alle rotture, all'implosione, ma ricordandoci che il mondo è molto più ampio del Pd, quella è una cosetta. Poi fuori ci sono i giovani e il fronte largo che ha votato no al referendum, che ha mandato un messaggio molto chiaro. Noi siamo qui per ricostruire un'alternativa, altrimenti la destra farà il pieno". 

I modelli a cui ispirarsi negli ultimi anni non mancano, Syriza e Tsipras, Podemos, i Verdi tedeschi, ma quando sfilano le delegazioni dei Comunisti italiani, Prc, Verdi, Psi, Altra Europa con Tsipras, obiettivamente qui modelli sembrano ancora lontani. Il rischio è che questa “cosa di sinistra” nasca già vecchia, già usurata nelle fazioni, e nei litigi che hanno accompagnato la storia della sinistra italiana al governo o all’opposizione per tutta la Seconda Repubblica. In questo senso ci pensa Maurizio Landini, segretario Fiom, a provare un tentativo di sintesi chiedendo all’assemblea dei delegati di “ripartire dall’unità dei lavori”. Per lui una standing ovation.

L’obiettivo, al di là dei “tradizionali” distinguo è chiaro comunque: Sinistra Italiana mira a dare voce alle giovani generazioni umiliate, sfruttate e derubate di un pezzo di futuro", a sostenere un programma politico che faccia leva soprattutto su politiche economiche e sociali che possano modificare l'attuale condizione dei giovani italiani. Riscatto sociale, redistribuzione di reddito e ricchezza, politiche anti precarietà, tutela dei beni comuni e dell’ambiente, diritti per tutti. Questi gli orizzonti dei delegati presenti e su questi temi si dovrà riuscire a costruire unità e soprattutto un programma politico condiviso.

I rapporti con il Partito Democratico al momento non sembrano un problema se come dice Fabio Mussi: "Mai con Matteo Renzi. Mai con Renzi non perché sia antipatico. Oddio, simpatico non è, ma perché abbiamo sperimentato ciò che pensa e vuole e qual è la sua democrazia del potere. Renzi si muove come un avventuriero con lo spirito di un giocatore d'azzardo: il Pd precipita verso un congresso convulso. Non so prevedere cosa accadrà, se vira a sinistra bene, si apre l'opportunità nuova di una relazione, anche se mi sembra questa un'opzione remota", spiega Mussi sottolineando dunque che Sinistra Italiana dà "massima disponibilità a una convergenza ad alleanze politiche ed elettorali ma non si pensi che qualunque sia l'esito all'interno del Pd l'alleanza è inevitabile. Non ci mettiamo in attesa che qualcuno ci metta in lista, senza svolta a sinistra faremo la nostra autonomia".

Al momento l’alleanza strategica più probabile è con Il Campo Progressista di Giuliano Pisapia, ma la vera questione sarà riuscire a rendere credibile questa nuova operazione a sinistra. L’Italia, l’Europa e il mondo non sono più quelli di dieci anni fa, quando era molto più semplice raccogliere consensi e non solo a sinistra. Oggi i movimenti come i 5 Stelle, o come quelli che partono da destra ma mirano a raccogliere consensi anche in tradizionali bacini popolari, sono molto forti dovunque e rappresenteranno un banco di prova per la “nuova” aggregazione di Sinistra Italiana. Contrastarli o allearcisi? Una questione che presto impegnerà senza dubbio la nascente formazione. Inoltre al momento manca una figura carismatica di leader, i nomi di Pisapia e Vendola sono quelli più sussurrati, ma sono comunque nomi che non sembrano raccogliere, per motivi diversi, il pieno entusiasmo delle molte, e bisognerà vedere quanto litigiose, anime di Sinistra Italiana.  


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