Il Parco di Centocelle e i rifiuti che bruciano, come una "Terra dei fuochi"
Il "canalone", come lo chiamano i residenti, con i suoi 12 metri di rifiuti stratificati nel corso degli anni, è la ferita che deturpa il Parco di Centocelle. Per due mesi da quella galleria, forse per un petardo esploso nella notte di Capodanno, hanno cominciato a bruciare montagne di scarti e la zona è stata battezzata 'la terra dei fuochi romana'.
L'Amministrazione Capitolina è intervenuta con una prima bonifica, come ha spiegato l'assessore Pinuccia Montanari: "Abbiamo spostato i rifiuti dalla rampa ai lati ma finchè non c'è la caratterizzazione dei rifiuti, per legge non possono essere rimossi, sarebbe un reato". Per la bonifica totale serviranno parecchi fondi e l'assessore ha ammesso che attualmente non ci sono ma ha annunciato che l'intenzione è di reperirli con i bandi europei e l'aiuto della Regione e dello Stato. "Nel frattempo abbiamo istituito - aggiunge l'assessore - un Osservatorio Ambiente, Salute e Legalità. Tutti i romani potranno rivolgersi a questo osservatorio anche con audizioni".
I fumi dell'incendio covante, quello scoppiato il 1 gennaio nelle cave di pozzolana sul lato ovest del polmone verde, tra gli strati di immondizia interrata, si sono placati. Resta l'odore nausente di trielina a fermare il respiro. E l'immondizia raccolta dalla ruspe che ancora aspetta di essere smaltita.
Ama ha dichiarato che non può occuparsi della caratterizzazione dei rifiuti, servirà fare un bando per cercare una ditta specializzata, solo allora si potrà operare per togliergli dal parco e smaltirli. Tempi biblici". Roberta Ricci, portavoce del comitato Pac Bene Comune, si fa portavoce della rabbia dei residenti. L'immobilismo amministrativo continua a tenere in scacco il parco.