Museo di Roma, nuovo allestimento. Full immersion nella storia dell'Urbe
Dal sito di Roma capitale
Molto più di un semplice restyling, quello appena concluso al Museo di Roma a Palazzo Braschi, dietro piazza Navona. Tra i principali musei civici romani, domani 29 marzo riapre le porte al pubblico in una veste rinnovata: “al centro”, spiega il Campidoglio in una nota, “non c’è più l’oggetto esposto ma il visitatore”. Il rinnovato Museo di Roma è stato intanto inaugurato alla presenza della sindaca Virginia Raggi, del vicesindaco e assessore alla Crescita Culturale, Luca Bergamo, e del sovrintendente capitolino ai Beni Culturali, Claudio Parisi Presicce.
La novità si percepisce subito, nella prima sala: un crocevia dei percorsi di visita che, organizzati secondo un criterio tematico e non più cronologico, consentono al pubblico di “immedesimarsi nel racconto, trovando costantemente riferimenti all'attualità e suggestioni visive di immediata comprensione”.
Totalmente ripensati gli spazi espositivi, ora dislocati al secondo e al terzo piano. Il progetto vincitore del nuovo allestimento, tracciato sulle linee guida della Sovrintendenza Capitolina e dei curatori del museo, nasce dall’idea che Palazzo Braschi possa “riflettere e far riflettere” la storia di Roma tra XVII e XX secolo, in una sorta di lettura trasversale delle vicende sociali e culturali. Il tutto è stato avviato l’anno scorso con la nuova illuminazione dello scalone monumentale e la nuova sistemazione dell’atrio, dove ora fa mostra di sé la settecentesca carrozza Chigi.
La visita: si parte con due diversi percorsi possibili e intrecciati, uno “pubblico”, l’altro più intimo e “privato”. La partizione è evidente al secondo piano, nelle sale verso via di Pasquino e piazza Navona. Il percorso “pubblico” comprende le manifestazioni nei secoli (vedute della città con feste, celebrazioni, giochi, divertimenti dei nobili e del popolo), quindi le ville storiche divenute parchi pubblici, il Risorgimento e la Repubblica Romana. Lungo le sale verso via e piazza San Pantaleo si snoda invece il percorso “privato”: volti e storie dei protagonisti della vita politica, sociale, artistica dell’Urbe (papi, cardinali, nobili, mecenati, lo scultore Pietro Tenerani di cui è visibile l’intera gipsoteca, ora allestita come l’atelier dell’artista).
Al terzo piano c’è intanto la storia moderna di Roma, con le vicende che hanno trasformato per sempre il volto della città, partendo dalle demolizioni di fine ‘800 e del ventennio fascista. Vi si osservano reperti archeologici dai Fori Imperiali e dalla demolizione della Spina dei Borghi, i plastici degli interventi allora condotti (con un modello ligneo realizzato dall’ateneo Roma Tre, la ricostruzione del quartiere di via Alessandrina nel 1871 prima d’ogni trasformazione) e filmati dell’Istituto Luce sulla costruzione di via dell’Impero e della demolizione dei Borghi a San Pietro. Poi si torna al Cinquecento con gli affreschi di Polidoro da Caravaggio e Maturino da Firenze (dal Casino del Bufalo, sacrificato per aprire via del Tritone). Infine la sala del Tevere, tra le foto originali della costruzione dei muraglioni e i quadri di Sartorio, Donghi e altri artisti dell’800 e del ‘900.
Altra novità, la parte multimediale e didattica: quattro tavoli touch screen, tre al secondo piano e uno al terzo. Servono ad arricchire la visita con approfondimenti su temi, luoghi e avvenimenti descritti nelle sale. Il tavolo al terzo piano presenta una selezione delle foto di Roma in deposito nell’archivio fotografico del museo, preziose testimonianze del paesaggio urbano a partire dal 1870. Al piano terra si trova ora un centro di documentazione, gratuito, dove il visitatore può consultare il database delle collezioni e i volumi della biblioteca del museo. E ancora, sempre al pianterreno, la postazione multimediale con informazioni sul museo e una selezione delle opere esposte.
Il nuovo Museo di Roma, poi, è “aperto” verso la Roma storica che lo circonda: con una saletta dove viene proiettato un filmato sulla storia di piazza Navona nei secoli – un mix di riprese, foto, ricostruzioni tridimensionali e documenti d’archivio – e con i suggerimenti sulle meraviglie barocche da visitare intorno a Palazzo Braschi. Ed è un museo totalmente accessibile, con un apposito percorso tattile e con il meglio di ogni sala provvisto di supporti per la fruizione da parte di non vedenti e ipovedenti.
Il progetto è progetto promosso da Roma Capitale (Assessorato alla Crescita Culturale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali) con l’organizzazione, i servizi museali e il supporto dell’area progettazione di Zètema Progetto Cultura. Hanno collaborato il Dipartimento di Architettura di Roma Tre (per il plastico dell’area di via Alessandrina) e Istituto Luce Cinecittà S.r.l. (per i filmati delle demolizioni d’epoca fascista).