Sud Sudan. Guerra e carestia. Due milioni i bambini profughi
Due milioni di profughi bambini. Più di un milione ha dovuto lasciare il Sud Sudan per scappare all’estero, in Uganda, altrettanti hanno dovuto lasciare le loro case per dislocarsi in altri luoghi del Paese. Tutto per colpa di due mali che affliggono l’area ormai da troppo tempo: la carestia e la guerra civile.
A lanciare l’allarme è stata l’agenzia Onu per i rifugiati sottolineando che in Africa la crisi più preoccupante è quella del Sud Sudan, dove un’intera generazione rischia di perdersi. Alla fame si aggiunge l’analfabetizzazione, con tre bimbi su quattro che non vanno a scuola, e la morte, con mille bimbi uccisi. Forse di più.
In Sud Sudan è in corso una guerra civile scoppiata solo due anni dopo il referendum con il quale il Paese otteneva l’indipendenza dal Nord dopo una lunghissima guerra civile.
Visti i numeri diffusi dall’Onu, i responsabili di questo conflitto dovrebbero essere inquisiti dalla Corte Penale Internazionale per crimini di guerra. Non lo sono perché in gioco ci sono ingenti risorse: i ricchi giacimenti petroliferi e l’utilizzo della preziosa acqua del fiume Nilo.
Il risultato di tutto questo è drammatico: milioni di profughi, di rifugiati e di sfollati interni, almeno diecimila morti, secondo una stima realizzata assolutamente per difetto, migliaia di bambini reclutati per la guerra, una economia praticamente azzerata, margini per un compromesso quasi nulli e dunque un conflitto che a breve non ha prospettive di essere fermato.
Quella del Sud Sudan è una crisi totale, indubbiamente la più grave catastrofe umanitaria del Pianeta.
Sono saltati almeno una ventina di accordi di cessate il fuoco segno che i due rivali – il presidente Salva Kiir, e il suo nemico ed ex vicepresidente Riek Maciar – non hanno nessuna intenzione di cedere. Per entrambi è una lotta di potere e per entrambi il potere è totale o non è, non contempla una divisione dei poteri.
Entrambi hanno trasformato questo conflitto in una guerra etnica, Salva Kiir ha armato i suoi Dinka e Riek Maciar i suoi Nuer. Dinka e Nuer sono le principali etnie del Paese e avere innescato la guerra etnica equivale all’uso di armi di distruzione di massa: le divisioni e l’odio tra Dinka e Nuer continueranno infatti a produrre violenze anche quando (se mai accadrà) la guerra terminerà.
Insomma, purtroppo, le cifre di bambini travolti dalla guerra diffuse dagli ultimi rapporti Onu rischiano di essere cifre intermedie di una catastrofe che non potrà che diventare sempre più grave.
La guerra civile ha costretto più di due milioni di bambini a lasciare le proprie case.
I bambini costituiscono il 62% degli oltre 1,8 milioni di rifugiati sudsudanesi che sono arrivati in Uganda, Kenya, Etiopia e Sudan.
Ad essi si aggiunge più di un milione di bambini sfollati all’interno del Paese.
“Quella del Sud Sudan è la crisi che mi preoccupa maggiormente – ha detto Valentin Tapsoba, direttore per l’Africa dell’Unhcr – Che i bambini rifugiati stiano diventando il volto di questa emergenza è incredibilmente preoccupante”.
Fonti: AL Jazeera, UNHCR, Africa all news