C'è spazio per la sinistra In Italia? Al Teatro Brancaccio di Roma prove per una nuova prospettiva progressista. Lavoro, diritti, uguaglianze al centro del dibattito
Si può tornare a dare rappresentanza ai cittadini che da anni non votano, quelli senza lavoro o con lavoro precario, i più poveri? Si può rappresentare la parte più fragile del Paese? Su quali basi si può ricostruire un’area comune a sinistra?
La questione, posta al centro dall’assemblea convocata da Anna Falcone e Tomaso Montanari domenica 18 Giugno, è stata la disuguaglianza. Sbaglia chi volesse ridurre quanto accaduto al teatro Brancaccio ad una polemica, arricchita da fischi, tra diverse sigle a sinistra.
Per Euroroma ha seguito l'evento Giuseppe Pontrelli, medico igienista ed esperto di tematiche riguardanti la sanità pubblica.
Il tema era stato chiarito nell’appello che aveva preceduto l’assemblea.
“L’infelicità collettiva generata dal fatto che pochi lucrano su risorse e beni comuni in modo da rendere infelici tutti gli altri. La scandalosa realtà di questo mondo è un’economia che uccide: queste parole radicali – queste parole di verità – non sono parole pronunciate da un leader politico della sinistra, ma da Papa Francesco. La domanda è: «E’ pensabile trasporre questa verità in un programma politico coraggioso e innovativo»? Noi pensiamo che non ci sia altra scelta. E pensiamo che il primo passo di una vera lotta alla diseguaglianza sia portare al voto tutti coloro che vogliono rovesciare questa condizione e riconquistare diritti e dignità. Per far questo è necessario aprire uno spazio politico nuovo, in cui il voto delle persone torni a contare.” L’obiettivo è arrivare ad “una grande lista di cittadinanza e di sinistra, aperta a tutti: partiti, movimenti, associazioni, comitati, società civile. Un progetto capace di dare una risposta al popolo che il 4 dicembre scorso è andato in massa a votare “No” al referendum costituzionale, perché in quella Costituzione si riconosce e da lì vorrebbe ripartire per attuarla e non limitarsi più a difenderla.” Mettendo al centro “il diritto al lavoro, il diritto a una remunerazione equa o a un reddito di dignità, il diritto alla salute, alla casa, all’istruzione. Un progetto che costruisca il futuro sull’economia della conoscenza e su un modello di economia sostenibile, non sul profitto, non sull’egemonia dei mercati sui diritti e sulla vita delle persone. Un progetto che dia priorità all’ambiente, al patrimonio culturale, a scuola, università e ricerca: non alla finanza; che affronti i problemi di bilancio contrastando evasione ed elusione fiscale, e promuovendo equità e progressività fiscale: non austerità e politiche recessive. Un simile progetto, e una lista unitaria, non si costruiscono dall’alto, ma dal basso. Con un processo di partecipazione aperto, che parta dalle liste civiche già presenti su tutto il territorio nazionale, e che si apra ai cittadini, per decidere insieme, con metodo democratico, programmi e candidati.”
La Costituzione è stata più volte citata durante l’assemblea aperta da Tomaso Montanari, nel cui intervento iniziale si è definito il No del 4 Dicembre un No all’oligarchia, e il potere dei più poveri la caratteristica essenziale della democrazia compiuta, come affermato nell’articolo tre. In contrasto con una realtà dominata dai più ricchi. Tre gli obiettivi principali applicare l'articolo 53 della Costituzione, quello che impone la progressività fiscale: sia per i redditi, che per i patrimoni; ritornare al contratto a tempo indeterminato a tutele uguali per tutti; risanare il territorio italiano.
L’impresa, ha continuato Montanari, riuscirà se unirà forze credibili, e oggi né il PD né M5S appaiono tali, e soprattutto “se ci sarà una travolgente azione popolare. Così travolgente da non aver bisogno né di narrazione né dell'attenzione dei giornali: perché sarà un realtà. E così plurale da avere tanti volti da rendere impossibile isolarne alcuni. Se oggi siamo qua è perché crediamo che questa azione popolare possa prendere vita: perché è l'unico mezzo per uscire da questo gorgo di infelicità. Perché – lo ha detto don Lorenzo Milani – «sortirne da soli è avarizia, sortirne tutti insieme è politica».
Una straordinaria partecipazione. Oltre 2mila persone dentro e fuori il teatro, venuti da tutt’Italia, 65mila collegamenti in streaming. I partecipanti nel teatro, e online invitati a compilare una scheda che insieme ai dati anagrafici raccoglieva anche proposte politiche.
Pisapia è stato invitato ma ha risposto che “al momento mancano le giuste condizioni per esserci”.
Gli interventi sono stati programmati: giunti in centinaia via e-mail, solo una piccola minoranza sono stati accettati, su criteri di rappresentanza, con il vincolo inesorabile ai cinque minuti di durata.
Intervengono rappresentanti di partito, tra cui Fratoianni di Sinistra Italiana, Civati di Possibile, e Acerbo di Rifondazione Comunista, quest’ultimo molto apprezzato. Altri leader politici, presenti come Vendola, D’Alema, Rossi, non parlano. C’è spazio per i rappresentanti della società civile e associazioni come Diem25, Libera, Sbilanciamoci, Baobab experience, i Pettirossi, Roars, la Casa degli Irochesi, Green Italia e semplici cittadini e professionisti.
Quando sale Gotor, di MDP, arrivano i fischi, probabilmente conseguenza dell’astensione in parlamento sulla questione voucher, o sugli anni di votazioni favorevoli dei parlamentari di MDP ai provvedimenti renziani. Sul palco sale una rappresentante del centro sociale “opg je so pazz” di Napoli, togliendo la parola al senatore e chiedendo animosamente di poter intervenire. Dopo qualche minuto, si ridà la parola a Gotor, che ha così modo di terminare il suo intervento.
A conclusione dell'assemblea giungono da Anna Falcone parole chiare e ambiziose.
Che rivendicano i diritti di tutti, quelli costituzionali. Al lavoro. Alla salute. All'istruzione. Alla democrazia. All'informazione libera. Alla parità di genere.
Ma anche alla felicità. Al tempo e allo spazio di libertà per essere noi stessi, con i nostri figli, con i nostri affetti, con gli altri.
"Costruiamo insieme questo nuovo spazio di confronto, attraverso assemblee partecipate, in cui uno valga come uno, ma davvero. Tutti devono fare un passo indietro, per farne uno fondamentale, non più rinviabile, in avanti. Una speranza che diventi realtà, un orizzonte luminoso, per tutti".
I prossimi giorni saranno determinanti per render raggiungibile, con la partecipazione di tutti, questo obiettivo.
