Prcesso Mafia capitale. IL 20 ottobre le motivazioni della sentenza. Pignatone" Perso ma non sono sconfitto"
E' ora puntata al 20 ottobre prossimo l'attenzione dei magistrati della Procura di Roma dopo la pronuncia della X collegiale che ha inflitto pene pesanti per 41 imputati nel maxiprocesso a Mafia Capitale non riconoscendo però l'esistenza di una associazione a delinquere di stampo mafioso.
In quel giorno, infatti, è previsto il deposito della sentenza dopo i 90 giorni che il tribunale ha deciso di prendersi per la stesura del provvedimento. I pm, coordinati dal procuratore capo Giuseppe Pignatone, vogliono capire in primo luogo come il tribunale motiverà la decisione di non applicare il 416 bis alla luce anche delle pronunce, quella del gip ma in particolare della Corte di Cassazione, che avevano confermato l'impianto accusatorio. "Leggeremo con attenzione le motivazioni - ha commentato ieri a caldo il procuratore aggiunto Paolo Ielo -, per poi valutare l'eventuale ricorso in Appello".
A due giorni sulla sentenza di primo grado su mafia capitale, che registrato anche la caduta dell'accusa di associazione mafiosa, parla Giuseppe Pignatone, Procuratore capo di Roma
"E' vero, ho perso - ammette in due interviste a Repubblica e Corriere della Sera - ma in città i clan esistono e io non mi rassegnerò mai". Pignatone ha detto di essersi preso una notte di riflessione dopo la sentenza di Roma "perché le cose si vedono meglio con la testa fredda", e ha ribadito che secondo lui le cosche pesano sulla vita di Roma, e corruzione, frodi ed evasione, sono l'altra emergenza. "Non mi sento sconfitto - spiega Pignatone - perché si tratta di crimine organizzato, e noi andremo avanti". Secondo procuratore di Roma "non si può accettare l'idea che a Roma la corruzione sia un fatto normale o addirittura utile". Sempre secondo Pignatone "la sentenza ha riconosciuto la sussistenza di gravi fatti di violenza e corruzione in un contesto di criminalità organizzata, e ha inflitto pene altissime".