Perquisiti gli uffici Acea. Avviso di garanzia per il presidente per inquinamento ambientale. Roma verso la turnazione dell'acqua
Perquisizioni presso gli uffici di Acea Ato 2 spa a Roma e notifica di un avviso di garanzia per inquinamento ambientale per il presidente Paolo Saccani. I Carabinieri del Noe hanno sequestrato la documentazione relativa ai limiti stabiliti nella concessione per la captazione delle acque dal lago di Bracciano. Anche l'azienda Acea Ato 2 risulta indagata dalla Procura di Civitavecchia nell'ambito della stessa inchiesta. Il coinvolgimento di Acea Ato 2 è in base al decreto legislativo 231 del 2001 sulla responsabilità "penale" delle imprese.
Intanto il Tribunale delle acque ha rigettato il ricorso fatto da Acea sulla sospensiva dello stop ai prelievi dal lago ordinato dalla Regione Lazio.
L'atto istruttorio è stato ordinato dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia che ha ricevuto diverse denunce in merito alla criticità ambientale che sta interessando il bacino lacustre. Gli inquirenti hanno quindi delegato i militari alle indagini, disponendo la contestuale esecuzione di una perquisizione locale, previa notifica di avviso di garanzia per inquinamento ambientale. E sarebbero due le denunce presentate alla procura di Civitavecchia che ha delegato le indagini ai carabinieri. A presentarle sarebbero stati un parlamentare e alcuni sindaci delle aree che affacciano sul lago.
Inquinamento ambientale colposo, è questo il reato allo stato ipotizzato nell'ambito dell'inchiesta della procura di Velletri sulla criticità ambientale che sta interessando il lago di Bracciano. L'indagine è partita da due denunce. Il reato contestato è l'articolo 452bis è punibile con la reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 10mila a 100mila euro. Colpisce chiunque abusivamente provochi una compromissione o un deterioramento significativi e misurabili: delle acque o dell'aria, o di porzioni estese o significative del suolo o del sottosuolo; di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna. Quando l'inquinamento è prodotto in un'area naturale protetta o sottoposta a vincolo paesaggistico, ambientale, storico, artistico, architettonico o archeologico, ovvero in danno di specie animali o vegetali protette, la pena è aumentata".
Respinto il ricorso Acea Il tribunale superiore delle acque Pubbliche ha rigettato il ricorso fatto da acea sulla sospensiva dello stop ai prelievi dal lago di Bracciano ordinato dalla Regione Lazio. Nella sentenza si legge che la turnazione del servizio di distribuzione dell'acqua nel territorio del Comune di Roma non "appare una conseguenza non imposta in via esclusiva dall'ordinanza impugnata". "Il provvedimento in esame non appare inficiato da irragionevolezza, considerato che tutti i Comuni i cui territori sono vicini o confinanti con il lago di Bracciano si sono espressi favorevolmente rispetto a un intervento della Regione Lazio". Si legge nel decreto. "Il rilievo marginale che la parte ricorrente ha evidenziato dal prelievo di acqua rispetto alle concause rappresentate dall'evaporazione dovuta alle alte temperature nonché dall'assenza di precipitazioni - scrivono ancora i giudici - non appare argomento decisivo tenuto conto che, rispetto a esse, la Regione non ha come ovvio alcuna possibilità di intervenire". Infine "Acea Ato 2 potrà adottare 'misure compensative' per contrastare gli effetti dell'azzeramento del prelievo in contestazione, con ciò volendosi riferire alla possibilità di individuare, eventualmente con l'ausilio delle altre autorità competenti in materia, anche altri rimedi purchè compatibili con il veduto divieto di prelievo" delle acque di Bracciano.
Roma va verso il razionamento drastico di erogazione dell’acqua. Dopo lo stop della Regione ai prelievi dal lago di Bracciano a partire da venerdì 28 luglio ormai considerato a rischio ambientale, il piano dell’azienda che gestisce la rete idrica della capitale, Acea, prevede turni di stop di otto ore consecutive e la divisione della città in due quadranti da almeno 1,5 milioni di residenti; l’acqua sarà erogata a turno a ciascun quadrante e quindi ogni 24 ore un romano su due rimarrà senza acqua, in totale, per sedici ore.
Il piano riguarda circa tre milioni di utenti all’interno del Raccordo: case, negozi, uffici, ma anche ospedali e caserme. Saranno poi posizionate autobotti nelle aree strategiche della città e saranno chiusi tutti i “nasoni”, le fontanelle simbolo della capitale: solo 85 rimarranno aperti per effettuare il campionamento. Nessun problema per i parchi della capitale, innaffiati con acqua proveniente dal Tevere. La Regione Lazio ha disposto lo stop ai prelievi da Bracciano per evitare un disastro ambientale.
A giugno Acea ha prelevato 1400 litri al secondo e a luglio 1.100; la siccità ha fatto il resto e ora il lago è oltre 35 cm sotto il livello minimo consentito dalle norme. Acea ha cinque giorni per una soluzione. Non sarà facile. Le altre fonti, a causa della siccità, riescono a coprire la metà del fabbisogno della città, che supera i 18mila litri al secondo: in sostanza, Roma dipende dall’acqua di un lago che non ha affluenti.