Referendum Catalogna. Arrestati 12 ministri della Regione e il braccio destro del vicepresidente
Il blitz è scattato all’alba in diversi edifici del governo regionale a Barcellona. Con perquisizioni e 12 arresti per impedire l’organizzazione del referendum sull’indipendenza della Catalogna previsto per il primo ottobre, che il governo spagnolo considera illegale. A finire in manette gli stretti collaboratori del vicepresidente catalano Oriol Junqueras, incaricato di organizzare il referendum, a iniziare dal suo braccio destro Josep Maria Jové e da Lluis Salvadó.
Gli agenti hanno perquisito nove uffici di diversi ministeri del governo regionale per cercare prove nell’ambito dello scontro con Madrid sulla celebrazione del referendum sull’indipendenza, sospeso dalla Corte costituzionale. L’irruzione nel dipartimento dell’economia, degli esteri, del lavoro, degli affari sociali, del welfare, delle telecomunicazioni, delle imposte e nella sede del governo di Barcellona. Dodici esponenti del governo regione autonoma effettuati dalla Guardia Civil, riferisce il sito del quotidiano catalano La Vanguardia.
Il presidente catalano Carles Puigdemont ha convocato una riunione d’urgenza. «Queste sono cose che non succedono in nessuna democrazia occidentale. Ci sono arresti in strada senza mandati d’arresto», ha denunciato Junqueras al quotidiano catalano.
La sindaca di Barcellona Ada Colau, eletta con Podemos, ha definito il blitz «uno scandalo democratico». Il suo partito «En Comu» ha invitato a manifestare contro «l’attacco» del governo spagnolo alle istituzioni catalane.
«Stanno attaccando le istituzioni di questo paese, quindi i cittadini. Non lo permetteremo!», ha reagito su Twitter il vicepresidente catalano Junqueras.
Decine di persone si stanno concentrando davanti alla sede del governo catalano nel centro di Barcellona per denunciare il blitz della Guardia Civil spagnola contro le istituzioni catalane. La folla grida «Indipendenza!», «Vogliamo essere liberi», «Vergogna!».
Il premier spagnolo Mariano Rajoy ha detto davanti al Congresso dei deputati dopo il blitz della Guardia Civil contro il governo catalano che la risposta alla sfida indipendentista di Barcellona «non può essere diversa da quella decisa». «A nessuno piace questa situazione, e a me neppure» ha aggiunto tornando a chiedere al presidente catalano Puigdemont di fare «marcia indietro» e di «rispettare la legge», rinunciando al referendum sull’indipendenza. Sennò «dispiace, ma questa è l’unica risposta possibile», ha affermato commentando i blitz della Guardia Civil