Ambasciata Usa a Gerusalemme. Strage di palestinesi nella striscia di Gaza. 60 morti e 3 mila feriti. Onu "Fare di tutto per evitare una nuova guerra"
Tensione in Medio Oriente con gli scontri fra manifestanti ed esercito israeliano a Gaza e in Cisgiordania nel giorno in cui si è inaugurata l'ambasciata americana a Gerusalemme e si sono celebrati i 70 anni della nascita dello stato d'Israele.
E' salito a 59 il numero dei manifestanti palestinesi uccisi durante i violenti scontri con l'esercito israeliano lungo la barriera difensiva tra Gaza e lo stato ebraico. Lo dice il ministero della Sanità della Striscia riferito dai media palestinesi. Le stesse fonti aggiungono, ma senza precisare il luogo, che è morta anche una neonata a causa delle inalazioni dei gas lacrimogeni, portando così a 59 il bilancio complessivo. I feriti sono circa 2.800.
E' di 8 mesi l'età della neonata morta per aver inalato gas lacrimogeni durante gli scontri al confine di Gaza con l'esercito israeliano. Lo riporta l'agenzia Wafa spiegando che il bebè, Laila Anwar Ghandour, è morta, secondo il ministero della sanità, a causa dei lacrimogeni "lanciati in modo casuale" dall'esercito israeliano contro i manifestanti palestinesi.
L'ambasciata americana apre a Gerusalemme in una giornata segnata a Gaza dallo scontro più sanguinoso tra Hamas e Israele dalla guerra del 2014. Quasi sessanta manifestanti palestinesi, secondo il ministero della Sanità, sono rimasti uccisi dal fuoco dell'esercito israeliano lungo la barriera difensiva ed oltre 2800 feriti, di cui 27 versano in condizioni gravi. Un conflitto generato dall'intenzione di Hamas di oltrepassare il confine dello Stato ebraico e dalla risposta durissima di Israele, determinato ad impedirlo ad ogni costo. Due fatti che hanno calamitato l'attenzione mondiale, a partire dal gruppo terroristico al-Qaeda, che ha chiamato i musulmani al Jihad contro l'America di Trump e Israele.
Oltre 40mila manifestanti per l'esercito, circa 100mila per Hamas, si sono scontrati con i soldati in 13 punti di attrito lungo tutta la Striscia: sassi, molotov, ordigni esplosivi contro lacrimogeni e tiratori scelti israeliani. L'esercito dello Stato ebraico ha fatto sapere di aver colpito con un raid aereo "cinque obiettivi terroristici di Hamas" a Jabaliya, nel nord della Striscia, e di aver sventato un attentato presso Rafah, nel sud, uccidendo tre palestinesi. Finita la cerimonia a Gerusalemme, lo scontro è terminato: i dimostranti palestinesi hanno cominciato ad abbandonare il confine rientrando nella città di Gaza con autobus messi a loro disposizione da Hamas. Ma domani, come annunciato dalla stessa Hamas, è possibile che le proteste si ripetano in occasione della ricorrenza della 'Nakba', la 'Catastrofe' con cui i palestinesi ricordano la nascita dello stato di Israele. Lo stesso giorno in cui Trump ha voluto inaugurare la sua ambasciata a Gerusalemme.
LE REAZIONI INTERNAZIONALI
I palestinesi chiedono all'Onu di indagare per i crimini commesi dalle forze di occupazione israeliane. Israele risponde che almeno 24 dei palestinesi uccisi ieri erano "terroristi nell'atto di compiere atti di terrore". Gli Stati Uniti, che ieri hanno inaugurato la loro controversa ambasciata a Gerusalemme, facendo scattare la giornata della rabbia, oggi hanno difeso lo stato ebraico, affermando che "nessun Paese in questa situazione
agirebbe con più moderazione di quanto ha fatto Israele", e bloccando al contempo una mozione di sdegno per i morti a Gaza in Consiglio di sicurezza.
Israele "deve calibrare l'uso della forza, deve proteggere i suoi confini ma farlo in modo proporzionato. Mentre Hamas non deve usare le proteste per mettere bombe e compiere atti provocatori", ha detto Nikolay Mladenov, coordinatore speciale dell'Onu per il processo di pace in Medio Oriente, durante la riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza sulla situazione a Gaza. "La comunita' internazionale deve intervenire e prevenire una guerra", ha aggiunto Mladenov, definendo la situazione nella Striscia "disperata".
L'ambasciatore israeliano in Turchia Eitan Naeh è stato convocato al ministero degli Affari esteri turco ad Ankara e gli è stato chiesto di lasciare il paese "a causa dei morti" a Gaza. Lo riferisce Haaretz.
Gli Stati Uniti hanno bloccato una dichiarazione del Consiglio di Sicurezza Onu elaborata dal Kuwait che esprimeva sdegno e dolore per la morte dei civili palestinesi a Gaza, e chiedeva "un'indagine indipendente e trasparente delle Nazioni Unite per determinare la responsabilità". Lo riferiscono fonti diplomatiche del Palazzo di Vetro. Le dichiarazioni del Consiglio devono essere approvate all'unanimità e se anche un solo paese si oppone non possono venire adottate. Il Consiglio di Sicurezza si riunirà oggi su richiesta del Kuwait per discutere la situazione a Gaza.