Casa delle donne di Roma. Le donne in Campidoglio per protestare contro la chiusura
Tra slogan e cori che ripercorrono le battaglie femministe a partire dagli anni 70 ad oggi, almeno un migliaio di donne hanno animato rumorosamente la protesta in piazza del Campidoglio a difesa della Casa Internazionale delle donne. "Il femminismo non si sposta per chi aspetta una risposta", "Siamo antiche, siamo femministe", "Tremate, tremate, le streghe sono tornate" e "Non una di meno, insieme siamo partite e insieme arriveremo", hanno urlato le donne in protesta per poi lasciare due dei cartelli viola con la scritta "La Casa siamo tutte" sulla statua della Fontana della Dea.
Dopo l'approvazione da parte dell'assemblea capitolina di una mozione, che di fatto rischia di sfrattare la storica associazione dalla sede di via della Lungara, in Campidoglio c'è stata una nuova serie di incontri fra gli amministratori capitolini e le rappresentanti della Casa.
"Non è andata bene dal nostro punto di vista, l'unico dato positivo è che era presente anche la sindaca", ha detto la presidente della Casa Internazionale delle Donne di Roma, Francesca Koch, al termine dell'incontro. "Loro dicono che troveremo una soluzione - ha riferito Koch - ma il bando si farà perché dicono che è un obbligo di legge. La posizione della sindaca soprattutto all'inizio era di totale sostegno alla mozione Guerrini. Noi chiedevamo risposte sulle nostre proposte mentre la giunta tentava continuamente di spostare il dibattito sulla mozione Guerrini, che per noi è molto pericolosa. L'assessore al Patrimonio si è impegnata a non effettuare alcuna azione di sgombero e dobbiamo crederle". "Loro continuano a parlare di nuova progettualità della Casa - ha aggiunto un'altra attivista - ma noi abbiamo detto che il progetto è nostro".
LA PROTESTA. Tra le tante manifestanti anche molti visi noti del mondo della cultura e dell'informazione: l'ex presidente della Camera, Laura Boldrini, le scrittrici Dacia Maraini e Lidia Ravera, l'ex ministra Marianna Madia, la presentatrice Serena Dandini, le attrici Sonia Bergamasco e Veronica Pivetti e moltissime politiche di diversi schieramenti, a partire dalle consigliere comunali del Pd.
Tra i cori intonati "La casa non si tocca" e "Levate la Raggi metteteci una donna". Lo slogan della manifestazione che si sta trasformando in un vero e proprio assedio sonoro è "la casa siamo tutte". In piazza anche sindacalisti, rappresentanti di centri sociali e realtà culturali come il piccolo cinema America. "Assessore guarda qua, qui c'è tutta la città", urlano le manifestanti che non si sono fatte fermare dalla pioggia e sono in presidio con gli ombrelli. Non mancano nemmeno i rappresentanti dei partiti di opposizione al Movimento 5 Stelle in Campidoglio come Stefano Fassina e Andrea Casu segretario PD Roma. "Il 9 novembre del 2015 avremmo firmato un accordo per abbattere il debito e salvaguardare la struttura che è una eccellenza. Ora sono preoccupata perché è a rischio uno spazio di democrazia con 30 associazioni dentro", racconta dalla piazza l'ex assessore della Giunta Marino Francesca Danese o Portavoce del Forum del Terzo Settore del Lazio.
IL POST DI RAGGI. "Questa amministrazione non intende chiudere la Casa delle Donne né intende procedere allo sgombero", aveva scritto la sindaca di Roma Virginia Raggi in un post su Facebook mentre era in corso l'incontro. "Cosa vogliamo fare? Rilanciare il progetto attualizzandolo rispetto alle mutate condizioni", aggiunge la sindaca facendo riferimento alla condizione delle periferie. Per la sindaca "il contenuto della mozione votata in aula dai consiglieri M5S è stato strumentalmente capovolto per far passare la tesi contraria".
"La Casa delle Donne non è importante in quanto edificio, ma perché quelle donne l'hanno fatta, non altre: quelle donne l'hanno ideata. Mandarle via con qualche stratagemma vuol dire chiuderla anche se rimarrà aperta: questa cosa non si può fare si deve trovare un accordo. Credo che fare una mossa del genere sia assolutamente controproducente per la sindaca Raggi e lo si vede da questa piazza. Come si fa? Per la prima volta la Capitale ha una sindaca donna e tra le prime cose, che le vengono in mente di fare, è quella di chiudere un'istituzione, perché questo è la casa internazionale delle donne: è un luogo dove le donne si incontrano, si confidano, studiano, si aggregano e ricevono servizi", ha detto Laura Boldrini, deputata di Leu ed ex presidente della Camera, in occasione della sua partecipazione al presidio in Piazza del Campidoglio delle rappresentanti della Casa Internazionale delle donne. "Andare a bloccare tutto questo vuol dire non avere il senso delle priorità", ha concluso.